A Londra dal prossimo 28 giugno

Da Angelica Kauffmann a Marina Abramović: il 2020 “in rosa” della Royal Academy of Arts

Angelica Kauffman, Autoritratto dell’artista tra Musica e Pittura,1794, olio su tela, firmato dall’artista: “Angelica Kauffn Sc. & P. Pinxit, Rome 1794”. Courtesy Royal Academy of Arts
 

Samantha De Martin

30/12/2019

Mondo - “La giovinetta di cui parlo è nata a Coira, ma fu condotta per tempo in Italia da suo padre, che è pure pittore; parla assai bene l'italiano e il tedesco... Si può chiamare bella e gareggia nel canto con le nostre migliori virtuose. Il suo nome è Angelica Kauffmann".
Era l’agosto del 1764 e Winckelmann, in una lettera inviata all'amico Franke, scriveva così della pittrice svizzera che, proprio durante il suo viaggio di formazione nel Bel Paese, da Milano a Napoli, passando per Roma - dove creò un suo atelier divenuto presto un'istituzione per i viaggiatori del Grand Tour che passavano per l'Urbe - ebbe modo di coltivare intensamente le proprie doti pittoriche, attraverso lo studio di Correggio e Guido Reni, dei Carracci e di Guercino, raggiungendo un grande successo nella ritrattistica.

Tra i membri fondatori della Royal Academy of Arts, Angelica Kauffmann sarà una delle tre protagoniste della stagione 2020 dell’istituzione di Burlington House, fondata nel 1768 da re Giorgio III per promuovere le arti del disegno attraverso l'istruzione e le esposizioni.
Dal 28 giugno al 20 settembre un percorso espositivo inedito si soffermerà sul culmine della carriera dell’artista che, arrivata a Londra nel 1766, si innamorò della città affermandosi come pittrice e ritrattista, prima di raggiungere Roma dove morirà nel 1807.

L'omaggio di Marina Abramović alla Royal Academy of Arts

Dal 26 settembre all’8 dicembre 2020, la pittura storica di Angelica Kauffmann lascerà il posto all’arte performativa di Marina Abramović che riunirà nelle Main Galleries della Royal Academy oltre 50 opere che ne ripercorrono l’intera carriera. Il percorso esplorerà il modo in cui l’artista serba cattura e definisce la performance art attraverso fotografie, video, oggetti, installazioni e riesibizioni dal vivo del suo lavoro, proponedo una serie di opere nuove, concepite appositamente per questa mostra.

I paesaggi non convenzionali di Rita Angus

L’agenda al femminile dell’istituzione museale britannica proseguirà dal 18 ottobre 2020 al 24 gennaio 2021 con la pittrice neozelandese Rita Angus e con i suoi paesaggi potenti e intriganti.
Artista indipendente e pacifista impegnata, Angus ha costituito una voce importante nel nascente mondo intellettuale della Nuova Zelanda del ventesimo secolo, divenuta, nel 1927, membro di The Group, l'associazione dei giovani artisti sperimentali che ambivano a staccarsi dalla tradizione accademica.
Pezzo forte della mostra sarà Cass 1936, un’opera raffigurante una piccola stazione ferroviaria nella regione di Canterbury, che sfida le convenzioni e gli atteggiamenti prevalenti nei confronti della pittura di paesaggio, dando vita a un nuovo linguaggio nazionalista che diventa presto il simbolo della bellezza naturale e dello spirito indipendente del paese.

Tracey Emin incontra Munch

L’ultimo appuntamento del 2020 sarà invece dedicato all’incontro tra la videoartista inglese Tracey Emin ed Edvard Munch, con il quale condivide l'esplorazione della complessità della psiche umana. Già nel 1998, Emin ha fatto riferimento al pittore norvegese nel suo film Omaggio a Edvard Munch e a tutti i miei figli morti, che si apre con una Emin nuda, rannicchiata in posizione fetale su a pontile in legno, ad Asgardstrand.

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