Glauco Cavaciuti
Duomo di Milano | Foto: Boris Stroujko

Il Duomo è il simbolo intramontabile di Milano, solenne, elegante e sublime. Iniziato nel 1386 da Gian Galeazzo Visconti, venne realizzato nell’arco di cinque secoli subendo nel tempo numerose modifiche e ammodernamenti. La Cattedrale oggi si presenta come un vero tripudio di pinnacoli, guglie, contrafforti, archi rampanti, meravigliose vetrate. Inizialmente il progetto doveva seguire gli stilemi del gotico lombardo. Ma la decisione di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano e fondatore della Veneranda Fabbrica del Duomo, di utilizzare il marmo di Candoglia al posto del mattone, com’era tradizione a quel tempo, provocò una vera rivoluzione di stile che costrinse la Fabbrica a ricercare ingegneri, architetti, scultori e lapicidi esperti del gotico centroeuropeo nei cantieri di cattedrali di mezza Europa. Nacque così il particolare gotico del Duomo e anche per questo motivo non è possibile risalire a una sicura paternità di colui che si occupò della delicata fase iniziale di progettazione.

La facciata
Fin dall’inizio gli architetti pensarono a una proposta per la facciata, ma per molto tempo si utilizzò quella della Chiesa di Santa Maria Maggiore, sulla quale stava avvenendo la costruzione del Duomo. Solo nel 1683 iniziò la demolizione della vecchia facciata quattrocentesca. Ma la scelta rimase in sospeso fino al 1790 quando fu scelto il progetto di Felice Soave. La conclusione della facciata si deve all’iniziativa del Bonaparte, espressa alla vigilia dell’incoronazione e nel decreto del giugno 1805.

Le 135 guglie
La guglia è elemento tipico dell’architettura gotica. Le guglie del Duomo sono ricche di ornati e di statue d’ogni misura (se ne contano più di 1800), di nicchie e di trafori, che donano un particolare effetto plastico. La maggior parte delle guglie sono alte 17 metri.

Scultura
Nel Duomo si contano circa 3400 statue e oltre 700 figure inserite negli altorilievi marmorei. L’apparato statuario ha un suo primato: per sei secoli il cantiere della Cattedrale ha continuamente prodotto statue coerentemente con il clima culturale di ogni singolo momento storico.

La Madonnina
Simbolo della città e protettrice dei milanesi, la Madonnina è realizzata in lastre di rame, sbalzate e dorate sorrette da uno scheletro oggi in acciaio inossidabile. Fu eretta sulla guglia maggiore del Duomo alla fine del 1774.

Vetrate
Il problema di chiudere con vetri le finestre si pose già nella prima fase dei lavori. La prima soluzione proposta nel Trecento fu quella di inserire vetri colorati, ma già nel 1403 si decise per dare alle finestre vetrate istoriate. Il motivo di questa scelta fu la facilità di lettura delle vetrate, decorate in modo da essere il racconto visivo religioso. Nella seconda metà del XV sec. venne creato in Duomo un originale linguaggio nell’arte vetraria, capace di tradurre le arditezze prospettiche di estrazione mantegnesca e ferrarese in una gamma cromatica di tessere vitree basate su toni fulgenti e freddi. La tecnica di lavorazione rimase pressappoco uguale fino all’Ottocento quando, con il rinnovamento culturale prodotto dal Romanticismo lombardo e con il “Gothic Revival” operato dal Palagi, dal Sanquirico e dall’Hayez, l’interesse per il patrimonio vetrario della Cattedrale di Milano crebbe moltissimo. Le vicende belliche comportarono lo smontaggio di tutte le vetrate, per metterle al sicuro dai bombardamenti, all’interno di un sotterraneo. Solo nel secondo dopoguerra si procedette all’esecuzione delle vetrate per la facciata.

Pittura
La relativa scarsità di opere di pittura nel Duomo trova giustificazione nella scelta di modellare l’edificio sugli esempi del maturo gotico europeo. Risalgono alla prima metà del XV secolo e ai maestri lombardi i pochi affreschi superstiti come il Crocifisso tra la Madonna e i santi, il San Giovanni Battista e la Madonna della Rosa. Nella seconda metà del Cinquecento, Carlo Borromeo commissionò importanti opere di pittura: le pale degli altari progettati per le navate laterali e gli sportelli o ante dei due organi. Nel XVIII secolo un altro ciclo pittorico andò ad arricchire l’apparato cerimoniale della Cattedrale: le tele dedicate alle Storie della Croce e del Santo Chiodo, che si espongono in occasione della festa del ritrovamento della Croce con il suggestivo rito della Nivola, con il quale i fedeli esprimono la propria devozione alla reliquia della Croce conservata nella volta del catino absidale del Duomo.

Segnalato da: Glauco Cavaciuti (Gallerista)
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