Gli appuntamenti con l'arte nella capitale

Dal mito di Pompei a Banksy, da Guido Reni ai Marmi Torlonia, le dieci mostre da non perdere a Roma

Marmi Torlonia | Foto: © Oliver Astrologo - © Fondazione Torlonia, Electa, Bvlgari
 

Samantha De Martin

22/02/2021

Roma - Il bianco dei Marmi Torlonia, l’universo a colori di Alberto Savinio, scolpito tra giocattoli e miti di un’infanzia perduta. E ancora e il rosso, l’oro e il nero di Pompei, bellissima, in un Colosseo popolato di statue ed affreschi.
È uno spartito variopinto, trionfo di musica e colore, quello che guida l’agenda dell’arte nella capitale fino alla prossima primavera. Ha il ritmo della Danza campestre di Guido Reni, ritornata nella collezione di Scipione Borghese e ora al centro di una mostra alla Galleria romana, lo sguardo di Fellini scrutato dall’obiettivo di Elisabetta Catalano, il fascino dell’attesa che preannuncia l’apertura del mausoleo di Augusto che, dopo 14 anni, a marzo ritornerà al suo pubblico.
Dai Musei Capitolini al Mattatoio ecco dieci mostre da vedere a Roma.

•  Ai Musei Capitolini la più importante collezione di arte greco-romana privata esistente al mondo

Sguardi che prendono vita attraverso il respiro del marmo. Sorrisi che si sfiorano, rapiscono il visitatore e ritornano nel loro tempo, senza contaminare il bianco che li avvolge. Se c’è una mostra da non perdere nella capitale, è senz’altro quella dedicata ai Marmi Torlonia.
A commuovere i visitatori di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini sono 92 delle 620 sculture della più importante collezione di arte greco-romana privata esistente al mondo, finora rimasta nascosta. C’è tempo fino al 29 giugno per ammirare la bellezza innocente della Fanciulla di Vulci, la grazia di Afrodite accovacciata, il fascino imponente dell’Hestia Giustiniani e ancora il Vecchio da Otricoli, datato 50 a.C., l’età enfatizzata da rughe marcate che segnano il ritratto del viso dai tratti austeri e spigolosi.
Le opere, provenienti dal Museo Torlonia - fondato dal Principe Alessandro Torlonia nel 1875 - brillano nell’allestimento firmato David Chipperfield Architects Milano, che dà respiro e luce alle sculture.
Il racconto prende forma in cinque capitoli e non tralascia l’evoluzione della collezione nel tempo e nella storia.


I marmi della Collezione Torlonia, allestimento | Foto: © Oliver Astrologo | Courtesy Fondazione Torlonia, Electa, Bvlgari

• A Palazzo Altemps fino al 13 giugno Alberto Savinio tra incanto e mito

Un allestimento sorprendente e ben pensato, a cura di Ester Coen, traccia, tra le sale di Palazzo Altemps, un viaggio nell’universo di Alberto Savinio, il "surrealista mediterraneo" che ha intessuto le discipline umanistiche in un linguaggio visionario e all’avanguardia. Il fratello di Giorgio de Chirico, l'artista versatile dagli interessi che spaziano dalla musica alla letteratura, dalla pittura al teatro, si svela al pubblico attraverso 90 lavori provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private.
Dipinti e opere grafiche, in dialogo con busti e statue di Palazzo Altemps, guidano il visitatore nell’universo mutevole, sottile e intenso, sarcastico e crudele di Savinio. Le opere secondo più belle? Forse l’Isola dei giocattoli (1930), La nave in una stanza (1926-27), Les anges batailleurs (1930), Souvenir d’enfance à Athèns (1930-31). Bellissima la Sala Grande del Galata, che accoglie le invenzioni pittoriche e sceniche per l’Oedipus Rex di Igor Stravinsky su testo di Jean Cocteau (1948).


