Dal 5 giugno alla Fondation Beyeler

I 150 anni di Mondrian in una grande mostra

Piet Mondrian, N. VI / Composition n. II, 1920. Huile sur toile, 99,7 x 100,3 cm. Tate, achat du musée 1967 © 2021 Mondrian/Holtzman Trust. Photo Tate
 

Francesca Grego

10/05/2022

Mondo - Ci sono rivoluzioni che nascono all’improvviso e travolgono inesorabilmente ciò che trovano sul proprio cammino. La rivoluzione di Piet Mondrian fu di tipo diverso. Il genio dell’astrattismo aveva più di quarant’anni quando indiziò a creare le sue iconiche griglie colorate in rosso, giallo e blu, e un lungo percorso di ricerca alle spalle. Lo scopriremo dal 5 giugno a Basilea, nella grande mostra organizzata dalla Fondation Beyeler per celebrare il 150° compleanno del pittore olandese. Accanto a sette straordinari gioielli di proprietà del museo, fino al 9 ottobre avremo modo di ammirare quasi novanta opere provenienti da importanti collezioni europee e americane, scelte per ricostruire passo dopo passo l’evoluzione dell’artista. Un invito ad andare oltre gli stereotipi per conoscere meglio un protagonista di primo piano dell’avanguardia novecentesca, che ha influenzato non solo la scena dell’arte, ma anche il design, l’architettura, la moda e la cultura visiva dei decenni a venire. 


Piet Mondrian, Composition n.II, 1913. Huile sur toile, 88 × 115 cm. Kröller-Müller Museum, Otterlo, les Pays-Bas © 2022 Mondrian/Holtzman Trust. Photo Rik Klein Gotnik

Se i capolavori della Fondation Beyeler risalgono in gran parte alla fase più nota della carriera del pittore, Mondrian Evolution fa un passo indietro, per interrogarsi sul suo percorso a partire dai lavori giovanili. Riconosciamo gli influssi dei paesaggi olandesi di fine Ottocento, e poi gli incontri con il simbolismo e il cubismo, forieri di illuminanti intuizioni. I mulini a vento, le dune, il mare, le fattorie riflesse nell’acqua, gli alberi e le piante - per molto tempo tra i motivi favoriti dall’artista - cederanno lentamente il posto a rigorose linee nere su fondo bianco e a geometriche campiture di colori primari. Che cosa spinge Mondrian a un cambiamento così radicale? Un irriducibile desiderio di equilibrio e perfezione, che anima la sua ricerca fin dagli inizi e si lega alla tensione verso una conoscenza più profonda di quella offerta dai sensi. 


Piet Mondrian, Pommier en fleurs, 1912. Huile sur toile, 78,5 × 107,5 cm. Kunstmuseum Den Haag, La Haye, les Pays-Bas © 2022 Mondrian/Holtzman Trust. Photo Kunstmuseum Den Haag

“Costruisco combinazioni di linee e di colori su una superficie piatta, in modo da esprimere una bellezza generale con una somma coscienza”, scrive il maestro modernista: “La Natura (o ciò che ne vedo) mi ispira, mi mette, come ogni altro pittore, in uno stato emozionale che mi provoca un'urgenza di fare qualcosa, ma voglio arrivare più vicino possibile alla verità e astrarre ogni cosa da essa, fino a che non raggiungo le fondamenta (anche se solo le fondamenta esteriori!) delle cose…”. In nove sale, la mostra svizzera ne ripercorre il cammino verso l’astrazione, soffermandosi sul confronto rivelatore tra passato e futuro, tra opere precoci e composizioni mature. 


Piet Mondrian, L'Arbre, 1912. Huile sur toile, 74,9 × 111,8 cm. Munson Williams Proctor, Museum of Art, Utica, NY © 2022 Mondrian/Holtzman Trust. Photo bpk/Staatsgalerie

Ma c’è di più. In occasione dell’anniversario, infatti, la Fondation Beyeler ha lanciato il Piet Mondrian Conservation Project, una campagna di studi ad ampio raggio volta a indagare le tecniche pittoriche usate dall’artista nelle diverse fasi, al restauro dei quattro capolavori della maturità in suo possesso e alla ricostruzione delle cornici originali andate perdute, nonché una ricerca sulle modalità di presentazione dei dipinti. 


Piet Mondrian, Soirée: l'arbre rouge, 1908-1913. Huile sur toile, 70 x 99 cm. Kunstmuseum Den Haag, La Haye, les Pays-Bas © 2022 Mondrian/Holtzman Trust. Photo Kunstmuseum Den Haag

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