Dal 23 gennaio a Basilea

La natura e l'astrazione: una grande mostra per Georgia O'Keeffe

Georgia O'Keeffe, Oriental Poppies, 1927. Oil on canvas, 76.7 x 102.1 cm. Collection of the Frederick R. Weisman Art Museum at the University of Minnesota, Minneapolis. Museum purchase. © Georgia O’Keeffe Museum / 2021, ProLitteris, Zurich
 

Francesca Grego

19/01/2022

Mondo - “Raramente ci si prende il tempo necessario per vedere davvero un fiore. L'ho dipinto abbastanza grande in modo che gli altri vedessero quello che vedrei io”, scriveva Georgia O’Keeffe nel 1926, offrendo una chiave per guardare al suo lavoro di artista. Quali mondi sia in grado di schiudere questa chiave lo scopriremo dal 23 gennaio al 22 maggio presso la Fondation Beyeler di Basilea, dove sta per prendere il via un’ampia retrospettiva dedicata al lavoro della pittrice. Realizzata in collaborazione con  il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid e il Centre Georges Pompidou di Parigi, con il contributo del Georgia O’Keeffe Museum di Santa Fe, la mostra sarà un’occasione per ripercorrere e analizzare l’intera opera dell’artista, tra le figure più significative dell’arte moderna in America. Il percorso spazierà dai primi, rivoluzionari dipinti astratti alle iconiche immagini di fiori e paesaggi del New Mexico, passando per tele raramente esposte in arrivo da esclusive collezioni private. 


Georgia O'Keeffe, Abstraction-Alexius, 1928. Oil on canvas, 91.4 x 76.2 cm. Regula and Beat Curti © Georgia O’Keeffe Museum / 2021, ProLitteris, Zurich. Photo: Courtesy of the Georgia O'Keeffe Museum

Non è un caso, dunque, che la Fondation Beyeler abbia scelto questo progetto per aprire l’anno del suo 25° anniversario. In estate le celebrazioni proseguiranno con una grande mostra dedicata a Piet Mondrian per i suoi 150 anni, mentre in autunno la ricchissima collezione del museo svizzero si svelerà in uno degli allestimenti più completi mai realizzati fino a oggi, in contemporanea con il progetto Palimpsest dell’artista contemporanea colombiana Doris Salcedo.  


Georgia O'Keeffe, Jimson Weed/White Flower No.1, 1932. Oil on canvas, 121.9 x 101.6 cm. Crystal Bridges Museum of American Art, Bentonville, Arkansas © Georgia O’Keeffe Museum / 2021, ProLitteris, Zurich. Photo: Edward C. Robison III

“Ci vuole una sorta di coraggio… e duro, duro lavoro”, rispose la novantenne O’Keeffe a chi le chiedeva di spiegare il suo successo. Fin dalla più tenera età, aveva deciso che non avrebbe passato la vita “a fare ciò che era stato già fatto”. Se al suo esordio nel 1916 Georgia fu riconosciuta immediatamente come una pioniera dell’astrazione, oggi è tra le artiste americane più amate. La mostra di Basilea racconterà 70 anni d’arte e di ricerca mettendo al centro lo sguardo così personale che O’Keeffe era capace di posare su ciò che aveva intorno - poco importa che si trattasse di un albero o di un deserto - e il suo modo di tradurlo in nuove, sorprendenti immagini a metà strada tra figura e astrazione. Ci saranno i suoi famosi fiori, che trasportano sulla tela le tendenze della fotografia modernista: dal taglio ravvicinato di Oriental Poppins a Jimson Weed/White Flower, che nel 2014 con 44 milioni di dollari stabilì il record tuttora imbattuto dell’opera più costosa di un’artista donna venduta all’asta. 


Georgia O'Keeffe, Black Mesa Landscape, New Mexico / Out Back of Marie's II, 1930. Oil on canvas, 61.6 x 92.1 cm. Georgia O‘Keeffe Museum, Santa Fe, NM. Gift of The Burnett Foundation, 1997. © Georgia O’Keeffe Museum / 2021, ProLitteris, Zurich. Photo: Georgia O‘Keeffe Museum, Santa Fe / Art Resource, NY

Nelle sale della Fondation Beyeler non mancheranno nemmeno i desolati paesaggi del Sud-Ovest, le “terre brutte” di cui la pittrice si innamorò fino a decidere di restare per sempre. “Quando sono arrivata in New Mexico, ho capito che quello era il mio paese. Non avevo mai visto niente di simile prima, ma si adattava perfettamente a me. È qualcosa che è nell’aria. Il cielo è diverso, le stelle sono diverse, il vento è diverso. Mi sento a casa qui – mi sento tranquilla – la mia pelle è vicina alla terra quando esco sulle colline rosse…”, scriveva. “Tutti i colori della tavolozza del pittore sono là fuori, in molte miglia di terre brutte. Il giallo chiaro, poi l’ocra – arancio e rosso e terra viola – e anche i verdi teneri della terra”. 


Georgia O'Keeffe, Patio with Cloud, 1956. Oil on canvas, 91.44 × 76.2 cm. Milwaukee Art Museum, Gift of Mrs. Edward R. Wehr © Georgia O’Keeffe Museum / 2021, ProLitteris, Zurich. Photo: John R. Glembin

Nel New Mexico montagne, nuvole, case e perfino ossi diventano forme armoniose e coloratissime, quasi autonome dalla realtà, come i primi quadri astratti che attrassero l’attenzione del fotografo modernista Alfred Stieglitz, poi marito dell’artista. “È come se la mia mente creasse forme che non conosco”, scriveva O'Keeffe: “Ho questa forma nella testa, a volte so da dove viene, a volte no. Ci sono alcune forme che ho ripetuto durante la mia vita: non sapevo che le stavo tracciando fino a quando non le ho viste sulla tela”. 


Georgia O'Keeffe, Grey Blue and Black - Pink Circle, 1929. Oil on canvas, 91.4 x 121.9 cm. Dallas Museum of Art, Gift of the Georgia O‘Keeffe Foundation © Dallas Museum of Art. Photo: Courtesy Dallas Museum of Art

Leggi anche:
Paul Klee, la fotografia e l'arte moderna italiana nel 2022 del MASI
• Un altro Mondrian in mostra al Mudec

COMMENTI