Basilica di San Francesco d'Assisi

Assisi, Piazza San Francesco 2

 
  • Dove: Assisi, Piazza San Francesco 2
  • Indirizzo: Piazza San Francesco 2
  • E-Mail: info@sanfrancescoassisi.org
  • Telefono: Tel. +39 075 8190084 Fax. +39 075 8155208 

  • Apertura: ora solare (inverno)
    cHieSa SuPeRioRe dalle 8.30 alle 18.00 (stop ingressi 17.45)
    cHieSa inFeRioRe e ToMBa dalle 6.00 alle 18.00
    (la chiesa inferiore rimane aperta fino alle 19.30, eccetto il mercoledì, solo per la preghiera).

    ora legale (estate)
    cHieSa SuPeRioRe dalle 8.30 alle 18.50
    cHieSa inFeRioRe e ToMBa dalle 6.00 alle 18.50
    (la chiesa inferiore rimane aperta fino alle 20.00, eccetto il mercoledì, solo per la preghiera)
    La Tomba è aperta nei giorni di Venerdì e Sabato dalle 21.00 alle 22
    solo per la preghiera personale.
  • Costo: il costo di prenotazione per l'ingresso è di 2 euro a persona. nel caso in cui, oltre all'ingresso, si voglia svolgere una visita con un frate, al costo di prenotazione va aggiunta un’offerta libera.

    ufficio prenotazioni
    +39 075 8190170
    booking@sanfrancescoassisi.org

 
DESCRIZIONE:
La prima pietra venne poggiata nel 1228, il giorno dopo che Francesco venne proclamato Santo da Papa Gregorio IX. L’intenzione era di creare sia un santuario per le spoglie mortali del Poverello d’Assisi, sia di dare una chiesa madre all’Ordine minoritico. Per questa ragione la Basilica fu affidata in perpetuo ai frati della Comunità che in seguito costituirono l’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco a indicare il luogo in cui voleva essere sepolto sulla collina dove abitualmente venivano tumulati i "senza legge". Le disposizioni di Francesco raccomandavano però la costruzione di chiese secondo la regola della povertà, e la basilica rappresentò un evidente strappo a tale rigore. L’impresa fu giustificata dall’impiego delle strutture come mezzo per trasmettere il messaggio francescano attraverso le decorazioni che dovevano dar vita a una Bibbia per i poveri analfabeti che non sapendo leggere avrebbero inteso le immagini didascaliche.
La dimensione fu pensata per accogliere i devoti di una delle figure che fin da subito chiarì il proprio ruolo di protagonista nella storia del Cristianesimo e per il complesso fu scelto lo schema di una cappella palatina sul modello della Sainte Chapelle di Parigi.
La traslazione della salma, che fu nascosta per impedirne in trafugamento, indica che nel 1230 la basilica inferiore doveva già essere stata completata su un impianto semplice che venne successivamente modificato in forme più maestose. La decisione di edificare due chiese sovrapposte, portò all’aggiunta di una campata, del transetto e dell’abside, e alla costruzione di pilastri e contrafforti che sopportassero il peso della basilica superiore. Nell’insieme la doppia natura del complesso è resa evidente dalla convivenza degli stili romanico e gotico.
Anche la funzione dell’edificio si diversificò distinguendo una chiesa tombale e una cripta di sotto, e un’aula monastica con cappella papale di sopra. La consacrazione ebbe luogo nel 1253, ma la Basilica assunse il suo aspetto definitivo solo con la costruzione della cappella di Santa Caterina nel 1367. I tesori della basilica furono più volte depredati e l’ordine francescano fu soppresso due volte nel 1810-14 e dopo l’Unità d’Italia. La Chiesa si riappropriò del complesso nel 1927 e nel 1939, quando Francesco fu proclamato patrono d’Italia, la Basilica divenne Santuario nazionale.
Le decorazioni ad affresco cominciarono dalla Basilica inferiore e la meraviglia della Maestà dipinta da Cimabue spinse i committenti ad affidargli anche la decorazione di parte della Basilica superiore.
Tra i diversi artisti impegnati in questa grande opera figura anche Giotto a cui è stato attribuito il ciclo delle 28 Storie di San Francesco, ma tre le ipotesi spunta anche il nome di Pietro Cavallini. Giotto e i suoi collaboratori si occuparono poi della Cappella della Maddalena e delle Allegorie francescane della volta sull’altare. Negli anni venti del Trecento fu il turno dei pittori senesi Simone Martini e Pietro Lorenzetti, autori di cicli straordinari nella Cappella di San Martino e nel transetto della Basilica inferiore. Le sperimentazioni che trovarono spazio nella Basilica, la rendono custode delle più importanti espressioni dell’arte italiana ed europea tra Due e Trecento.
Dal 1965 diversi lavori di restauro hanno consolidato l’edificio e protetto gli affreschi ma il terremoto del 1997 ha lesionato profondamente la basilica superiore provocando importanti crolli oltre alla distruzione di 130 metri quadri di affreschi medievali.
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