Alla GAM dal 1° marzo al 18 giugno
Classico o romantico? Ritratto di Pompeo Marchesi, il "Fidia meneghino"
Francesca Grego
28/02/2023
Milano - Era conosciuto come “il Fidia meneghino” e nel romanzo La Certosa di Parma Stendhal lo descrisse come “le sculpteur à la mode de Milan”. Parliamo di Pompeo Marchesi, allievo di Canova e grande interprete della scultura ottocentesca, che ha legato il suo destino a quello della città di Milano. Nel XIX secolo l’atelier di Marchesi fu un luogo simbolo della cultura milanese, tappa fissa nelle frequentazioni di teste coronate, nobili, artisti, scrittori e intellettuali, affrescato da Hayez e organizzato come un museo traboccante di tesori. Quando un incendio lo distrusse, fu ricostruito senza difficoltà grazie a una sottoscrizione pubblica. Lui ricambiò l’affetto lasciando i propri averi alla città, primo nucleo delle collezioni civiche milanesi.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista". A sinistra: Francesco Hayez, Ritratto di Pompeo Marchesi. Al centro: Pompeo Marchesi, Autoritratto I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Dal 1° marzo al 18 giugno una mostra festeggia i 240 dalla nascita di Pompeo Marchesi nelle sale della Galleria d’Arte Moderna, dando seguito alle celebrazioni per il bicentenario del suo maestro Antonio Canova. A cura di Omar Cucciniello, Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista traccia un ritratto a tutto tondo dell’artista ottocentesco, sullo sfondo di una città vibrante di fermenti artistici, al guado tra il regno napoleonico e la Restaurazione. Per la prima volta in epoca moderna, il corposo lascito del maestro sarà riunito in un unico spazio, per metterne in luce valore e varietà.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista": Antonio Canova, Ebe. Modello in gesso I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Accanto alle opere firmate da Marchesi, richieste da Parigi a Vienna, fino a San Pietroburgo, troveremo i pezzi più belli e significativi che mise insieme da ricercato collezionista, ovvero uno spaccato dell’arte e del gusto nel XIX secolo: dipinti, disegni, incisioni, libri, cartoni preparatori, sculture antiche e moderne, che spaziano da Francesco Hayez - caro amico dell’artista - a Bertel Thorvaldsen, da Giuseppe Bossi ad Andrea Appiani, fino al grande Canova, rappresentato dal prezioso gesso di Ebe, l’unico rimasto fuori dalle collezioni della Gypsotheca Canova di Possagno.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista" I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Quanto al lavoro di Marchesi come scultore, l’esposizione ne evidenzia la multiforme complessità, espressione di un’epoca al bivio tra la perfezione neoclassica e le inquietudini del Romanticismo. Se i marmi parlano di un artista in equilibrio tra due mondi - tra la ricerca di una bellezza ideale ed eterna, mutuata da Canova, e lo schiudersi di una nuova sensibilità - dai bozzetti emerge una forza diversa, moderna e quasi anticlassica, che sembra tradurre il consiglio di Winckelmann di “ideare col fuoco ma eseguire con calma”. Molte delle sculture di Marchesi selezionate per la mostra sono state restaurate di recente: è il caso dei marmi del Genio della caccia e della Maddalena, delle terrecotte per l’Arco della Pace di Milano e dei gessi per il monumento di Francesco I a Vienna, da scoprire accanto a disegni preparatori, schizzi e incisioni utili a ricostruire processi creativi del maestro, ma anche nel confronto con opere mai esposte, scovate nei depositi della GAM.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista". In primo piano: Pompeo Marchesi, Genio della Caccia I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Cinque sezioni scandiscono l’itinerario espositivo, sviluppando i temi fondamentali della ricerca artistica e del collezionismo di Marchesi: dalla scultura al disegno, dalla fama acquisita tra Milano e l’Europa alle relazioni con Canova, Hayez e gli altri grandi del suo tempo, fino al leggendario atelier milanese e al legame con la città della Madonnina, dove l’artista fu docente all’Accademia di Brera e partecipò a importanti cantieri come quelli dell’Arco della Pace e del Duomo. Imprescindibile, infine, il contributo offerto dal dono di Marchesi alla nascita delle collezioni d’arte civiche, come testimoniano in mostra i prestiti di numerosi musei e istituzioni - il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco - che fanno corona attorno al nucleo più cospicuo, quello della Galleria d’Arte Moderna.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista". In primo piano: Pompeo Marchesi, Maddalena, gesso. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Copyright Comune di Milano - tutti i diritti riservati - Milano, Galleria d'Arte Moderna
