Il contributo di Piero della Francesca a Urbino
Piero della Francesca
12/10/2001
Dubbi sulla data di nascita di Piero che sarebbe avvenuta tra il 1415 ed il 1420 a Sansepolcro.
La sua formazione si svolge a Firenze dove appare sin dal 1439, data riportata in un documento che lo testimonia attivo insieme a Domenico Veneziano per i perduti affreschi del coro di S. Egidio a Firenze.
Risente del plasticismo di Masaccio, del rigore prospettico di Brunelleschi e di L.B. Alberti, della luminosità cromatica di Beato Angelico e Domenico Veneziano, elementi che fonde creando un personale modo espressivo caratterizzato da una geometrica e astratta perfezione di volumi immersi in questa luce diffusa e sistemati in un spazio prospettico.
Agli anni ’40 risalgono capolavori assoluti come il “Polittico della Misericordia” (Pinacoteca di Sansepolcro) ed il “Battesimo di Cristo”, oggi esposto a Londra (National Gallery).
Intorno al 1450 Piero è a Ferrara, dove la sua opera, purtroppo perduta, influenza la cultura locale, quindi a Rimini dove realizza l’affresco votivo col ritratto di Sigismondo Malatesta all’interno del Tempio Malatestiano.
Nel 1452, alla morte di Bicci di Lorenzo, subentra a questi nella decorazione per il coro di San Francesco ad Arezzo, dove realizza il ciclo d’affreschi più rilevante della sua carriera con scene che narrano la “Leggenda della vera Croce”.
In questi anni il pittore entra in contatto con la corte d’Urbino dove dipinge altre fondamentali opere rimaste nella storia del Rinascimento italiano ("Flagellazione di Cristo", "Madonna di Senigallia", "Ritratto di Federico da Montefeltro" e "Ritratto di Battista Sforza" tra gli altri).
La sua attività per i Montefeltro non gli impedisce di realizzare opere per la sua città natia tra cui spicca la celeberrima “Resurrezione di Cristo”, databile 1463-65 (Pinacoteca di Sansepolcro).
La figura di Piero della Francesca va inoltre ricordata anche per la sua intensa attività di teorico e matematico. Ancora ad Urbino negli anni ’80 scrive i trattati “De prospectiva pingendi”, sulla prospettiva, ed il “De quinque corporibus regolaribus” sulle proporzioni.
L’artista muore nel 1492 a Sansepolcro, proprio mentre dall’altra parte del mondo Cristoforo Colombo sta per scoprire il nuovo continente.
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