Dal 31 ottobre al 1° aprile
Escher a Roma: 300 opere da scoprire a Palazzo Bonaparte
Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935, Litografia, 21.3 × 31.1 cm, Collezione Maurits, Bolzano | All M.C. Escher works © 2022 The M.C. Escher Company | All rights reserved
Samantha De Martin
01/08/2023
Roma - A un secolo esatto dall’ultima visita nella capitale, nel 1923, Maurits Cornelius Escher torna a Roma, protagonista della più grande mostra mai dedicatagli.
Parterre di questo viaggio in compagnia dell’inquieto artista olandese che sorprende ancora oggi il pubblico con le sue geometrie impossibili, i quadrati che diventano pesci e ancora uccelli, uomini che tornano quadrati, sarà, a partire dal prossimo 31 ottobre, Palazzo Bonaparte.
Negli intricati sentieri dei suoi mondi fantastici descritti da incisioni e litografie che intrecciano arte, matematica, scienza, fisica e design, Escher parla al pubblico contemporaneo con una grande varietà di temi.
Fino al 1° aprile 2024 l’antologica di circa 300 opere che porterà a Roma numerosi lavori inediti mai esposti prima, accanto a quelli più celebri, sorprenderà il pubblico con capolavori come l’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata.
Chicca del percorso sarà la serie completa dei 12 “notturni romani” prodotta nel 1934 durante le notti trascorse a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca, annoverate da Escher tra i ricordi più belli di quel periodo.
L’artista che ammirava Giovanbattista Piranesi, dopo diversi viaggi in Italia iniziati nel 1921 quando visitò la Toscana, l’Umbria e la Liguria, visse infatti a Roma per ben dodici anni, dal 1923 al 1935, stabilendosi al civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio.
La mostra, tra gli appuntamenti di punta dell'autunno nella capitale, darà anche conto di questo prolifico periodo romano che ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo, popolato da scorci, paesaggi, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che Escher amava indagare nella sua dimensione più intima, alla luce fioca di una lanterna.
Curata da Federico Giudiceandrea e da Mark Veldhuysen, la mostra, col patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits.
Leggi anche:
• A Genova l'autunno è di Artemisia Gentileschi
Parterre di questo viaggio in compagnia dell’inquieto artista olandese che sorprende ancora oggi il pubblico con le sue geometrie impossibili, i quadrati che diventano pesci e ancora uccelli, uomini che tornano quadrati, sarà, a partire dal prossimo 31 ottobre, Palazzo Bonaparte.
Negli intricati sentieri dei suoi mondi fantastici descritti da incisioni e litografie che intrecciano arte, matematica, scienza, fisica e design, Escher parla al pubblico contemporaneo con una grande varietà di temi.
Fino al 1° aprile 2024 l’antologica di circa 300 opere che porterà a Roma numerosi lavori inediti mai esposti prima, accanto a quelli più celebri, sorprenderà il pubblico con capolavori come l’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata.
Chicca del percorso sarà la serie completa dei 12 “notturni romani” prodotta nel 1934 durante le notti trascorse a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca, annoverate da Escher tra i ricordi più belli di quel periodo.
L’artista che ammirava Giovanbattista Piranesi, dopo diversi viaggi in Italia iniziati nel 1921 quando visitò la Toscana, l’Umbria e la Liguria, visse infatti a Roma per ben dodici anni, dal 1923 al 1935, stabilendosi al civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio.
La mostra, tra gli appuntamenti di punta dell'autunno nella capitale, darà anche conto di questo prolifico periodo romano che ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo, popolato da scorci, paesaggi, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che Escher amava indagare nella sua dimensione più intima, alla luce fioca di una lanterna.
Curata da Federico Giudiceandrea e da Mark Veldhuysen, la mostra, col patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits.
Leggi anche:
• A Genova l'autunno è di Artemisia Gentileschi
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Il complesso termale romano guarda al futuro
L'acqua ritorna a Caracalla. Ecco la rivoluzione delle antiche Terme tra vapori e fontane
-
Roma | Fino al 21 giugno presso la Galleria Mattia De Luca a Palazzo Albertoni Spinola
A Roma la retrospettiva di Salvatore Scarpitta, l'artista che ispirò Italo Calvino
-
Roma | A Roma fino al 20 ottobre
Tra piume, tunnel e stanze del vento: al Maxxi le opere di 19 artiste da "attraversare"
-
Torino | Dal 16 ottobre alla GAM
Presto a Torino l’Impressionismo secondo Berthe Morisot
-
Bari | Dal 20 aprile presso il Polo Museale - Castello Conti Acquaviva D'Aragona
A Conversano il sogno d'amore di Chagall in oltre cento opere
-
Mondo | Fino al 4 agosto al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona
Underground. In Ticino l’arte esplora gli ecosistemi per indagare la realtà