A Pavia fino al 5 maggio
Vivian Maier, la "bambinaia fotografa" al Castello Visconteo con oltre cento scatti
Vivian Maier, Untitled, 1954, New York 40x50 cm ©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY
Samantha De Martin
13/02/2019
Pavia - La sua casa era la strada, che percorreva in solitudine con il suo cappotto di lana e le scarpe da uomo, il vestito lungo e la Rolleiflex al collo, raccogliendo le abitudini di poveri e immigrati nei suoi 100mila negativi che sviluppava inizialmente in un bagno privato, la sua prima camera oscura.
Eccola la “bambinaia-fotografa” recentemente ritrovata e definita una delle massime esponenti della cosiddetta street photography, svelarsi nelle oltre 120 fotografie in bianco e nero e a colori in mostra alle Scuderie del Castello visconteo fino al 5 maggio.
L’artista statunitense, fotografa per vocazione, che, mentre era in vita, ha realizzato un numero impressionante di fotografie senza mai mostrarle a nessuno, restituisce al pubblico quegli scatti sensibili a tutto ciò che è lasciato da parte, dagli oggetti trovati nei bidoni della spazzatura o gettati sul marciapiede a chi lotta per rimanere a galla.
Frugando nella vita americana del XX secolo, i suoi scatti restituiscono bambini e animali, graffiti e giornali, ma anche autoritratti con la lunga ombra dell'artista a invadere l’obiettivo come a volersi presentare a quel pubblico che non ha mai voluto o potuto incontrare.
Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio, cercando di sopravvivere, in gravi difficoltà economiche, Vivian vide i suoi negativi andare all’asta a causa di un mancato pagamento alla compagnia dove li aveva immagazzinati. Parte del materiale fu acquistato nel 2007 da John Maloof, un agente immobiliare che, affascinato da questa misteriosa ed eccentrica fotografa, iniziò a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120mila negativi.
Un prezioso tesoro che avrebbe consentito al grande pubblico di scoprire gli aspetti più intimi e personali di questa affascinante artista.
Leggi anche:
• Vivian Maier. Street photographer
• Vivian Maier. Una fotografa ritrovata
Eccola la “bambinaia-fotografa” recentemente ritrovata e definita una delle massime esponenti della cosiddetta street photography, svelarsi nelle oltre 120 fotografie in bianco e nero e a colori in mostra alle Scuderie del Castello visconteo fino al 5 maggio.
L’artista statunitense, fotografa per vocazione, che, mentre era in vita, ha realizzato un numero impressionante di fotografie senza mai mostrarle a nessuno, restituisce al pubblico quegli scatti sensibili a tutto ciò che è lasciato da parte, dagli oggetti trovati nei bidoni della spazzatura o gettati sul marciapiede a chi lotta per rimanere a galla.
Frugando nella vita americana del XX secolo, i suoi scatti restituiscono bambini e animali, graffiti e giornali, ma anche autoritratti con la lunga ombra dell'artista a invadere l’obiettivo come a volersi presentare a quel pubblico che non ha mai voluto o potuto incontrare.
Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio, cercando di sopravvivere, in gravi difficoltà economiche, Vivian vide i suoi negativi andare all’asta a causa di un mancato pagamento alla compagnia dove li aveva immagazzinati. Parte del materiale fu acquistato nel 2007 da John Maloof, un agente immobiliare che, affascinato da questa misteriosa ed eccentrica fotografa, iniziò a cercare i suoi lavori dando vita a un archivio di oltre 120mila negativi.
Un prezioso tesoro che avrebbe consentito al grande pubblico di scoprire gli aspetti più intimi e personali di questa affascinante artista.
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