I disegni del Parmigianino

 

17/11/2003

Fino al 15 febbraio 2004 al Gabinetto Disegni e Stampe Uffizi di Firenze, in occasione del V centenario della nascita del Parmigianino, sarà visibile l’esposizione I disegni del Parmigianino. In mostra 67 disegni di Francesco Mazzola, detto Parmigianino. Nato a Parma nel 1503 dopo la morte del padre Filippo, fu educato all'arte dagli zii. Nonostante la grande influenza che su di lui ebbero gli esempi del Correggio, l'artista seppe mostrare una forte originalità manieristica, già nei primi affreschi realizzati intorno al 1520 per le cappelle di S. Giovanni Evangelista a Parma e nel Ritratto di Galeazzo Sancitale. Nel 1524 il Parmigianino si trasferì a Roma inserendosi rapidamente nella cultura del tempo e dando vita ad uno stile antinaturalistico, basato su forme allungate e colori freddi; a questo periodo appartengono Visione di S. Gerolamo e Madonna col Bambino e S. Giovannino. A Roma portò con sè un celebrativo biglietto da visita, l’Autoritratto allo specchio (oggi conservato a Vienna) donato poi a Papa Clemente VII per ottenerne la protezione e da lui passato poi a Pietro Aretino, che dell'artista aveva grande stima. Dopo essere stato imprigionato durante il sacco di Roma del 1527, l'artista fu liberato e si recò a Bologna, soggiornandovi dal 1528 al 1531. Qui il Parmigianino fu autore di opere sempre più preziose e complesse che segnarono una tappa fondamentale per il Manierismo italiano. A questo periodo appartengono Madonna della Rosa, Madonna col Bambino e Santi, Madonna di Santa Margherita, Madonna con S: Zaccaria. Nel 1531 l'artista tornò a Parma, dove raggiunse l'estrema perfezione stilistica dipingendo la Madonna dal collo lungo, Cupido che prepara l'arco, gli affreschi per S. Maria della Steccata, Ritratto di giovane donna e soprattutto, la celebre Antea. Il Parmigianino ricoprì un ruolo importante anche nella storia dell'incisione poiché, attraverso numerosi disegni, fu il primo a divulgare la tecnica dell'acquaforte. In questo periodo è quasi certo che si dedicasse allo studio e alla pratica dell'alchimia, tanto da trascurare i suoi impegni di pittore. Alla Steccata i lavori iniziarono tardi (1535), durarono a lungo tra richieste di proroghe, ingiunzioni e inadempienze finché, nel 1539, Parmigianino venne licenziato dai fabbricieri della chiesa e ne venne addirittura richiesta la carcerazione. Per sfuggire a tale pericolo Parmigianino si rifugiò a Casalmaggiore, fuori dal territorio di Parma, dove morì nel 1540 a soli 37 anni.

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