Polittico della Madonna della Misericordia

Piero della Francesca

Museo civico di Sansepolcro

 
DESCRIZIONE:
Il grandioso polittico, con al centro la “Madonna della Misericordia”, rappresenta una delle poche opere documentate di Piero e anche una delle prime commissioni da lui avute a Sansepolcro.

Nel 1445 la biturgense Confraternita della Misericordia gli allogò l’opera, che avrebbe dovuto ornare l’altare maggiore della chiesa adiacente all’Ospedale, specificando nel contratto che il Maestro non doveva avvalersi di collaboratori e che l’opera doveva essere consegnata entro tre anni.

L’artista però, a causa degli impegni presi in varie parti d’Italia, non poté mantenere fede a tali clausole e solo quindici anni dopo l’opera, grazie all’ausilio di un collaboratore, identificato dal Salmi con il miniaturista camaldolese Giuliano Amidei, poté dirsi finalmente conclusa. Il polittico si compone di cinque grandi pannelli, una predella e undici tavolette distribuite nella cimasa e sui lati.

La ricca composizione doveva poi essere racchiusa entro una fastosa cornice dorata tardo-gotica andata però dispersa quando l’opera fu smontata intorno al 1630. Successivamente, con le soppressioni delle Compagnie Religiose, il dipinto, ormai smembrato, fu trasferito prima nella chiesa di San Rocco e poi, divenuto proprietà comunale, nella Pinacoteca cittadina.

Al centro si staglia la maestosa e ieratica figura della Madonna della Misericordia che, secondo uno schema già da tempo codificato e diffuso, apre senza apparente fatica, il poderoso mantello, aperto come l’abside di una chiesa, sotto il quale si rifugiano uomini e donne inginocchiati e in preghiera. Iconograficamente l’opera ricorda l’affresco, col medesimo soggetto, eseguito da Parri Spinelli nel Santuario di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo ma, a differenza di questo, non una folla di popolo si accalca sotto l’ampio manto, solo il priore, i consiglieri della Fraternità e le loro donne vi trovano spazio quasi si trattasse di un mondo astratto e isolato dove l’umano e il divino s’incontrano. Questa sensazione è rafforzata dal volto della Vergine, un ovale perfetto che emerge con forza dall’accecante fondo dorato che accentua la sensazione di sacralità dell’opera.

Da ricordare infine una piccola curiosità secondo la quale si è creduto di riconoscere l’autoritratto di Piero della Francesca nella figura, posta tra gli oranti di destra, dal volto quasi frontale rivolto verso l’alto; altri ancora hanno proposto di identificare i devoti con i ritratti dei familiari dell’artista. Al di sopra della Madonna si trova il pannello dove è dipinta la Crocifissione, un’opera dalla qualità e dalla spiritualità altissima, che trova il suo immediato più diretto nella tavola d’identico soggetto eseguita da Masaccio al sommo del polittico di Pisa, un’opera oggi conservata presso il Museo di Capodimonte a Napoli.

L’immagine presenta, in una tersa luce dorata, il Crocifisso con ai lati la Vergine, che leva le mani al cielo quasi volesse urlare il proprio dolore, e San Giovanni che spalanca le braccia in un gesto di disperazione. Ai lati della tavola con la Madonna della Misericordia troviamo due pannelli raffiguranti San Sebastiano e San Giovanni Battista, a destra, San Bernardino da Siena e San Giovanni Evangelista, a sinistra. Le figure di questi quattro Santi, e in particolar modo quelli posti nel lato destro, risultano immobili e possenti e riescono a staccarsi dal fondo dorato con una fisicità che ricorda le energiche e rudi figure di Masaccio e il plasticismo donatelliano.

Da notare infine che i Santi sono raffigurati, non sappiamo se intenzionalmente, secondo un ordine cronologico ovvero dal più giovane al più anziano evidenziando così le età dell’uomo. I pannelli superiori del polittico, e le immagini della predella, furono probabilmente eseguiti, come già ricordato, da Giuliano Amidei, che avrebbe diligentemente eseguito accurati disegni preparatori del maestro per le piccole figure di Santi e si sarebbe, invece, occupato da solo delle storie poste nella parte bassa del polittico.

Le tavolette superiori della maestosa opera raffigurano, partendo da sinistra, San Benedetto, l’Arcangelo Gabriele, la Vergine Annunziata e San Francesco d’Assisi. Nella lesena di sinistra, dall’alto verso il basso, incontriamo invece: San Girolamo penitente, Sant’Antonio da Padova e Sant’Arcano, uno dei pellegrini fondatori di Sansepolcro. Nella lesena di destra vediamo Sant’Agostino, San Domenico e Sant’Egidio, l’altro fondatore della cittadina biturgense. La predella si suddivide in cinque scene comprendenti da sinistra: la Preghiera nell’Orto, la Flagellazione, la Deposizione, il Noli Me Tangere e le Marie al Sepolcro. Da notare poi che alla base delle lesene, con lettere in caratteri gotici, è scritta l’abbreviazione della Compagnia della Misericordia di Sansepolcro: “MIA”.
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