Cavaliere di Malta

Santa Croce

Non appare identificabile in antiche fonti documentarie. Fu inciso da G. Silvani ('La Galleria Imperiale di Palazzo Pitti, 1838, vol. IV) come il ritratto di un cavaliere di Malta, attribuito a Niccolò Cassana. In un'altra incisione ottocentesca il personaggio viene identificato in Niccolò Caracciolo di San Vito, cavaliere di Malta.
Esiste un'ipotesi di donazione da parte del Wignacourt di questo ritratto al prione Niccolò dell'Antella, che lo avrebbe portato a Firenze, insieme all'Amorino Dormiente (cfr. S.MELONI TRUKULJA, 1977, p. 49 e L. SEBREGONDI FIORENTINI, 1982, pp. 108- 109). M. Chiarini reputa questo dipinto acquistato dal cardinale Leopoldo dei Medici tramite un suo agente in Venezia. Se invece si segue la possibilità di arrivo in Firenze tramite i dell'Antella si può forse identificare quest'opera con il ritratto ovale del Wignacourt da loro posseduto, che era ubicato presso la Commenda di San Jacopo in Campo Corbolini (cfr. L. SEBREGONDI FIORENTINI, 1982, p. 108). Mina Gregori che per prima ha formulato in nome di Caravaggio, tendendo a riconoscervi uno dei ritratti del Wignecourt citato dal Bellori (1672): "lo ritrasse in piedi armato, et a sedere disarmato nell'habito di Gran Maestro, conservandosi il primo ritratto dell'Armeria di Malta (p. 209).