Il bianco e nero di Tina Modotti in mostra a Roma

Ufficio Stampa Auditorium Parco della Musica |
“Tina Modotti, fotografa”, AuditoriumArte, Roma
11/03/2013
Roma - Imparò a fotografare da bambina, Tina Modotti, quando lavorava ancora come operaia di una filanda di Udine, la città dov'era nata nell'agosto del 1896. Un inizio tranquillo per un'esistenza che invece ben presto divenne straordinaria, fatta di vicende "romantiche e rivoluzionarie", come le sue foto migliori, che dal 14 marzo al 7 aprile prossimi, saranno esposte all'AuditoriumArte del Parco della Musica di Roma, in una mostra, "Tina Modotti, Fotografa", prodotta da CinemaZero e presentata dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Contrasto.
Si tratta di una sessantina di scatti tra i più rappresentativi del suo percorso umano, politico e artistico che la portò prima ad emigrare in America e ad esordire nel cinema hollywoodiano e poi a trasferirsi nel Messico, quello di Dos Passos e Frida Kahlo, dove divenne un'attivista politica e nello stesso tempo raggiunse l'apice della sua carriera di fotografa. Fu allora che le immagini divennero per lei uno strumento di denuncia sociale. Solo con l'espulsione dall'America Latina e l'inizio della clandestinità, a cui seguì una misteriosa e prematura morte nel 1942, l'allontanarono da questa sua passione.
La mostra fa parte della rassegna che l'AuditoriumArte sta dedicando alle donne e all'obiettivo fotografico: dopo l'esposizione dedicata agli scatti che immortalano Charlotte Rampling, questa è la prima che documenta il lavoro di una donna dietro l'obiettivo. Protagoniste delle prossime mostre saranno le fotografe della mitica rivista americana LIFE e, a seguire, le giovani autrici italiane under 35 del collettivo Odd Days.
Nicoletta Speltra
Si tratta di una sessantina di scatti tra i più rappresentativi del suo percorso umano, politico e artistico che la portò prima ad emigrare in America e ad esordire nel cinema hollywoodiano e poi a trasferirsi nel Messico, quello di Dos Passos e Frida Kahlo, dove divenne un'attivista politica e nello stesso tempo raggiunse l'apice della sua carriera di fotografa. Fu allora che le immagini divennero per lei uno strumento di denuncia sociale. Solo con l'espulsione dall'America Latina e l'inizio della clandestinità, a cui seguì una misteriosa e prematura morte nel 1942, l'allontanarono da questa sua passione.
La mostra fa parte della rassegna che l'AuditoriumArte sta dedicando alle donne e all'obiettivo fotografico: dopo l'esposizione dedicata agli scatti che immortalano Charlotte Rampling, questa è la prima che documenta il lavoro di una donna dietro l'obiettivo. Protagoniste delle prossime mostre saranno le fotografe della mitica rivista americana LIFE e, a seguire, le giovani autrici italiane under 35 del collettivo Odd Days.
Nicoletta Speltra
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