Protagonista di una mostra la statua sfregiata nell’estate 2020

La rinascita di Paolina. Al via a Possagno le celebrazioni per i 200 anni di Canova

Paolina. Storia di un capolavoro I Courtesy Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno
 

Francesca Grego

20/03/2021

Treviso - A sette mesi dall’imbarazzante incidente occorso alle dita del suo delicato piedino, la Paolina Bonaparte di Antonio Canova ha recuperato la forma più splendente: un’operazione chirurgico estetica di precisione ha rimediato alle fratture scomposte che un incauto turista austriaco le aveva procurato, accomodandosi per un selfie sull’elegante dormeuse stile Impero della principessa. 

Al Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno il ritorno del gioiello neoclassico diventa l’occasione di una mostra che ripercorre i processi creativi all’origine dell’opera e le sue vicende attraverso i secoli. Inaugurata in forma virtuale ieri, venerdì 19 marzo, Paolina. Storia di un capolavoro  introduce le celebrazioni per i 200 anni dalla scomparsa di Canova, che si spense a Venezia il 13 ottobre del 1822. “Una mostra in trincea”, la definiscono gli organizzatori, un atto di coraggio e di determinazione controcorrente rispetto ai provvedimenti governativi che continuano a tenere chiusi i luoghi della cultura, ma anche di speranza e di fiducia in una prossima inversione di tendenza. E nonostante un’esposizione a distanza somigli al “dialogo di due innamorati che si parlano senza incontrarsi mai”, sottolinea il presidente della Fondazione Canova Vittorio Sgarbi, celebrando la femminilità e la bellezza l’allestimento di Possagno vuole essere anche un messaggio di energia, ottimismo e positività rivolto alle oltre 90 mila donne che hanno perso il lavoro durante pandemia, nelle parole della designer Alessia Vardanega, sponsor dell’iniziativa.


Paolina. Storia di un capolavoro I Courtesy Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno

L’ultimo “infortunio” subito dall’opera e le sue vicende passate, spiega infine la curatrice e direttrice del museo di Possagno Moira Mascotto, invitano a una riflessione sulla cura e la tutela del patrimonio artistico, un tema che lo stesso Canova ebbe profondamente a cuore. 

Attualmente visitabile in remoto sul sito del Museo Canova, Paolina. Storia di un capolavoro sarà accessibile fisicamente non appena le disposizioni governative lo consentiranno e resterà aperta fino al 30 maggio 2021. Intanto, dalla prossima settimana partiranno online e gratuitamente gli incontri dei Mercoledì in mostra, per scoprire i segreti dell’opera e dell'allestimento in compagnia della curatrice e degli esperti della Gypsotheca. 


Antonio Canova, Venere e Fauno, 1792 I Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno

Canova 200: l’anniversario in anteprima
L’esposizione è solo il primo atto del ricco programma di eventi che nel 2022 celebrerà il bicentenario di Antonio Canova. Centro delle manifestazioni sarà il paesino di Possagno, nel trevigiano, dove il maestro nacque e si formò, dove ristrutturò personalmente la sua Casa Natale (oggi sede del Museo Gypsotheca Antonio Canova, la più grande raccolta di gessi monografica d’Europa) e dove tornò con il cuore quando decise di erigere a proprie spese una maestosa chiesa neoclassica ispirata al Pantheon di Roma e al Partenone di Atene, il Tempio Canoviano. A Possagno avrà luogo la grande mostra che nel 2022, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, porterà in Italia almeno 100 opere provenienti da collezioni di tutto il mondo: un incontro ravvicinato con il genio del Neoclassicismo, ma anche un’indagine sul gusto che a partire dalle sue creazioni avrebbe dato forma all’arte dell’intero Occidente. 
Già nel corso del 2021, annuncia Sgarbi, altri due eventi espositivi inviteranno il pubblico a entrare nel mondo del maestro: in primavera un confronto ai vertici tra Canova e Caravaggio sul tema della Maddalena, mentre a fine anno lo scultore di casa dialogherà con l’arte del nostro tempo nell’allestimento Canova e il contemporaneo. Nella vicina Treviso, invece, una mostra renderà omaggio ai talenti dell’artista affiancandolo a un grande scultore del Novecento, Arturo Martini


Museo Correr, Sale Canoviane

Anche Venezia, che insieme a Roma rappresenta l'epicentro dell'avventura canoviana, parteciperà ai festeggiamenti. L’idea, spiega ancora il presidente della Fondazione Canova, è quella di un confronto tra il Neoclassicismo del maestro e l’amore del Rinascimento per il mondo classico, che con ogni probabilità andrà in scena al Museo Correr, custode di un importante nucleo di lavori dello scultore. 

