“roomates/coinquilini”

Opera della mostra Roommates/coinquilini
 

05/03/2004

Si è inaugurata a Roma venerdì 27 febbraio la mostra “roomates/coinquilini” presso il Mino Bed & Breakfast, situato nella casa della famiglia Mino. L’idea curata da Emanuela Nobile Mino, segue un progetto nato l’anno scorso quando, negli stessi spazi, sono stati ospitati i lavori degli artisti che partecipavano al workshop “prototipi 02” della Fondazione Olivetti. In quell’occasione gli artisti, partecipanti al workshop, avevano infatti scelto come luogo espositivo gli spazi dove avevano alloggiato durante tutto il periodo in cui erano stati impegnati a Roma piuttosto che la Fondazione. Da questo spunto si propone la mostra di oggi che nasce da un progetto della curatrice in collaborazione con nove giovani artisti invitati a realizzare un lavoro ad hoc all’interno della casa. L’idea si conforma alle altre manifestazioni ed esposizioni che, non solo a Roma, avvengono sempre più numerose in luoghi non convenzionali e soprattutto lontani dagli ormai tradizionali white cube dell’arte contemporanea; ma in questo caso ancora di più le opere sono costrette a dialogare con gli ambienti così intrisi di memoria e di vita vissuta che caratterizzano questa abitazione, quanto mai anonima all’esterno. All’entrata, subito sulla destra, in mezzo ai divani del salotto, una casa delle bambole, una casa nella casa, opera di Giuseppe Pietroniro; di fronte una vetrina con le immagini di Wolfgang Berkowski e un diario, una specie di memoria nella memoria: è il lavoro di Gea Casolaro, che ha raccolto tramite e-mail le impressioni e i ricordi di chi già aveva soggiornato nella casa tracciando una mappa di oggetti e dettagli “il ricordo di chi è passato da qui diviene souvenir che, in forma di appunto scritto e di scatto fotografico documentario, è lasciato in regalo ai successivi viandanti che a loro volta imprimeranno nel diario di bordo la traccia del loro passaggio” mettendo a confronto “il rapporto tra sfera privata e pubblica”. Più avanti nel corridoio l’intervento di Andrea Malizia su uno dei busti in gesso presenti al quale concede nuova vita attraverso l’aggiunta, l’integrazione di un “pezzo mancante”; ed in fondo si sentono le voci stridule di bambini, provenienti dallo sgabuzzino, che denotano il lavoro di Marina Paris. Nelle stanze si confrontano, incontrandosi e incastrandosi, i lavori di Andrea Salvino, Goldiechiari, Michele De Andreis che con tecniche molto diverse presentano legati in qualche modo al volto. Passata la cucina si giunge all’ultimo lavoro, nascosto nel bagnetto di servizio, di Livia Signorini: un racconto per immagini di storie per bambini, piccoli disegni dal tratto sottile e deciso che propongono in sequenza su un rotolo di carta igienica momenti ripresi dalla letteratura infantile. La mostra è corredata da un breve catalogo realizzato come un vecchio giornale dalle pagine ingiallite. È aperta fino al 10 marzo tutti i giorni dalle 15 alle 19 presso Minofamily B&B in Via Alfonso Borelli 6, Roma.

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