Dosso Dossi e l'influenza dei grandi maestri del Cinquecento

Rinascimenti eccentrici al Castello del Buonconsiglio

Dosso Dossi, Giove pittore di farfalle, 1524
 

E. Bramati

19/04/2014

Trento - Al Castello del Buonconsiglio di Trento si attende un'estate all'insegna dei "Rinascimenti eccentrici". Avrà esattamente questo titolo la mostra che dal 12 luglio al 2 novembre 2014 presenterà i lavori di due importanti artisti cinquecenteschi, Dosso e Battista Dossi.

L'esposizione, ideata dalla Galleria degli Uffizi nell’ambito del progetto “La città degli Uffizi”, sarà incorniciata dagli affreschi realizzati dai due fratelli tra il 1531 e il 1532, e mostrerà al pubblico circa trenta opere attraverso un confronto con i grandi maestri che ne influenzarono lo stile.

Lo stesso Ariosto, tra le pagine dell’Orlando Furioso, paragona i Dossi a pittori come Leonardo, Mantegna, Sebastiano del Piombo e molti altri. In particolare Dosso, il maggiore, fu estremamente apprezzato dai suoi contemporanei, e fu chiamato a lavorare presso le più importanti corti rinascimentali.
Attraverso il suo stile complesso, ricco di originalità ed eleganza, affiorano le influenze della pittura veneta, dal Giorgione a Bellini, fino a Tiziano, ma anche l'eredità di Michelangelo e Raffaello.

Tra i capolavori esposti non mancheranno l'enigmatico "Giove pittore di farfalle" di Cracovia e la "Circe o Melissa" della Galleria Borghese di Roma, oltre ai quattro provenienti dalla galleria fiorentina, tra cui la "Fuga in Egitto" e l’"Allegoria di Ercole". 
Inoltre, grazie a documenti inediti sarà possibile tracciare un nuovo ritratto di questo grande pittore, attivo a Trento, a Pesaro e soprattutto alla corte estense, in un confronto con il lavoro condotto assieme al fratello Battista e con quello dei grandi artisti del suo tempo.

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