Dal 26 gennaio al 9 aprile al Tokyo Metropolitan Art Museum

L'arte rivoluzionaria di Egon Schiele al centro di una grande mostra a Tokyo

Egon Schiele (1890 - 1918), Mutter und Kind, 1912, Vienna, Leopold Museum
 

Samantha De Martin

04/01/2023

Mondo - La rockstar del pennello nella Vienna di fine secolo è pronta a consegnare al paese del Sol Levante la sua arte spregiudicata da sempre legata a doppio filo all’urlo dello scandalo.
Dal 26 gennaio al 9 aprile Egon Schiele sarà al centro di una grande mostra presso il Tokyo Metropolitan Art Museum, che presenterà al pubblico una serie di capolavori in prestito dal Leopold Museum di Vienna, autentica Mecca dell’arte del pittore di Tulln, scrigno della collezione più completa al mondo di opere dell’illustre protagonista dell’espressionismo austriaco: 43 dipinti, oltre 200 acquerelli, disegni e opere grafiche, fotografie.


Egon Schiele, Autoritratto con alchechengi, 1912, Olio su tela, 39.8 x 32.2 cm, Vienna, Leopold Museum

Egon Schiele from the collection of the Leopold Museum. Young genius in Vienna 1900, questo il titolo del percorso a cura di Hans-Peter Wippinger, direttore del Leopold Museum e di Diethard Leopold, figlio e biografo del fondatore del museo, accoglierà i primi studi educativi che il pittore realizzò da adolescente accanto ai celebri autoritratti, presentati come esplorazioni dell'identità di un giovane artista. Un focus particolare sarà acceso anche sugli inconfondibili dipinti, inquietanti quadri popolati da madri con bambini, nudi nodosi ed erotici, scene di paesaggio.
Per la prima volta il Leopold Museum presenterà al Tokyo Metropolitan Art Museum oltre 40 capolavori di Schiele pronti a dialogare con una settantina di opere realizzate da eminenti esponenti dello Jugendstil e dell'Espressionismo austriaco, da Gustav Klimt a Oskar Kokoschka, da Koloman Moser ad Albin Egger-Lienz, da Richard Gerstl ad Anton Kolig.

La mostra sarà un’occasione per ammirare importanti fiori all’occhiello del Leopold Museum, istituzione legata a doppio filo allo studente di medicina viennese, e successivamente dottore in oftalmologia, Rudolf Leopold. Il cuore di questo medico, appassionato di collezionismo d'arte, batteva principalmente per le opere di Schiele e di quegli esponenti delle belle arti applicate che hanno plasmato in modo decisivo la pulsante vita culturale nella Vienna novecentesca.
È il 1953 quando il futuro dottor Leopold decide di investire i soldi ricevuti dalla famiglia come premio per l’esame di maturità in un quadro di Schiele al posto di un Maggiolino Volkswagen.
L’acquisto di The Hermits fu solo l’inizio di una lunga avventura. In circa 50 anni Leopold metterà insieme la più importante raccolta al mondo dedicata all’enfant terrible della Secessione.


Egon Schiele, Woman in Underclothes and Stockings (Wally Neuzil), Particolare, 1913, Vienna, Leopold Museum

La passione di Rudolf per Schiele si radicava, non da ultimo, nell'interesse quasi ossessivo dell'artista nel contemplare la propria esistenza, che espresse tanto negli autoritratti quanto nei paesaggi urbani e terrestri. D’altra parte è nei gesti eccentrici e nelle espressioni facciali dei suoi personaggi che Schiele ha tradotto l'urgenza di esplorazioni spietate del corpo postulando l'auto-riflessione come una connessione tra la corporeità e le domande esistenziali.
In una società rigida e inibita, questo artista viscerale e scandaloso ha indagato i limiti della carne e della sessualità stupendo gli spettatori con i nudi, i colori brillanti, le linee spigolose, le pose ardite, le sagome dinoccolate, espressioni di una soggettività più profonda.
La Secessione, che pure lo accolse, per lui era già un fenomeno passato. Il cambiamento e la trasformazione non furono solo caratteristiche di Schiele come artista ricercatore che, durante il suo brevissimo periodo creativo, dal 1908 al 1918, ha sottoposto il suo stile ai continui cambiamenti, ma costituiscono aspetti che hanno plasmato il modernismo viennese all'inizio del XX secolo.
La mostra ripercorrerà la vita e la carriera del giovane e talentuoso fuoriclasse del pennello - ucciso nel 1918 dall’influenza spagnola a soli 28 anni, mentre consegnava al mondo 340 dipinti e 2800 opere grafiche tra acquerelli e disegni - regalando al pubblico la prima grande retrospettiva del lavoro di Egon Schiele aperta in Giappone in quasi 30 anni.

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