Dal 7 ottobre all' 11 gennaio alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

A Roma i “pezzi di legno” di Mario Ceroli raccontano 70 anni di carriera

Mario Ceroli, La Cina, 1966, legno pino di Russia. 
 

Samantha De Martin

07/10/2025

Roma - Una grande opera d’arte totale attraversa gli spazi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ripercorrendo 70 anni di Mario Ceroli.
Protagonisti di un percorso vivo, quasi teatrale, sono quelli che il maestro, classe 1938, chiama “piccoli pezzi di legno”, frammenti di cuore che ripercorrono le tappe più significative di una carriera artistica che attraversa la storia dell’arte italiana, dalla Scuola di Piazza del Popolo all’Arte Povera, fino ad oggi. Allestito personalmente dal maestro nelle sale della GNAMC, trasformate in una sorta di casa-laboratorio, curato da Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, e Cesare Biasini Selvaggi, il percorso abbraccia venti opere, tra sculture e installazioni provenienti dalla collezione della GNAMC, di Banca Ifis e dell’artista. Per l’iniziativa “Artista alla GNAMC, che lo vedrà protagonista nel 2025, lo scultore ha realizzato due opere site-specific intitolate La grande quercia e Le ceneri.
“Nel 1960 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che ne acquisì il lavoro - ricorda Mazzantini - Ceroli ottenne da Cesare Brandi il Premio per la giovane scultura”. Tra le opere selezionate c'è anche Composizione, un tronco d’albero, uno dei rari tronchi inchiodati realizzati da Ceroli dal 1956 al 1960.


Ceroli Totale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, 7 ottobre 2025 – 11 gennaio 2026 | Foto: © Alessandro Vasari

“Ceroli ha magnificamente messo in scena una mostra ricca di suggestioni che reinterpretano ogni lavoro, storico e recente, con auto ironia in una costante ricerca di sé” continua la direttrice della GNAMC e co-curatrice della mostra.
Il linguaggio del legno, materiale vivo, riecheggia nelle dieci sale del museo, che accolgono una selezione di capolavori dell’artista come La Cina (1966), Balcone (1966), Progetto per la pace (1969), La battaglia (1978), accanto a lavori mai esposti, tra cui Sesto senso (1999), otto figure che ruotano attorno a una sola protagonista: Adriana Iftimie, poetessa, compagna dell’artista da oltre 25 anni. Ceroli omaggia la sua donna, ma soprattutto (e qui la ludica ironia del maestro) il suo “sesto senso” che ha guidato la scelta di averlo come compagno di vita.
L’impianto plastico delle figure che rappresentano Adriana esalta l’energia dei gesti e il pubblico si unisce a questa geografia sentimentale del coreggiamento, svoltosi tra Ardea e Roma, a colpi di luna e soste giocose.
Le chiacchiere (1989), Tela di Penelope - opera connessa all’infanzia dell’artista in Abruzzo, vissuta intensamente in casa di nonna Filomena, quotidianamente intenta alla tessitura a telaio - e Arpa birmana (1992) portano avanti questa sorta di messa in scena del teatro ceroliano, dove ogni lavoro è scritturato dall’artista come un personaggio convocato a “interpretare” un ruolo inedito, in una permanente ricerca di contemporaneità.

Primavera (1968) - un parallelepipedo formato dall’accostamento di travi di legno dalla punta aguzza, un omaggio dell’artista al giardino all’italiana - rappresenta una ulteriore reinvenzione autobiografica, precisamente di una pagina dell'adolescenza di Ceroli, quando, d’estate, si intratteneva nei giardini all’italiana di Palazzo Farnese.


Ceroli Totale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, 7 ottobre 2025 – 11 gennaio 2026 | Foto: © Alessandro Vasari

“Le mostre di Ceroli - commenta Cesare Biasini Selvaggi - rappresentano l’unico caso in cui si portano in esposizione dieci opere e se ne portano a casa dodici, dal momento che Mario crea lavori in situ. Protagonisti di un work in progress, questi lavori cambiano nome e forma, simili a personaggi con una nuova parte da recitare” .

“Ai confini dei novant’anni sono pazzo di gioia” ha detto il maestro. Mentre il suo pensiero corre a Roma. “Questa città mi ha cullato, appartengo a lei culturalmente”. E ancora ricorda l’incontro con Plinio De Martiis, la collaborazione con Pasolini, il teatro.
Ernesto Furstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, ha confermato intanto la volontà dell'Istituto di aprire, nel 2026, una casa museo dell'artista, una sorta di factory dedicata ai giovani. L'obiettivo del Museo Ceroli, che esporrà circa 140 opere selezionate dall'artista e dai curatori, sarà quello di portare le scuole nella falegnameria del maestro.