Castello Estense
Ferrara, Largo Castello
- Dove: Ferrara, Largo Castello
 - Indirizzo: Largo castello
 - E-Mail: castello.estense@provincia.fe.it
 - Telefono: +39 0532 299233
 - Apertura: 1 gennaio: 13.30 - 18.30
dal 2 gennaio al 28 febbraio: 9.30 - 17.30. chiuso il lunedì.
dall'1 marzo al 31 maggio: 9.30 - 17.30. aperto tutti i giorni.
dall'1 giugno al 30 giugno: 9.30 -13.30 / 15 -19. aperto tutti i giorni.
dall'1 luglio al 31 agosto: 9.30 - 13.30 / 15 - 19. chiuso il lunedì.
15 agosto: aPeRTo
dall'1 settembre al 30 settembre: 9.30 - 17.30. aperto tutti i giorni.
dall'1 ottobre al 31 dicembre: 9.30 - 17.30. chiuso il lunedì.
25 dicembre: chiuso - Costo: intero € 8, ridotto € 6
minori di 12 anni € 1
Per ogni adulto pagante, 1 minore entra gratis 
DESCRIZIONE:
Dopo una violenta rivolta popolare, il Marchese Niccolò II d’Este ritenne urgente la costruzione di una macchina repressiva e chiese all’architetto Bartolino da Novara di progettare uno strumento di controllo politico e militare. La prima pietra del castello fu posata nel 1385, e la fortezza sorse intorno a un’antica torre di avvistamento presistente e inglobata alla cinta muraria che chiudeva la città verso Nord. L’architetto aggiunse altre 3 torri e tratteggiò un quadrilatero imprimendo nella struttura un carattere difensivo che col tempo fu stemperato nella natura di reggia dinastica. Quando alla fine del Quattrocento Ercole I si stabilì nel castello, apportò numerose modifiche per adattarlo alla vita di corte. Il corpo di fabbrica raddoppiò e fu ampliata e sistemata anche la “via Coperta” che collegava la fortezza al palazzo ducale. All'inizio del Cinquecento, il successore Alfonso I continuò i lavori di ristrutturazione e decorazione del castello intrapresi da Ercole e collocò le proprie stanze private nella via Coperta, dove si possono ammirare i Camerini d’Alabastro in cui vennero collocate le sue prestigiose collezioni d’arte che comprendevano opere di Tiziano e Dosso Dossi e che oggi sono disperse.
Quando arrivò il suo turno, Ercole II, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, seppe proseguire l’opera di abbellimento del Castello. Il terribile incendio che nel 1554 causò gravi danni, spinse in particolare il Duca e il suo architetto di corte a intervenire anche sull’aspetto architettonico del castello che fu perciò ridisegnato all’esterno, e assunse la foggia che tuttora il monumento conserva.
All’ultimo duca d'Este, Alfonso II, è invece attribuito il programma decorativo che interessò l'intero edificio, a partire dal cortile interno fino ai saloni del piano nobile. In assenza di eredi diretti, alla sua morte, nel 1597, papa Clemente VIII ne approfittò per togliere il governo della città agli Estensi, che perciò dovettero lasciare definitivamente Ferrara per trasferirsi a Modena. Sotto lo Stato Pontificio ebbe però inizio la decadenza della fortezza che si arrestò solo con l’annessione della città nel Regno d’Italia (1860), quando il castello divenne proprietà dello Stato che avviò diversi programmi di ristrutturazione.
Nel 2006, dopo l’intervento più profondo, molte sale del castello sono state aperte al pubblico con l'inaugurazione del nuovo allestimento museale progettato da Gae Aulenti.
                                                
				Dopo una violenta rivolta popolare, il Marchese Niccolò II d’Este ritenne urgente la costruzione di una macchina repressiva e chiese all’architetto Bartolino da Novara di progettare uno strumento di controllo politico e militare. La prima pietra del castello fu posata nel 1385, e la fortezza sorse intorno a un’antica torre di avvistamento presistente e inglobata alla cinta muraria che chiudeva la città verso Nord. L’architetto aggiunse altre 3 torri e tratteggiò un quadrilatero imprimendo nella struttura un carattere difensivo che col tempo fu stemperato nella natura di reggia dinastica. Quando alla fine del Quattrocento Ercole I si stabilì nel castello, apportò numerose modifiche per adattarlo alla vita di corte. Il corpo di fabbrica raddoppiò e fu ampliata e sistemata anche la “via Coperta” che collegava la fortezza al palazzo ducale. All'inizio del Cinquecento, il successore Alfonso I continuò i lavori di ristrutturazione e decorazione del castello intrapresi da Ercole e collocò le proprie stanze private nella via Coperta, dove si possono ammirare i Camerini d’Alabastro in cui vennero collocate le sue prestigiose collezioni d’arte che comprendevano opere di Tiziano e Dosso Dossi e che oggi sono disperse.
Quando arrivò il suo turno, Ercole II, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, seppe proseguire l’opera di abbellimento del Castello. Il terribile incendio che nel 1554 causò gravi danni, spinse in particolare il Duca e il suo architetto di corte a intervenire anche sull’aspetto architettonico del castello che fu perciò ridisegnato all’esterno, e assunse la foggia che tuttora il monumento conserva.
All’ultimo duca d'Este, Alfonso II, è invece attribuito il programma decorativo che interessò l'intero edificio, a partire dal cortile interno fino ai saloni del piano nobile. In assenza di eredi diretti, alla sua morte, nel 1597, papa Clemente VIII ne approfittò per togliere il governo della città agli Estensi, che perciò dovettero lasciare definitivamente Ferrara per trasferirsi a Modena. Sotto lo Stato Pontificio ebbe però inizio la decadenza della fortezza che si arrestò solo con l’annessione della città nel Regno d’Italia (1860), quando il castello divenne proprietà dello Stato che avviò diversi programmi di ristrutturazione.
Nel 2006, dopo l’intervento più profondo, molte sale del castello sono state aperte al pubblico con l'inaugurazione del nuovo allestimento museale progettato da Gae Aulenti.
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