Dal 15 giugno a Portogruaro
Apre Casa Russolo: tra dipinti e intonarumori, alla scoperta del più originale dei Futuristi
Luigi Russolo, Impressioni di un bombardamento, 1926
Francesca Grego
29/05/2018
Venezia - Aprirà i battenti il 15 giugno, nel bel palazzo rinascimentale di Portogruaro che nel 1885 diede i natali a Luigi Russolo, una galleria permanente interamente dedicata all’opera di questa singolare figura del Futurismo.
Tra le anime più versatili del movimento, Russolo fu pittore, incisore, pensatore, nonché musicista altamente innovativo e, quando la spinta dell’avanguardia si esaurì, si dedicò a dipinti di paesaggio e ritratti dichiaratamente “filosofici” che definì “pittura classico moderna”.
Se oggi è forse meno conosciuto di compagni di viaggio come Boccioni, Balla e Carrà, in realtà Russolo riscosse fin dagli esordi un successo davvero notevole sulle scene internazionali, conquistando l’apprezzamento di colleghi del calibro di Paul Klee sul versante delle arti visive, di Igor Stravinskij ed Erik Satie per le sue creazioni sonore.
Curato da Boris Brollo, l’allestimento di Casa Russolo ne presenterà l’universo estetico in tutta la ricchezza attraverso un importante nucleo di dipinti a olio di proprietà del Comune di Portogruaro, un’ampia raccolta di incisioni accompagnata dalla serie completa delle lastre originali, documenti d’epoca e testimonianze multimediali e, infine, i celebri intonarumori: macchine mai viste ai primi del Novecento, ma destinate ad avere notevole influenza sulla musica del futuro, che mettevano in pratica la fascinazione futurista per i suoni della città e della vita moderna.
Presto in mostra, dunque, tele cariche di energia come Impressioni di un bombardamento (1926) e Linee di forza della folgore (1912), creduto distrutto e invece ritrovato coperto di vernice sul retro di un dipinto degli anni Quaranta, ma anche paesaggi meditativi ed enigmatici caratteristici della produzione successiva, tra cui Sera, del 1945.
Da riscoprire il corpus delle incisioni, che sintetizza nel segno della luce alcune delle più significative esperienze degli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo: da Segantini e Pellizza da Volpedo a Giacomo Balla, dall’austriaco Alfred Kubin al belga James Ensor, in un campionario di soggetti che spazia tra tardo Simbolismo e Futurismo dai ritratti agli scenari urbani e industriali, per trovare esiti emblematici in opere come La pazzia di Nietzsche o Movimenti simultanei di una donna.
Ma la parte più originale della produzione di Russolo è probabilmente rappresentata dagli intonarumori, protagonisti di memorabili concerti tra l’Italia settentrionale e capitali europee come Londra, Dublino e Parigi: rivoluzionari gorgogliatori, crepitatori, urlatori, scoppiatori, ronzatori, stropicciatori, sibilatori, scrosciatori, che a partire dal 1913 segnarono l’ingresso in ambito musicale di suoni del quotidiano e nuovi effetti acustici inventati di sana pianta, capaci di portare la ricerca sul rumore ben oltre le parole onomatopeiche di Filippo Tommaso Marinetti.
Esperimenti in netto anticipo sui tempi, precursori del brutismo e della musica concreta ma anche, scrive il curatore, di performance come quelle di Demetrio Stratos e Brian Eno, di John Sinclair e Aphex Twin.
Tra le anime più versatili del movimento, Russolo fu pittore, incisore, pensatore, nonché musicista altamente innovativo e, quando la spinta dell’avanguardia si esaurì, si dedicò a dipinti di paesaggio e ritratti dichiaratamente “filosofici” che definì “pittura classico moderna”.
Se oggi è forse meno conosciuto di compagni di viaggio come Boccioni, Balla e Carrà, in realtà Russolo riscosse fin dagli esordi un successo davvero notevole sulle scene internazionali, conquistando l’apprezzamento di colleghi del calibro di Paul Klee sul versante delle arti visive, di Igor Stravinskij ed Erik Satie per le sue creazioni sonore.
Curato da Boris Brollo, l’allestimento di Casa Russolo ne presenterà l’universo estetico in tutta la ricchezza attraverso un importante nucleo di dipinti a olio di proprietà del Comune di Portogruaro, un’ampia raccolta di incisioni accompagnata dalla serie completa delle lastre originali, documenti d’epoca e testimonianze multimediali e, infine, i celebri intonarumori: macchine mai viste ai primi del Novecento, ma destinate ad avere notevole influenza sulla musica del futuro, che mettevano in pratica la fascinazione futurista per i suoni della città e della vita moderna.
Presto in mostra, dunque, tele cariche di energia come Impressioni di un bombardamento (1926) e Linee di forza della folgore (1912), creduto distrutto e invece ritrovato coperto di vernice sul retro di un dipinto degli anni Quaranta, ma anche paesaggi meditativi ed enigmatici caratteristici della produzione successiva, tra cui Sera, del 1945.
Da riscoprire il corpus delle incisioni, che sintetizza nel segno della luce alcune delle più significative esperienze degli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo: da Segantini e Pellizza da Volpedo a Giacomo Balla, dall’austriaco Alfred Kubin al belga James Ensor, in un campionario di soggetti che spazia tra tardo Simbolismo e Futurismo dai ritratti agli scenari urbani e industriali, per trovare esiti emblematici in opere come La pazzia di Nietzsche o Movimenti simultanei di una donna.
Ma la parte più originale della produzione di Russolo è probabilmente rappresentata dagli intonarumori, protagonisti di memorabili concerti tra l’Italia settentrionale e capitali europee come Londra, Dublino e Parigi: rivoluzionari gorgogliatori, crepitatori, urlatori, scoppiatori, ronzatori, stropicciatori, sibilatori, scrosciatori, che a partire dal 1913 segnarono l’ingresso in ambito musicale di suoni del quotidiano e nuovi effetti acustici inventati di sana pianta, capaci di portare la ricerca sul rumore ben oltre le parole onomatopeiche di Filippo Tommaso Marinetti.
Esperimenti in netto anticipo sui tempi, precursori del brutismo e della musica concreta ma anche, scrive il curatore, di performance come quelle di Demetrio Stratos e Brian Eno, di John Sinclair e Aphex Twin.
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