Venezia svela la sua "camera delle meraviglie"

Museo Correr. Courtesy of  © APT Venezia
 

15/04/2013

Venezia - I depositi del Museo Correr, a Venezia, nascondevano un autentico tesoro. Dal 16 aprile sarà sotto gli occhi di tutti grazie al nuovo percorso espositivo che occuperà nove sale del primo piano oggetto in cui troveranno posto oltre 300 opere, 260 delle quali provenienti appunto dai magazzini.

Nello specifico allestimento curato da Andrea Bellieni si potranno ammirare "manufatti veneziani in avorio e cristallo, smalti romanico-gotici di Limoges, oreficerie da Costantinopoli, avori gotici francesi, strumenti di straordinaria complessità meccanica tedeschi, smalti e maioliche, cammei e gemme preziose antiche o rinascimentali. E poi lussuosi metalli ageminati islamici, arazzi delle fiandre, bronzetti rinascimentali, mobili di pregio, codici miniati tra i più preziosi della Biblioteca Correr e dipinti, che sono stati oggetto in questi ultimi anni di sorprendenti scoperte, come quelle – recentissime – d’inediti di Vittore Carpaccio e Lorenzo Lotto", si legge nel comunicato stampa.
Opere e oggetti così diversiè plausibile si trovino a Venezia da vari secoli e provengano da tesori ecclesiastici o civili poi smembrati o dalle ricche case di mercanti e viaggiatori medievali e ancora dalle erudite raccolte degli studioli umanistici dei palazzi patrizi.

Questa sorta di “Wunderkammer” veneziana, , simbolo di una città cosmopolita, crocevia di popoli e ponte tra Oriente e Occidente,  si ricompone per iniziativa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e grazie ad un'opera di catalogazione, studio e restauro condotta negli anni in sinergia con le Soprintendenze, che ha rivelato autentiche sorprese come l'inedito "Dio padre" di Lorenzo Lotto o il  Ritratto di Ferrante d’Avalos che la tradizione attribuiva addirittura a Leonardo, un disegno di  Sant’Anna di Dürer e,  tre recenti attribuzioni a Vittore Carpaccio: una Madonna con il Bambino (1487 ca.) che grazie al restauro ha rivelato la firma VETOR SCHARPACO OPV, una Pietà (1487-’90 ca.), riscoperta e attribuita pochi mesi fa da Giorgio Fossaluzza e il Ritratto del doge Leonardo Loredan (1505 ca.).

Tra le curiosità che testimoniano l'ecletticità delle mode lagunari, i brucia-profumi islamici a forma di sfera da rotolare sui tappeti, gli scacchi scandinavi e gli avori francesi in stile gotico cortese. 

Nicoletta Speltra





COMMENTI