Madonna col bambino e angeli

Girolamo Francesco Maria Mazzola

Gallerie degli Uffizi

 
DESCRIZIONE:
L'opera fu commissionata al Parmigianino da Elena Bajardi per la sua cappella nella chiesa di S. Maria dei Servi a Parma. Nel contratto del 23 dicembre 1534 il pittore si impegnava a portare a compimento il dipinto per la Pentecoste del 1535, ma non rispetto questo termine e la tavola fu collocata nella cappella nel 1542, dopo la morte dell'artista. Nel 1674 inizia la trattativa, da parte dell'emissario del cardinale Leopoldo, Annibale Ranuzzi, per acquistare il dipinto dai Padri Serviti. La trattativa si interruppe e la pala fu acquistata solo nel 1698 da Ferdinando de' Medici. La Madonna è tra i quadri spediti a Parigi nel 1799 da dove rientrò nel 1815, grazie alle pratiche espletate dal senatore Giovanni degli Alessandri, recatosi a Parigi con il pittore Pietro Benvenuti. Fagiolo dell'Arco spiega l'ermetica composizione collegandola con il tema della Immacolata Concezione, interpretandolo alla luce dei principi alchemici, per cui si alluderebbe addirittura alla concezione "in vitro". Il particolare del vaso, nel quale, come ricorda il Vasari, era dipinta una croce, alluderebbe alla morte di Cristo. Sempre per lo stesso studioso è utile fare un confronto con la pala della Concezione di Girolamo Mazzola Bedoli, artista molto vicino al Parmigianino, eseguita nel 1533-38 per la cappella della Concezione di San Francesco, ora alla Galleria Nazionale di Parma. Lo stesso Fagiolo insiste sul fatto che Parmigianino è molto interessato al tema della Concezione, che ripropone anche in altri dipinti. Sembra che in un primo tempo Parmigianino, al posto del piccolo profeta, volesse rappresentare un San Girolamo e un San Francesco, il primo legato alla discussione del tema dell'Immacolata Concezione, il secondo all'ordine che a Parma patrocinava il culto dell'Immacolata. Il collo allungato della Madonna sembra essere in relazione con un inno medievale nel quale il collo è paragonato ad una colonna. La tavola è ricca di queste allusioni e trasposizioni simboliche. Come datazione la bibliografia si orienta agli anni 1535-40 ca., non solo per la documentazione ma anche per l'evidente vicinanza stilistica con l'impostazione monumentale della Steccata.
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