cenni biografici

L'opera La Coppia di Alberto Giacometti
 

15/12/2006

Alberto Giacometti è nato a Borgonovo (Stampa) in Svizzera, cantone dei Grigioni, il 10 ottobre 1901. Comincia a dipingere grazie al padre Giovanni, pittore postimpressionista. Trascorsa l’infanzia nel suo paese natale, nel 1915 entra al liceo. Quattro anni dopo decide di abbandonare per dedicarsi alla pittura e alla scultura e così comincia a frequentare l'École des Arts et Metiers a Ginevra, per sei mesi. Non soddisfatto, viaggia per l’Italia nel 1921 e trascorre nove mesi a Roma dove ha occasione di studiare i grandi maestri del passato. Nel 1922 si trasferisce a Parigi, dove comincia a lavorare dal vero seguendo i corsi di scultura di Antoine Bourdelle all'Académie de la Grande Chaumière. Spesso è al Louvre dove si appassiona alla scultura egizia e a quella dei Sumeri. Nel 1925 apre uno studio in Rue Hippolyte-Maindron con il fratello Diego che sarà anche il suo assistente. Attraverso gli artisti svizzeri che incontra a Parigi, Giacometti entra in contatto con i surrealisti, ed espone nel 1927 al Salon des Tuileries alcune sculture surrealiste. Diventa presto amico di Miró, Arp, Ernst, Eluard, Bataille, Masson, Calder, Aragon e Dalí. Per Breton scrive e disegna per la rivista "Le surréalisme au Service de la Révolution". Del 1932 è la sua prima personale alla Galerie Pierre Colle di Parigi. Ma sarà solo una parentesi. Lavorare dal vero, decifrare i volti e le figure dei suoi modelli (sottoposti a eterne sedute) scavare nella materia, sono le ricerche che più lo interessano, fino a diventare quasi un’ossessione (da sempre, la figura umana mi ha interessato più di ogni altra cosa, al punto che ricordo quando da giovane, forse già a Parigi, mi capitò di fissare talmente le persone presenti che non conoscevo, fino a metterle a disagio, come se non vedessi quello che volevo vedere, come se tutto fosse talmente sfocato che non si riesce a decifrarlo, quello che si vuol vedere, quel che si vede). E’ così che per cinque anni si dedica allo studio della testa e dello sguardo. E viene espulso pubblicamente dal Surrealismo (1935). Importante il dialogo con Sartre e le amicizie con Picasso e Beckett. Per quest’ultimo disegnerà nel 1953 le scene di Aspettando Godot. Dopo aver vissuto gli anni della guerra a Ginervra, Giacometti è di nuovo a Parigi nel ’46. Le sue figure ora si allungano, rischiano quasi di sparire. Eppure si fissano in un modo indelebile nella mente di chi le osserva. Il successo mondiale arriva con la mostra allestita a New York da Matisse. “La ricerca dell’assoluto” è il titolo della prefazione di Sartre al catalogo. Lavora assiduamente; espone alla Kunsthalle di Basilea con André Masson (1950). Il 1955 è l’anno di due retrospettive: all'Arts Council Gallery di Londra e al Guggenheim di New York. Nel 1962 vince il Gran Premio della scultura alla Biennale di Venezia. Gravemente malato, si presenta comunque a New York, nel 1965, per la sua mostra al MOMA. Si spegnerà l’11 gennaio del 1966 a Chur.

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