Alberto Savinio, Monumento ai giocattoli, 1930, Olio su tela, 65.5 x 80 cm, Milano, collezione Prada | Courtesy Farsettiarte, Prato © Alberto Savinio by SIAE 2021

• Fino al 9 maggio al Colosseo un dialogo tra Roma e Pompei

Un corteo di statue, affreschi, ritratti, fregi e mosaici si anima nella cornice dell’Anfiteatro Flavio dove una mostra ripercorre, fino al 9 maggio, la storia dei rapporti tra Pompei e Roma. Mentre il Colosseo prendeva forma con l’imperatore Vespasiano, ceneri e lapilli seppellivano la colonia più famosa dell’Urbe. Oltre cento opere provenienti dalle collezioni del MANN di Napoli, dell’Antiquarium di Pompei, del Museo Nazionale Romano e di altri siti tra Lazio e Campania, accompagnano le installazioni di Maurizio di Puolo e le invenzioni dell’artista e illustratore Lorenzo Mattotti, artefice dell’identità visiva della mostra. Suddivisa in tre sezioni - la fase dell’alleanza, la colonia romana, il declino e la fine - intervallate dall’assedio romano dell’89 a.C. e dal terremoto del 62 d.C., intermezzi dedicati a due momenti cruciali, la mostra accompagna gli ospiti attraverso quattro secoli.


Parete in stucco policromo, 62-79 d.C.; da Pompei, Casa di Meleagro, tablino 8, parete est (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 9595) I Foto: © Luigi Spina | Courtesy Ministero per i Beni e le attività Culturali e per il Turismo / Museo Archeologico Nazionale, Napoli


• Al Mattatoio cinque fotografi per raccontare le anime della capitale

Uno sguardo sfaccettato sulle molteplici anime della città illumina gli spazi del Mattatoio dal 23 febbraio al 16 maggio. Cinque artisti - Nadav Kander, Martin Kollar, Alex Majoli, Sarah Moon e Tommaso Protti - raccontano in 130 scatti il volto multiforme della capitale, dal suo passato millenario alla contemporaneità, in un ritratto declinato attraverso la varietà di approcci visuali e concettuali.
La Fotografia. Nuove produzioni 2020 per la collezione Roma è a cura di Francesco Zizola.

• Al Chiostro del Bramante fino all’11 aprile la protesta di Banksy

L’universo dello street artist più famoso e misterioso al mondo si fa spazio tra i “muri” cinquecenteschi progettati da Bramante e prende consistenza nella carrellata ariosa e ben allestita delle immagini più iconiche dell’artista di Bristol.
In questo percorso privo di un curatore, la selezione di opere è stata effettuata in parallelo tra la struttura ideativa del Chiostro e il Pest Control, l’unico ente autorizzato ad autentificare le opere di Banksy. Da non perdere, accanto a Petrol Head, Christ with Shopping Bags, Nola e la regina Elisabetta II con la faccia di scimmia, l’iconica Girl With Balloon, accolta in uno scenografico allestimento.


L'allestimento della mostra Banksy. A visual protest al Chiostro del Bramante | Foto: © adicorbetta | Courtesy Chiostro del Bramante

• Ai Musei Capitolini la storia di Roma in videomapping

Tra le righe scolpite nel marmo dei Fasti Capitolini corre la millenaria storia di Roma con i suoi personaggi universalmente noti, da Romolo e Tarquinio il Superbo a Giulio Cesare e Augusto.
Questi straordinari calendari incisi nel marmo, dalla metà del Cinquecento sono esposti su disegno di Michelangelo Buonarroti sulla parete di fondo della sala della Lupa, nell’appartamento dei Conservatori, parte del complesso dei Musei Capitolini.
Fino al 31 dicembre, grazie al progetto multimediale L’eredità di Cesare e la conquista del tempo, le vicende e i protagonisti della storia di Roma si animano attraverso un percorso di videomapping e un commento sonoro per un’esperienza evocativa di forte impatto.
Il progetto vuole essere la prima tappa di avvicinamento alla mostra La Roma della Repubblica, che sarà inaugurata nel corso del 2021 presso i Musei Capitolini.


