BERNINI E KIRCHER

Kircher
 

02/03/2001

Il più grande artista del Barocco romano e il grande erudito tedesco hanno vissuto nella città di Roma negli stessi anni ed è facile immaginare un loro incontro e la frequentazione degli stessi ambienti. Quella che può sembrare una semplice e ovvia riflessione viene corroborata dalle vicende di due celeberrime opere dello scultore: la Fontana dei Fiumi e il piccolo elefante della Piazza della Minerva. Nel primo caso il progetto stesso della fontana, le proporzioni, i simboli, risentono dell’influenza del genio tedesco. Nell’elefantino della Minerva il ricordo del comune lavoro è persino inciso nell’epigrafe ai lato del piedistallo. I due complessi scultorei hanno in comune l’esaltazione di altrettanti obelischi egizi, su cui sono incisi i geroglifici per anni studiati da Athanasius Kircher. Ma la frequentazione dei due personaggi non deve essersi limitata a questo, dato che alla base della Fontana dei Fiumi, laddove Bernini illustra fauna e flora dei quattro continenti, inserisce sotto la statua che illustra il grande fiume sudamericano del Rio della Plata, pur se trasfigurato in un drago, un animale che rimanda inequivocabilmente a Kircher: l’armadillo. Quest’animale pendeva dalla volta del Museo del gesuita, giunto a Roma dalle Americhe grazie alla costante collaborazione dei confratelli d’oltreoceano con cui lo studioso aveva fitti rapporti epistolari e di scambi grazie ai quali arricchiva la sua collezione zoologica ed etnografica. La connessione dell’armadillo si fa ancora più stringente quando si nota un particolare della scultura: il labbro superiore del piccolo drago è arricciato in una sorta di ricciolo barocco, proprio come il reperto kircheriano (evidentemente essiccatosi), confermando che Bernini, al pari di figure come Cristina di Svezia, erano assidui frequentatori del Museo Kircher, basilare fonte di studio per chiunque volesse documentarsi su realtà lontane dal vecchio continente o su altre tematiche affrontate dal grande gesuita. A questo riguardo, come ulteriore influenza esercitata da Kircher sull’arte barocca, è facile riconoscere nella cupola di S. Ivo alla Sapienza di Borromini l’immagine della torre di Babele pubblicata nell’omonimo libro di Kircher.

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