IL NUOVO GUGGENHEIM VIRTUAL MUSEUM

Courtesy of© Asymptote Architeture | Guggenheim Virtual Museum
 

25/02/2004

Il primo vero museo virtuale del mondo, commissionato dal Solomon Guggenheim di New York, sarà on-line quest’estate. Ed è solo la prima fase di un progetto che durerà tre anni contando su un milione di dollari di investimento. Le poche immagini in preview del Guggenheim Virtual Museum ne lasciano intuire tutta la portata rivoluzionaria. Il museo, accessibile esclusivamente dal web, è costituito da un’architettura tridimensionale, “il primo importante edificio virtuale del ventunesimo secolo”, attraverso cui muoversi come in uno spazio reale. Hani Rashid e Lise Anne Couture, gli architetti dello studio Asympote a cui è stato commissionato il progetto, ci tengono a sottolineare come sarà diverso navigare sul GVM rispetto ai siti ordinari, un’esperienza bidimensionale, piatta, che non lascia traccia nella memoria. Al contrario, muoversi tra le pareti del GVM, restituirà quel senso di progressione spaziale che percepiamo nella realtà ordinaria. Ma c’è di più: la forma dell’edificio, ispirata al design della famosa spirale di Frank Lloyd Wright del Solomon, sarà in continua trasformazione a seconda dei nostri movimenti e potrà essere ruotata interagendo con la particolare barra di navigazione. Un flusso continuo, la frantumazione dei canoni di staticità dell’architettura della “prima realtà”, come la chiama Rashid. Un edificio ideale che si rimodella in funzione del visitatore e sembra realizzare il museo senza muri di Malraux. Entrando nel GVM ci si troverà subito davanti ai tre piani, che daranno l’impressione di intersecarsi l’uno con l’altro. “The Plaza” offrirà i servizi del museo (tra i quali il negozio). “The Venue” sarà l’accesso ai Guggenheim nel mondo (provvisti di web cams e tecnologie varie). Infine “The Galleries”: il luogo dove opere video, elettroniche, multimediali potranno essere visitate proprio come i quadri nei musei reali. Il Guggenheim ha già commissionato alcune opere per il suo nuovo gioiello tecnologico e i curatori sperano di poter stimolare e scuotere tutto il mondo dell’arte e dell’architettura e prevedono che l’impatto del GVM sulla realtà virtuale sarà paragonabile a quello prodotto dal museo di Bilbao di Gehry sul mondo fisico. Anzi Rashid sostiene che Il Guggenheim di Bilbao e le sue tecnologie sono ormai superate. Il GVM vuole essere un paradigma per l’architettura del nuovo millennio. Basta considerare l’importanza di queste prime commissioni istituzionali, sia di un edificio che esiste solo nel mondo virtuale, sia delle stesse opere d’arte, perfettamente integrate nel museo, tanto che sarà difficile separarle, proprio perché realizzate con lo stesso linguaggio della struttura che le contiene. L’indipendenza del visitatore sarà massima e conseguentemente minore l’importanza della figura del curatore. Le tecnologie usate permetteranno all’arte un’accessibilità espansa avvicinandoci, sempre secondo Rashid agli originari propositi dell’arte, prima delle eccessive preoccupazioni per mercati e mercanti: quella di essere fondamentalmente un’esperienza.

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