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista". A sinistra: Francesco Hayez, Ritratto di Pompeo Marchesi. Al centro: Pompeo Marchesi, Autoritratto I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Dal 1° marzo al 18 giugno una mostra festeggia i 240 dalla nascita di Pompeo Marchesi nelle sale della Galleria d’Arte Moderna, dando seguito alle celebrazioni per il bicentenario del suo maestro Antonio Canova. A cura di Omar Cucciniello, Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista traccia un ritratto a tutto tondo dell’artista ottocentesco, sullo sfondo di una città vibrante di fermenti artistici, al guado tra il regno napoleonico e la Restaurazione. Per la prima volta in epoca moderna, il corposo lascito del maestro sarà riunito in un unico spazio, per metterne in luce valore e varietà.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista": Antonio Canova, Ebe. Modello in gesso I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Accanto alle opere firmate da Marchesi, richieste da Parigi a Vienna, fino a San Pietroburgo, troveremo i pezzi più belli e significativi che mise insieme da ricercato collezionista, ovvero uno spaccato dell’arte e del gusto nel XIX secolo: dipinti, disegni, incisioni, libri, cartoni preparatori, sculture antiche e moderne, che spaziano da Francesco Hayez - caro amico dell’artista - a Bertel Thorvaldsen, da Giuseppe Bossi ad Andrea Appiani, fino al grande Canova, rappresentato dal prezioso gesso di Ebe, l’unico rimasto fuori dalle collezioni della Gypsotheca Canova di Possagno.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista" I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Quanto al lavoro di Marchesi come scultore, l’esposizione ne evidenzia la multiforme complessità, espressione di un’epoca al bivio tra la perfezione neoclassica e le inquietudini del Romanticismo. Se i marmi parlano di un artista in equilibrio tra due mondi - tra la ricerca di una bellezza ideale ed eterna, mutuata da Canova, e lo schiudersi di una nuova sensibilità - dai bozzetti emerge una forza diversa, moderna e quasi anticlassica, che sembra tradurre il consiglio di Winckelmann di “ideare col fuoco ma eseguire con calma”. Molte delle sculture di Marchesi selezionate per la mostra sono state restaurate di recente: è il caso dei marmi del Genio della caccia e della Maddalena, delle terrecotte per l’Arco della Pace di Milano e dei gessi per il monumento di Francesco I a Vienna, da scoprire accanto a disegni preparatori, schizzi e incisioni utili a ricostruire processi creativi del maestro, ma anche nel confronto con opere mai esposte, scovate nei depositi della GAM.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista". In primo piano: Pompeo Marchesi, Genio della Caccia I Courtesy Galleria d'Arte Moderna, Milano
Cinque sezioni scandiscono l’itinerario espositivo, sviluppando i temi fondamentali della ricerca artistica e del collezionismo di Marchesi: dalla scultura al disegno, dalla fama acquisita tra Milano e l’Europa alle relazioni con Canova, Hayez e gli altri grandi del suo tempo, fino al leggendario atelier milanese e al legame con la città della Madonnina, dove l’artista fu docente all’Accademia di Brera e partecipò a importanti cantieri come quelli dell’Arco della Pace e del Duomo. Imprescindibile, infine, il contributo offerto dal dono di Marchesi alla nascita delle collezioni d’arte civiche, come testimoniano in mostra i prestiti di numerosi musei e istituzioni - il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco - che fanno corona attorno al nucleo più cospicuo, quello della Galleria d’Arte Moderna.
"Neoclassico e romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista". In primo piano: Pompeo Marchesi, Maddalena, gesso. Milano, Galleria d’Arte Moderna. Copyright Comune di Milano - tutti i diritti riservati - Milano, Galleria d'Arte Moderna
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