Al cinema dal 12 al 14 ottobre in una proiezione evento

Maledetto Modigliani. Il genio di Dedo sul grande schermo

Frame dal docu-film Maledetto Modigliani | Courtesy of Nexo Digital
 

Francesca Grego

02/10/2020

Artista maledetto, tombeur de femmes, bohémien e bevitore inquieto nelle notti di Montmartre e Montparnasse. Ma chi era veramente Amedeo Modigliani, al di là del mito che gli è cresciuto intorno negli ultimi 100 anni? A un secolo esatto dalla sua scomparsa, un docu-film indaga nella vita e nell’opera di una delle più influenti personalità artistiche di tutto il Novecento. Al cinema solo il 12, il 13 e il 14 ottobre per la rassegna La Grande Arte al Cinema, Maledetto Modigliani è l’ultimo frutto del lavoro di 3D Produzioni e Nexo Digital, che negli ultimi anni ci hanno già regalato originali scorci su popolari pagine della storia dell’arte (Gauguin a Thaiti - Il Paradiso Perduto, Hitler contro Picasso e gli altri, Ermitage. Il potere dell’arte, Il Museo del Prado - La Corte delle Meraviglie, Klimt & Schiele. Eros e Psiche).



Diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi, con musiche di Maximilien Zaganelli e di Dmitry Myachin, il film promette di trasportarci nel mondo affascinante e complesso di Modì. Per farlo sceglie un punto di vista interno alla storia, quello di Jeanne Hébuterne, l’ultima, giovane compagna dell’artista che si suicidò due giorni dopo la sua morte. Dalla lettura di un passo dei Canti di Maldoror, il libro icona del surrealismo che Modigliani portava sempre con sé, si dipana un racconto ricco di dettagli, curiosità e testimonianze, che delinea attorno al protagonista un affresco delle avanguardie parigine di inizio secolo.


Amedeo Modigliani (Livorno,1884 - Parigi, 1920), Ritratto di ragazza dai capelli rossi

Da Pablo Picasso a Costantin Brancusi, dal mercante Léopold Zborowski al compagno d’arte e di bevute Chaïm Soutine, fino alla poetessa russa Anna Achmatova, alla giornalista inglese Beatrice Hastings, al medico mecenate Paul Alexandre e al dandy Paul Guillaume (tutti ritratti da Dedo in memorabili dipinti), i personaggi chiave dell’affaire Modigliani fanno il loro ingresso in scena, mescolando l’arte alla vita. A volte sono gli stessi capolavori di Modì a parlare, per poi volare tra i boulevard della Ville Lumière, tra i vicoli di Montmartre e gli atelier di Montparnasse.

Ripercorriamo i passi dell’artista nel quartiere ebraico di Livorno, dove nacque e da dove partì giovanissimo e ansioso di allargare i propri orizzonti, tra gli alloggi di fortuna che lo accolsero a Parigi, intorno al Panthéon e ai Jardin du Luxembourg, meta delle sue passeggiate notturne. Ma anche nei grandi musei in grado di rivelarci particolari preziosi sull’avventura di Dedo: il Centre Pompidou e il Musée Picasso a Parigi, la National Gallery of Art di Washington e il Museo del Novecento di Milano. Una tappa speciale ci porterà all’Albertina di Vienna, dove Modì sarà presto protagonista di una grande mostra. Curiosare dietro le quinte di Modigliani - Picasso. The Primitivist Revolution con il curatore Marc Restellini è un’occasione per riscoprire l’influsso delle culture antiche ed extraeuropee nelle rivoluzionarie ricerche di Dedo, che scelse anche qui una via diversa rispetto ai suoi contemporanei: fondere il primitivismo con la tradizione classica e rinascimentale italiana.


Modigliani - Picasso. The Primitivist Revolution: Amedeo Modigliani (Livorno,1884 - Parigi, 1920), Nudo femminile sdraiato su un cuscino bianco, 1917 circa, Olio su tela, Staatsgalerie Stuttgart | Foto: José Luiz via  Wikimedia Creative Commons

Insieme a Restellini, che è tra i massimi esperti di Modigliani nonché autore di un innovativo catalogo ragionato in uscita nel 2020, sono molti i testimoni interpellati dagli autori del film: accanto a studiosi d’arte, direttori di musei, galleristi, giornalisti e scrittori, sono pronti a dire la loro il collezionista Gérard Netter, lo stilista Antonio Marras e il regista Paolo Virzì, livornese come Dedo. Ma Modigliani è anche uno degli artisti più falsificati della storia: ascolteremo perciò dalla viva voce del dottor Pier Francesco Ferrucci il racconto della clamorosa “beffa delle teste” che lo vide protagonista quando era ancora uno studente, e voleremo a Londra nello studio di John Myatt che, grazie a uno spiccato talento per l’imitazione, tra il 1986 e il 1995 ha falsificato e immesso sul mercato 200 opere di maestri moderni.

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