Palazzo Te

Mantova, Viale Te 13

 
  • Indirizzo: Viale Te 13
  • Telefono: +39 0376 323266
  • Apertura: Lunedì: ore 13 - 18
    Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica: ore 9 - 18
    Venerdì: ore 9 - 22
    chiusura della biglietteria un'ora prima della chiusura del Palazzo.

    Festività e ponti:
    Lunedì 8 dicembre: ore 9 - 18
    Mercoledì 24 dicembre: ore 9 - 18
    Giovedì 25 dicembre: cHiuSo
    Venerdì 26 dicembre: ore 9 - 22
    Mercoledì 31 dicembre: ore 9 - 18
    Giovedì 1 gennaio: ore 9 - 18
    Lunedì 5 gennaio: 9 - 18
    Martedì 6 gennaio: 9 - 18
  • Costo: intero € 12, ridotto € 9, ridotto Speciale € 6
    Biglietto famiglia € 19 - (minimo 3 e massimo 5 componenti, di cui massimo 2 paganti tariffa intera)
 
DESCRIZIONE:
Costruito tra il 1524 e il 1534, Palazzo Te è l'opera più celebre dell'architetto italiano Giulio Romano. Come riferisce il Vasari, fu Federico II Gonzaga a comissionargli “un poco di luogo da potervi andare e ridurvisi tal volta a desinare, o a cena per ispasso”. Il proposito era dunque quello di erigere nell’area appena bonificata dell’isola di Tejeto (abbreviata in Te) un luogo destinato all’ozio e al vizio, ai ricevimenti, alla sistemazione di ospiti illustri e dell’amante del duca, Isabella Boschetti. Alternando gli elementi architettonici a quelli naturali e decorando con fantasia stanze e facciate, l’architetto e pittore diede corpo e vita a quell’idea di “isola felice”. Il linguaggio classico era la fonte di ispirazione, ma Romano lo declinò attraverso un’ampia varietà di invenzioni ingenose e licenze stilistiche che si rincorrono negli ambienti del Palazzo tra la sala dei Cavalli, di Psiche, dei Giganti, e ancora nei loggiati e nell’appartamento del Giardino Segreto, nel cortile d’Onore e nel giardino dell’Esedra.
Il Palazzo è oggi sede del Museo Civico. Nelle sale al piano superiore sono ospitate le collezioni permanenti: la donazione dell'editore Mondadori con i dipinti di Spadini e Zandomeneghi; la sezione permanente gonzaghesca di medaglie, monete, coni, pesi e misure dal Trecento al Settecento; la Raccolta egizia di Giuseppe Acerbi e la collezione di Ugo Sissa, artista mantovano che a Baghdad raccolse numerosi pezzi di arte mesopotamica.
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LE MOSTRE

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