La fama di Antonio Canova raggiunse dimensioni internazionali già quando l’artista era in vita, come testimoniano i suoi capolavori sparsi in tutto il mondo: le Tre Grazie all’Ermitage di San Pietroburgo, Teseo e il Minotauro al Kunsthistorisches Museum di Vienna, Amore e Psiche al Louvre di Parigi, il George Washington in Nord Carolina, solo per citare qualche esempio. Perciò le opere dello scultore viaggeranno attraverso i continenti, con la Fondazione Canova e il museo di Possagno in prima linea tra prestiti e collaborazioni. Philadelphia, Washington e Seul figurano tra le tappe previste per il 2023, con un’anticipazione a Tokyo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, mentre non si escludono eventi a Parigi, Londra e Madrid. 


Paolina. Storia di un capolavoro I Courtesy Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno

Sulle orme di Paolina: una mostra per raccontare il capolavoro di Canova
Ma torniamo alla Gypsotheca di Possagno, dove il restauro di Paolina è foriero di novità. In occasione del bicentenario, infatti, il museo si arricchisce di nuovi ambienti che resteranno a disposizione come spazi espositivi anche in futuro. Con il trasferimento degli uffici del Comune, la Casa Natale dello scultore ritrova la sua integrità e l’allestimento appena inaugurato rappresenta una prima occasione per esplorarla. 

Due le narrazioni costruite attorno al gesso di Paolina Bonaparte come Venere vincitrice dalla curatrice Moira Mascotto. Con la Paolina distesa trionfalmente nella Sala degli Specchi, i disegni, i dipinti e i bozzetti del maestro accompagnano il pubblico alle origini del modello che servì per scolpire il capolavoro della Galleria Borghese, rivelando le ispirazioni e il modus operandi di Canova. I dipinti a olio di Venere con lo specchio e Venere con Fauno, per esempio, mostrano il talento pittorico dello scultore, ma soprattutto l’influenza esercitata dalla pittura del Cinquecento veneziano, in primis quella di Tiziano, sul suo modo di rendere gli incarnati e la morbidezza della pelle femminile. In questa parte del percorso troviamo anche le delicatissime tempere Danzatrici e Ninfe con Amorini e Muse, i modelli in gesso di celebri marmi come Ebe e le tre Danzatrici, nonché le Teste ideali, tra i lavori più personali dell’artista. 


Antonio Canova, Danzatrici, Tempera, 1799, Gypsotheca e Museo Antonio Canova, Possagno (© ® Fabio Zonta)

La seconda parte dell’itinerario ricostruisce l’avventurosa storia del gioiello di Possagno con l’aiuto di documenti rari, lettere personali e preziosi volumi d’epoca, tra cui le Memorie di Leopoldo Cicognara, lo storico dell’arte e amico carissimo del maestro che ne seguì da vicino le evoluzioni. Nel 1804 una lettera dell’architetto Alessandro Papafava “fotografa” l’opera nello studio romano di Canova, tappa imperdibile per ogni viaggiatore del Grand Tour. Dopodiché ne seguiamo gli spostamenti per mare e per terra fino all’approdo definitivo a Possagno nel 1836, dove Giovanni Battista Sartori, fratellastro dell’artista, dava seguito alle ultime volontà di Canova con il completamento del Tempio e la creazione della Gypsotheca.
La Grande Guerra non risparmia Paolina: il 16 dicembre del 1917, dopo la sconfitta di Caporetto, una bomba austroungarica colpisce il museo di Possagno causando ingenti danni. La Bonaparte perde letteralmente la testa e le dita di un piede, le stesse che, per ironia della sorte, un altro austriaco le staccherà con gesto maldestro nell’agosto del 2020. Restaurata una prima volta nel 2003, la scultura è stata ora sottoposta a un nuovo intervento che le ha restituito le parti mancanti: chi la osserverà con attenzione, noterà l’anellino che unisce al collo del piede le dita ricostruite in 3D. Intorno a lei, i gessi della Naiade, di Ebe, di Venere che esce dal bagno e della Danzatrice col dito al mento, anch’essi reduci della Grande Guerra, raccontano altre storie di ferite e di rinascita.


Paolina Borghese come Venere vincitrice, copia I Photo Lino Zanesco 2019 I Courtesy Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno

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