Il cavadenti

Santa Croce

Il cavadenti
E' descritto per la prima volta come di Caravaggio in un inventario di Palazzo Pitti, nel 1637: "un quadro di tela di mano del Caravaggio dipinto che uno levava i denti a un altro e altre figure intorno a una tavola con adornamento di legno tutto dorato circa alta braccia 2 e 3/4 largo 3 e ¾" (A.S.F., Guardaroba 525, f.572).
E' poi menzionato dallo Scannelli (1657, p.199): "Vìddi pure anni sono nelle stanze del Serenissimo Granduca di Toscana un Quadro di meze figure della solita naturaleza, che fa vedere quando un Ceretano cava ad un Contadino un dente, e se questo Quadro fosse di buon conservatione, come si ritrova in buona parte oscuro, e rovinato, saria una delle più degne operationi, che havesse dipinto". Già a quel tempo dunque risultava scurito e offuscato. E' poi passato alla Galleria Palatina dove è sempre rimasto. Dal 1925 è stato dato in deposito al Palazzo di Montecitorio in Roma. Esposto e descritto dalla Borea (1970) come "ignoto imitatore del Caravaggio", con rapporti soprattutto tematici con la pittura olandese; questa strada è poi stata seguita,da molti critici (C.VOLPE, 1970; F. Bologna, 1980; .CINOTT1, 1983). In occasione della mostra E. Schleier propose l'attribuzione di questo dipinto a Caravaggio stesso, in una fase vicina al periodo maltese. Su questa strada si è mossa anche M.Gregori (1974), mentre di parere opposto si sono dicbiarati M.Cinotti (1983) e H. Hibbard (1983).