La street art a Palazzo Ducale dal 4 luglio al 1° novembre

Donna, Ambiente, Pace, Cultura. L'arte militante di Obey a Genova

Shepard Fairey OBEY, We the People, Defend dignity, 2017, serigrafia su carta, collezione Pinto | © Shepard Fairey
 

Samantha De Martin

02/07/2020

Genova - Un’ideale passeggiata nella notte metropolitana prende forma tra le sale di Palazzo Ducale a Genova in occasione della mostra Obey fidelity. The art of Shepard Fairey, scandita da una riflessione su temi umanitari e passaggi esistenziali, utopie sociali e valori di giustizia al di sopra di ogni legge.
La cornice rimane sempre la strada, battuta da immagini urlanti, “stampe cartacee bollenti, carne viva che brilla sotto il sole della civiltà", organismi che respirano, risuonando ora dell’urlo catartico di Angela Davis - figura cardine per il movimento afroamericano degli anni Settanta - ora della speranza democratica di Barack Obama.

Ad accendere il dialogo tra messaggi militanti, passioni solidali, visioni pacifiste, è Shepard Fairey, in arte Obey, il guru della street art, divenuto celebre l’immagine stilizzata in quadricromia di Barack Obama, assunta nel 2008 a icona della campagna elettorale del futuro presidente degli Stati Uniti e divenuto talmente famoso da entrare nella collezione permanente della National Gallery di Washington. Il poster si chiamava Hope, e il critico d'arte Peter Schjeldahl lo aveva definito "la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”.


Shepard Fairey OBEY, Barack Obama Democratic HOPE Election Poster, 2008 | © Shepard Fairey

Adesso la cornice urbana di Shepard Fairey, in arte Obey, diventa Palazzo Ducale dove l’artista di Charleston sarà ospite dal 4 luglio al 1° novembre con la mostra Obey fidelity. The art of Shepard Fairey. In questo viaggio visivo incentrato su quattro punti tematici - Donna, Ambiente, Pace, Cultura - il messaggio pacifista ed ecologista dell’artista, come spiega il curatore del percorso Gianluca Marziani, “ci rende piccoli ‘soldati’ di una nuova militanza, fatta di spazi etici del confronto, di nuovi modelli del vivere, di azioni sane e consapevoli”.
"Fate arte al posto della guerra. Fate l’amore al posto della guerra. Celebrate la Bellezza al posto della violenza" è il monito di Obey, teorico di una politica estetica alla ricerca di mondo migliore per gente migliore.


Shepard Fairey OBEY, Duality of humanity 4, 2008, serigrafia su carta, Collezione privata S.A., Genova | © Shepard Fairey


Caro a Banksy, che lo inserisce nel suo documentario sull'arte urbana, Exit Through the Gift Shop, lo street artist ci introduce nel suo universo cartaceo che ammicca alle grafiche sovietiche e futuriste di inizio Novecento, alle pitture parietali latino-americane, ai muralismi italiani in stile Mario Sironi.

“Obey crea immagini urlanti, semplificate nella palette cromatica, puro equilibrio di pesi tra testo e immagine - aggiunge il curatore Stefano Antonelli -. I formati tendono al gigantismo quando il contesto prescelto è la strada, diminuiscono nel caso di oggetti funzionali al progetto (cover di album, skateboard, poster, oggetti), in entrambi i casi traduce nel presente i vecchi stilemi della propaganda muralista”.


Shepard Fairey OBEY, We the People, Greater than Fear, 2017, serigrafia su carta, Collezione Pinto  | © Shepard Fairey

In mostra sorprendono il visitatore opere come la celebre Hope,
 spontaneo sostegno al politico a Barack Obama che aveva apprezzato l’opera al punto tale da scrivere a Obey, una volta eletto: “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno”.

L’artista che adotta le pareti stradali come una nuova home page che avvolge il pubblico in rituali quotidiani, trasformando i suoi poster in lampi che si attaccano alla retina producendo piccole istigazioni alla bellezza, sbarca a Genova con serigrafie e litografie provenienti da collezioni private. Da We the people – defend dignity - una grafica politica in risposta diretta al sentimento xenofobo, razzista e anti-immigrati promosso dall'attuale amministrazione statunitense - a Angel of Hope and Strength - dove un’infermiera con ali da angelo e una fiaccola in mano evoca gli eroi che hanno combattuto l’epidemia di covid-19 - l’opera di questo artista figlio di un medico e di un’agente immobiliare, è impregnata di riferimenti all’attualità. Il prossimo appuntamento sarà in autunno a Roma quando sarà inaugurata la mostra Shepard Fairey. 3 decades of dissent alla Galleria d'arte moderna.


Shepard Fairey OBEY, Valor & Grace Nurse, 2020, serigrafia su carta, Collezione privata  | © Shepard Fairey

L’esposizione è prodotta e organizzata da MetaMorfosi in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. “Obey - commenta il presidente di MetaMorfosi, Pietro Folena - è un militante politico, impegnato in tutte le cause in cui sono in gioco valori non negoziabili, e mette le sue radici nell’iconografia politica del Novecento, quando i manifesti erano la forma principale di educazione e di propaganda. La mostra di Genova propone un viaggio nell’opera di Shepard Fairey, che muove dai grandi protagonisti delle lotte civili e antirazziste per arrivare all’omaggio a infermieri e medici nei giorni del Covid-19. Anche per noi, e per Fondazione Palazzo Ducale, aprire questa mostra dopo la pandemia è un atto di coraggio e di speranza e, in qualche modo, un impegno per un mondo migliore”.

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