Dal 14 febbraio a Genova

Caravaggio e la Superba in mostra a Palazzo della Meridiana

Caravaggio, Ecce Homo, c.1605, Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco di Genova
 

Francesca Grego

12/02/2019

Genova - Dopo il successo della grande mostra su Antoon Van Dyck, Palazzo della Meridiana torna a concentrarsi sul Seicento, vera e propria stagione aurea della Repubblica di Genova, che grazie a ricchezze mercantili e finanziarie in questo periodo si riempie di grandi artisti locali e “foresti”, giunti ad adornarla con opere di pregio.
Tra questi c’è Michelangelo Merisi da Caravaggio, che presso la Superba trova rifugio nel 1605 dopo aver aggredito in Piazza Navona il notaio pontificio Mariano Pasqualone. Di lui a Genova resta il discusso e misterioso Ecce Homo dei Musei di Strada Nuova, ma anche un’influenza sugli ambienti della pittura che, in quello che allora era un centro nevralgico della vita economica e culturale europea, si carica di risonanze di portata internazionale.
 
A Caravaggio e alla sua eredità è dedicata “Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti, pittori”, a cura di Anna Orlando, che aprirà i battenti il prossimo 14 febbraio a Palazzo della Meridiana per accogliere i visitatori fino al 24 giugno.
Il progetto ruota attorno al capolavoro di Palazzo Bianco, appena tornato dal Louvre dove è stato esposto in occasione della grande mostra “Caravage a Rome. Amis et ennemis”.
Ma subito la scena si apre per raccontare i protagonisti di quello che gli storici chiamano “il Secolo dei Genovesi”, in cui le vicende dell’arte locale “possono dirsi a pieno titolo storia dell’arte europea e occidentale”. Al genio della luce la repubblica ligure offrì denaro e commissioni, ispirazioni e idee rivoluzionarie, come quelle che gli giunsero dai dipinti di Luca Cambiaso ammirati visitando la casa del banchiere Vincenzo Giustiniani.
 
Prestiti prestigiosi sono in arrivo perciò da musei e collezioni private italiane, dai capolavori napoletani di Intesa Sanpaolo ai tesori del Museo dei Cappuccini di Roma: in tutto una trentina di opere, alcune delle quali mai esposte in pubblico, che all’arte di quel “cervello stravagantissimo” accostano i dipinti di colleghi e seguaci come Bernardo Strozzi, Domenico Fiasella detto il Sarzana, Luciano Borzone, Gioacchino Assereto, Orazio De Ferrari.
Tra dogi, mercanti, banchieri e condottieri, prende corpo un mondo segnato dall’ascesa di potenti famiglie, in cui la bellezza va a braccetto col commercio e con la finanza dando vita a grandi storie di mecenatismo e collezionismo. Che cosa fu Caravaggio per Genova? Una furiosa mareggiata, seguita da un’onda lunga e duratura.
 
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