Sulle orme di Caravaggio: tra Roma e la Sicilia
![](http://www.arte.it/foto/600x450/84/6117-caravaggio05.jpg)
Caravaggio in Sicilia
26/02/2004
Roma all’inizio del XVII secolo è crocevia per artisti provenienti da tutta Europa e protagonista di quell’“età dell’oro della pittura” di cui parla Giovan Battista Passeri. Per questo motivo quasi sempre, quando si organizzano grandi mostre che si occupano di primo ‘600, l’attenzione è rivolta proprio alla capitale.
Questa volta però lo sguardo è puntato sulla Sicilia, terra solo appararentemente lontana dal dibattito artistico di quegli anni. L’apprendistato romano del Merisi nella bottega di Lorenzo Siciliano, la grande amicizia con il siracusano Mario Minniti, il breve ma incisivo passaggio di Caravaggio nell’isola (ottobre1608- ottobre 1609) in seguito alla fuga da Malta, sono momenti fondamentali per i fruttuosi scambi tra l’ambiente romano e quello siciliano.
La mostra “Sulle orme di Caravaggio tra Roma e la Sicilia” allestita a Palazzo Ziino a Palermo e promossa dalla Soprintendenza per le Istituzioni Culturali del Comune ha come primario obiettivo quello di approfondire e indagare i due momenti principali di questo scambio. Da una parte quindi il rapporto tra Caravaggio appena arrivato a Roma dalla Lombardia e i pittori siciliani presenti nella capitale, primo tra tutti Mario Minniti; dall’altra l’influsso che le opere lasciate dal Merisi sull’isola ebbero sulla produzione artistica locale. Una ventata di novità dovettero portare le sue tele, novità che i pittori suoi coetanei accolsero ognuno a suo modo dando vita ad una produzione diversificata tra superficiali citazioni e profonde assimilazioni.
Alla mostra si può quindi attribuire il merito di presentare agli occhi dei visitatori la ricostruzione di un contesto storico-culturale che emerge dal confronto tra le opere degli artisti che sono protagonisti di questo momento. I nomi maggiormente presenti in mostra sono quelli di Alonzo Rodriguez e Mario Minniti, ma ben rappresentati sono anche Pietro D’Asaro detto il Monocalo di Rocalmuto e Pietro Novelli noto come il Monrealese.
Rodriguez, nato a Messina ma figlio di uno spagnolo, si formò nell’ambito della cultura manieristica; si può dire che sia con Minniti il più importante rappresentante della pittura caravaggesca in Sicilia. Pochi sono i dati sicuri che lo riguardano, certo è che viaggiò molto e che soggiornò a Roma tanto da dimostrare al suo ritorno in Sicilia la profonda conoscenza dei testi romani di Caravaggio. La presenza del pittore lombardo a Messina nel 1609 non farà che rinforzare tali influenze. In mostra sono esposte numerose opere a lui attribuite tra cui la Cena di Emmaus del Museo Regionale di Messina, pendant dell’Incredulità di San Tommaso, anch’esso in mostra, in cui l’aderenza all’opera di Caravaggio appare non solo dalla scelta tematica ma anche da una notevole aderenza negli effetti di luce alla produzione messinese del Merisi.
Per quanto riguarda Mario Minniti sembra che con lui Caravaggio condivise una forte amicizia, dividendoci durante il soggiorno romano l’abitazione e una stabile collaborazione artistica. A ciò bisogna aggiungere che l’amicizia tra i due continuò anche in Sicilia, dove il pittore siracusano offrì all’amico in fuga la propria protezione. A Roma fu in contatto oltre che con il Merisi anche con pittori aderenti al caravaggismo quali Carlo Saraceni e con seguaci del classicismo dei Carracci. Gli influssi della produzione romana di Caravaggio appaiono evidenti nelle tele di Minniti fino alla metà degli anni venti; il suo percorso seguirà da quel momento in poi influenze più classiciste. Sei sono le tele esposte in mostra a lui attribuite, tra cui la “Flagellazione e andata al calvario” della Fondazione Lucifero di Milazzo e il “Martirio di Santa Lucia” del Museo Regionale di Messina.
In omaggio a Caravaggio, genio ispiratore di questi artisti, sono state scelte due sue opere: l’“Ecce Homo” proveniente da una collezione privata e il “San Francesco in meditazione” della Chiesa di San Pietro a Carpineto Romano, oltre ad alcune copie.
L’esposizione che rimarrà aperta fino al 20 maggio è curata da Vincenzo Abate, Gioacchino Barbera, Claudio Strinati e Rossella Vodret.
Palermo, Palazzo Ziino
Via Dante, 53
Orario: 9.30-19.30 (chiuso il Lunedì)
Per informazioni: 091/6118486 o www.ticheteria.it
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