Al PAN fino al 28 gennaio

A Napoli l'omaggio di Salgado al pianeta

Sebastião Salgado, Isole South Sandwich, 2009 © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto
 

Samantha De Martin

19/10/2017

Napoli - Un appassionato canto d’amore rivolto alla terra si innalza dopo un viaggio durato dieci anni tra i luoghi più remoti del pianeta e prende forma in 245 scatti in bianco e nero tra tartarughe giganti delle Galapagos e zebre della Tanzania, Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale e Boscimani del Kalahari.

Sebastião Salgado sceglie Napoli come album del suo intenso itinerario fotografico che immortala un mondo nel quale natura ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente.
Fino al 28 gennaio al PAN - Palazzo Arti Napoli - Genesi, già protagonista di un tour internazionale, racconta l’ultimo lavoro di uno dei più importanti fotografi documentari del nostro tempo, portavoce di un messaggio attuale, che pone al centro il tema della custodia dell’ambiente e dell’urgente necessità di un rapporto armonico con la natura.

La mostra, a cura della moglie Lélia Wanick Salgado, con la quale l’artista condivide progetti e ideali, si compone di cinque sezioni che ospitano le terre alle quali Salgado ha rivolto il suo obiettivo: Il Pianeta Sud, I Santuari della natura, L’Africa, Il Grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl.

Dagli animali, impressi nel suo obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat, alle popolazioni indigene ancora vergini, dagli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana a quelle più remote delle foreste della Nuova Guinea, con le quali Salgado ha trascorso diversi mesi per poter raccogliere una serie di fotografie che le mostrassero in totale armonia con gli elementi del proprio habitat, il “principe del bianco e nero” ritrae il pianeta attraverso un generoso, appassionato omaggio.

Il fotografo brasiliano che nel 1994 lasciava la Magnum per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro, anche in questa mostra - tributo visivo a un pianeta fragile che spetta a tutti proteggere - si conferma un sensibile testimone del suo tempo, custode e interprete di quella bellezza che forse un giorno, per dirla con Dostoevskij, salverà il mondo.

Al progetto Genesi - che presenta anche il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare un atlante antropologico del pianeta - è dedicata una monumentale pubblicazione edita da Taschen, di 520 pagine con oltre mille illustrazioni, disponibile nel bookshop della mostra.

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