L’eredità di Cesare e la conquista del tempo, Musei Capitolini, Roma

• Un inedito Fellini negli scatti di Elisabetta Catalano a Cinecittà

A conclusione delle celebrazioni dedicate al centenario della nascita, Federico Fellini ritorna nella sua Cinecittà con una mostra fotografica e multimediale nello storico Teatro 1.
Un percorso iconico, in oltre 60 fotografie, video, e un allestimento cinematografico, racconta il rapporto elettivo tra il genio del cinema e la regina del ritratto fotografico, Elisabetta Catalano.
A cura di Aldo E. Ponis, allestita con le immagini dello straordinario Archivio Elisabetta Catalano, la mostra Ri-tratto rosso ripercorre il dialogo tra il regista e la fotografa dalla quale Fellini amò farsi fotografare dal 1963 al 1993, poco prima della morte.
Tra le immagini in mostra catturano l’attenzione del pubblico i provini delle fotografie dalle quali Catalano selezionava l’immagine che sarebbe andata in stampa. Un’autentica opera d’arte e uno spaccato inedito di immaginario felliniano.


• Ai Mercati di Traiano Napoleone e il mito di Roma

Tra il 1811 e il 1814, nell’area archeologica dei Fori Imperiali, il governo napoleonico promosse una serie di scavi finalizzati a liberare l’area a sud della Colonna di Traiano, presa già a modello per la realizzazione della Colonna Vendôme a Parigi.
Ed è per questo che il percorso espositivo Napoleone e Roma, tra mito e sogno, aperto al pubblico fino al prossimo 30 maggio, trova nei Mercati traianei la sua perfetta collocazione.
L’acuto politico, il condottiero, l’imperatore, devoto all’antico con, nel cuore, il mito di Roma, pur non essendovi mai stato, volle celebrare la città eterna come una seconda Parigi, applicando quei criteri di ordine urbanistico che avrebbero dovuto trasformarla in una seconda Ville Lumière.
Nell’anno in cui ricorre il bicentenario della morte di Bonaparte, la capitale gli dedica una mostra corale con prestiti internazionali. Tra i masterpieces: Napoleone con gli abiti dell’incoronazione di François Gérard, il busto di Pio VII realizzato da Antonio Canova e il busto bronzeo di Napoleone di Lorenzo Bartolini.


François Gérard, Napoleone con gli abiti dell’incoronazione, Olio su tela, 1805, Ajaccio, Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts | Courtesy Reunion des Musees Nationaux – Grand Palais

• La danza campestre di Guido Reni dialoga con i capolavori della Galleria Borghese

In attesa che, dal prossimo maggio, la spettacolare serie Treasure from the Wreck of Unbelievable di Damien Hirst raggiunga la Galleria Borghese per un dialogo a più voci con i capolavori del museo, le sale dell’istituzione diretta da Francesca Cappelletti accolgono, fino a febbraio 2022, una mostra intorno alla Danza Campestre di Guido Reni. Il percorso Balliamo? Guido Reni a Roma. Danza e paesaggio accosta l’opera, attribuita solo di recente al maestro, ad altri gioielli del pittore barocco legati alla committenza Borghese, ma anche a dipinti di bolognesi illustri, da Annibale Carracci a Domenichino.

• Palazzo Barberini e gli scatti d’autore di un’Italia “in attesa”

Tra gli spazi di Palazzo Barberini raramente aperti al pubblico, come la Sala Paesaggi, la Sala delle Colonne, la Serra, e l’ampio ambiente delle Cucine Novecentesche, per la prima volta accessibile ai visitatori, dodici racconti fotografici descrivono il vuoto che ha avvolto l’Italia durante la pandemia da Covid-19.
Dal 24 febbraio al 13 giugno paesaggi urbani ed extraurbani e siti culturali si rincorrono nel racconto polifonico di fotografi come Olivo Barbieri, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Walter Niedermayr, protagonisti della mostra Italia in-attesa.


Guido Reni, Danza campestre, Galleria Borghese, Roma | Foto: © C. Giusti | Courtesy Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Galleria Borghese

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