Mario Merz

Milano 01/01/1925 - Torino 09/11/2003

© Arte.it | Mario Merz

Nato a Milano da una famiglia d’origine svizzera, si formò a Torino, dove iniziò anche gli studi di medicina all’università, la sua vita cambiò con la Seconda guerra mondiale, durante la quale entrò nel gruppo antifascista Giustizia e Libertà, scelta che gli comportò anche l’esperienza della prigionia. Dopo la guerra iniziò la sua carriera di pittore, passando in breve tempo dall’astrattismo a quello informale.
Al 1954 risale la sua prima esposizione personale (Torino, Galleria La Bussola), mentre dal decennio seguente iniziò a sperimentare altre tecniche divenendo un artista eclettico, grazie all’adozione di tubi al neon, con i quali ad esempio riprodusse slogan del movimento studentesco del 1968, ma anche ferro, cera, pietra e terra, elementi che ne determinarono il totale abbandono della pittura tradizionale per una definitiva svolta materica.
Nel 1959 sposò Marisa, artista anche lei, da cui ebbe la figlia Beatrice. Con la sua famiglia visse anche in Svizzera, a Pisa, per poi tornare a Torino.
Il suo nome si collega indissolubilmente a quello dell’Arte povera, movimento a cui aderì anche la moglie e di cui fu uno dei massimi esponenti a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, insieme a Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis e altri artisti per lo più della scena torinese, riuniti sotto questa corrente dal critico Germano Celant.



Le opere