Il graffitaro dice addio alla Grande Mela dopo un mese di “residenza"

Banksy lascia New York

Banksy, giorno 7 "Better Out Than In"
 

L.Sanfelice

02/11/2013

Sono stati 31 giorni intensi quelli di Banksy a New York. L’artista, calato nella Big Apple per portare avanti le azioni collegate alla mostra “Better Out Than In”, ha fatto capolino sui muri e le serrande dei cinque boroughs della metropoli, ha caricato un camion di pelouche per lanciare messaggi contro il macello degli animali, ha venduto riproduzioni delle sue opere a Central Park per 60 dollari (ora già ne valgono migliaia) ed è stato al centro di una caccia senza quartiere da parte degli ammiratori e dei detrattori.

Il soggiorno americano non ha conosciuto riposo e ha osservato un solo stop, il 23 ottobre, per problemi con la polizia. Il sindaco Michael Bloomberg ha infatti diramato l’ordine di arrestarlo per vandalismo, rendendo ancora più avventurosa e mediatica la “residenza” del graffitaro di Bristol che, nella notte di Halloween è ripartito lasciando dietro di sè, sulla via per l’aeroporto, un’ultima installazione di lettere gonfiabili sistemate in vista a formare il suo nome sulla Long Island Expressway.

L’addio è stato accompagnato da un appello per salvare 5Pointz, mecca dei graffitari nel Queens che sarà demolita nel giro di qualche settimana per far largo a cantieri per la costruzione di grattacieli di lusso. "Grazie per la vostra pazienza. E' stato divertente. Salvate 5Pointz. Ciao"


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