Inaugurazione il 1 maggio
Alla scoperta del nuovo Whitney Museum di Renzo Piano

Whitney Museum of American Art. Photograph by Ed Lederman
Ludovica Sanfelice
16/04/2015
Manhattan è in trepida attesa. La nuova sede del Whitney Museum of American Art, progettata da Renzo Piano, aprirà le porte il 1 maggio 2015. Oltre alla collezione permanente, il museo ospiterà mostre ed eventi negli spazi interni ed esterni di un nuovo sorprendente edificio collocato alla guida di un ricco programma di inaugurazioni che, tra qui e il 2017, cambieranno il volto di New York mettendo in luce quartieri emergenti e meno conosciuti e ampliando l’offerta culturale della Grande Mela.
L’ultima impresa dell’archistar genovese sorge su un terreno molto fecondo: affaccia sulle acque dell’Hudson River, nel cuore del Meatpacking District, ex “macelleria” di New York convertita nell’ultimo decennio in uno dei quartieri più dinamici della città anche grazie al recupero dell’High Line, la ferrovia difesa dagli abitanti e trasformata nel primo parco ricreativo sopraelevato degli Stati Uniti.
Proprio il tratto finale della passeggiata verde è stato sfruttato strategicamente da Piano come ingresso naturale del nuovo museo attraverso i volumi slittati a sbalzo. Il progetto stabilisce così subito una relazione con l’area circostante cercando attraverso le asimmetrie anche una sintesi con il carattere ex industriale del vecchio Meatpacking.
Tra le sfide architettoniche raccolte in questa occasione: la realizzazione della più estesa galleria senza colonne di New York City, spazio ideale in cui esibire parte della sterminata collezione di arte americana moderna e contemporanea che nel nuovo edificio disporrà di molto più spazio.
Per approfondimenti:
L'espansione online del Whitney Museum
L’ultima impresa dell’archistar genovese sorge su un terreno molto fecondo: affaccia sulle acque dell’Hudson River, nel cuore del Meatpacking District, ex “macelleria” di New York convertita nell’ultimo decennio in uno dei quartieri più dinamici della città anche grazie al recupero dell’High Line, la ferrovia difesa dagli abitanti e trasformata nel primo parco ricreativo sopraelevato degli Stati Uniti.
Proprio il tratto finale della passeggiata verde è stato sfruttato strategicamente da Piano come ingresso naturale del nuovo museo attraverso i volumi slittati a sbalzo. Il progetto stabilisce così subito una relazione con l’area circostante cercando attraverso le asimmetrie anche una sintesi con il carattere ex industriale del vecchio Meatpacking.
Tra le sfide architettoniche raccolte in questa occasione: la realizzazione della più estesa galleria senza colonne di New York City, spazio ideale in cui esibire parte della sterminata collezione di arte americana moderna e contemporanea che nel nuovo edificio disporrà di molto più spazio.
Per approfondimenti:
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