Da febbraio a Treviso, città natale dell'artista

L'altro Cinquecento: una grande mostra per riscoprire Paris Bordon

Paris Bordon, Allegoria, 1560 circa. Olio su tela. Kunsthistorisches Museum, Vienna I Credit KHM Museumsverband
 

Francesca Grego

25/10/2021

Treviso - La sua “colpa” fu operare in un secolo e in una città, la Venezia del Cinquecento, dove la competizione era davvero agguerrita. Ma Paris Bordon non esitò a viaggiare per fare fortuna, seminando dipinti tra il Veneto - in primis Treviso, dove era nato - e Milano, la Francia di Francesco I e la Germania dei Fugger, i potenti banchieri per i quali affrescò il palazzo di Augusta, in Baviera. Non è un caso quindi che le sue opere siano oggi conservate nei più grandi musei europei, dall’Ermitage di San Pietroburgo alla National Gallery di Londra, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna al Louvre di Parigi, fino al Puskin di Mosca, all’Ashmolean di Oxford, ai Musei Vaticani di Roma e agli Uffizi di Firenze. Ciascuna di queste collezioni - e non solo - contribuirà alla grande mostra che a febbraio celebrerà il pittore nella sua Treviso, offrendo per la prima volta al pubblico un viaggio a 360 gradi nella sua produzione. 

Curato da Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, e dallo storico dell’arte Simone Facchinetti dell’Università di Salerno, il progetto del Museo di Santa Caterina promette di svelare al pubblico la varietà e la ricchezza creativa dell’artista di casa presentando opere appartenenti a tutti i generi pittorici da lui frequentati e rappresentative delle diverse fasi della sua carriera. Ammiratore di Giorgione, allievo di Tiziano, capace di suscitare l’ammirazione di Tintoretto e Veronese con le audaci scenografie architettoniche del famoso dipinto del Miracolo dell'anello, Bordon dipinse vasti affreschi e piccoli quadretti per la devozione privata, scene mitologiche ed episodi di storia sacra, imponenti pale d’altare e ritratti carichi di sensualità. 


Paris Bordon, Ritratto di donna allo specchio. Olio su tela. Collezione privata

Dal 25 febbraio al 26 giugno 2022 vedremo in mostra i suoi primi quadri naturalistici, in cui si avverte la potente influenza di Tiziano, compreso il più antico ritratto del 1523 proveniente dall’Alte Pinakothek di Monaco, ma anche i dipinti della maturità caratterizzati da un sofisticato manierismo, ormai di sapore internazionale. Ci sarà il Ritratto di donna allo specchio della Galleria Canesso di Parigi, esempio di come Bordon trasformasse le sue modelle-cortigiane in divinità mitologiche e bellezze ideali, così come l’allegoria di Venere, Marte e Cupido del Kunsthistorisches Museum di Vienna e le grandi scene religiose come l’Annunciazione del Museo di Caen. Da non perdere, la monumentale pala d’altare di San Giorgio e il drago proveniente dai Musei Vaticani, che vedremo per la prima volta dopo il restauro realizzato in occasione della mostra. 

Dal Museo di Santa Caterina l’itinerario si espanderà nel territorio trevigiano e veneto, scrigno di altre importanti opere di Bordon. Come il famoso dipinto della Consegna dell’anello al doge conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, epilogo di un ciclo dedicato alla vita di San Marco che lo vedeva accanto a opere di Giovanni Bellini e Palma il Vecchio. 


Paris Bordon, San Giorgio uccide il drago (prima del restauro), Musei Vaticani I Paris Bordon, Public domain, via Wikimedia Commons

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