Padiglione della Svizzera - Women of Venice

Swiss Pavilion - Women of Venice

 

Dal 13 Maggio 2017 al 26 Novembre 2017

Venezia

Luogo: Giardini Biennale

Indirizzo: Giardini

Curatori: Philipp Kaiser

Sito ufficiale: http://https://biennials.ch/



Per la mostra «Women of Venice», che verrà presentata nel Padiglione della Svizzera alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, il curatore Philipp Kaiser ha invitato la coppia di artisti Teresa Hubbard / Alexander Birchler e l’artista Carol Bove. Con questo progetto, Kaiser intende interrogarsi sui motivi che indussero Alberto Giacometti durante tutta la sua carriera a non esporre le proprie opere al Padiglione della Svizzera.

L’esposizione «Women of Venice» trae spunto dall’assenza, sconosciuta ai più, di Alberto Giacometti dalle Biennali di Venezia. Nel Padiglione della Svizzera, costruito nel 1952 dal rinomato architetto Bruno Giacometti, fratello di Alberto, saranno esposte opere inedite, realizzate appositamente per la Biennale di Venezia, di Teresa Hubbard / Alexander Bir- chler e Carol Bove, che si confrontano con l’eredità e l’universo di Alberto Giacometti. «L’esposizione ‘Women of Venice’ vuole esplorare la storia del Padiglione e dei contributi svizzeri alla Biennale di Venezia da una prospettiva contemporanea e al contempo propor- re nuove opere pensate proprio per questo evento»: così il curatore Philipp Kaiser, nomi- nato dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, descrive il concetto dell’esposizione, con la quale intende stimolare la riflessione sui paradigmi identitari dello Stato nazionale e la sua politica culturale.

Installazione filmica «Flora»
La coppia di artisti Teresa Hubbard / Alexander Birchler negli ultimi anni si è occupata dell’archeologia del cinema seguendo un approccio documentaristico. In occasione della Biennale di Venezia, presenterà l’installazione filmica «Flora», basata sulle nuove scoper- te emerse nel corso delle ricerche condotte dal duo artistico su Flora Mayo, un’artista americana sconosciuta che negli anni 1920 studiò a Parigi contemporaneamente a Gia- cometti e ne divenne l’amante. Intrecciando scene fittizie e documentaristiche, Teresa Hubbard / Alexander Birchler ricostruiscono e reimmaginano la vita e l’opera di Flora Mayo e danno la parola a suo figlio finora sconosciuto. La relazione tra Giacometti e Flora Mayo, e i busti che ne risultarono, testimoniano la forza creativa delle collaborazioni arti- stiche e al tempo stesso gettano luce sul giovane Alberto Giacometti.

Costellazioni sculturali
Carol Bove, la seconda artista ospitata al Padiglione della Svizzera, con le sue opere scandaglia problemi legati alla teatralità e all’autonomia. Mediante sequenze di interventi installativi e sculturali accende i riflettori su nessi discorsivi nascosti ed esplora con grande leggerezza il linguaggio della scultura. Per l’esposizione nel Padiglione, l’artista statunitense nata a Ginevra parte dalle costellazioni di figure di Giacometti e ne sonda le forze relazionali. Quasi in risposta all’assenza di Alberto Giacometti dal Padiglione svizze- ro, Carol Bove creerà un nuovo gruppo di sculture che trae ispirazione dalle opere figura- tive tardive dell’artista.

Giacometti rifiutava le etichette di appartenenza nazionale
Alberto Giacometti è senza dubbio uno dei più influenti artisti svizzeri del XX secolo. A maggior ragione sorprende la sua assenza dalle Biennali di Venezia. Ripetutamente l’artista, residente a Parigi, fu invitato a esporre a Venezia, ma gli sforzi in tal senso delle autorità elvetiche furono vani. Sin da giovane Giacometti si considerò infatti un artista in- ternazionale, e in quanto tale rifiutò sistematicamente qualsiasi etichetta di appartenenza nazionale. Persino quando suo fratello Bruno costruì il nuovo Padiglione della Svizzera, l’artista declinò una proposta di esporre, suggerendo al suo posto un altro artista. Nel 1956 presentò tuttavia la serie di figure «Femmes de Venise», realizzate in gesso, al Pa- diglione francese. Pochi anni prima di morire, nel 1962 ottenne infine un prestigioso rico- noscimento internazionale proprio dalla Biennale di Venezia, che gli conferì il Gran premio per la scultura.  La 57. Esposizione internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia avrà luogo dal 13 maggio al 27 novembre 2017. Pro Helvetia è responsabile per la partecipazione svizzera alla Biennale di Venezia.

Philipp Kaiser, attivo come curatore indipendente e critico d’arte in California, ha mante- nuto solidi legami con la scena artistica elvetica: presso il rinomato Getty Research Insti- tute di Los Angeles, dove attualmente risiede, sta infatti preparando una grande mostra sul lascito del celebre curatore Harald Szeemann. Kaiser, che ha conseguito un dottorato in storia dell’arte, ha iniziato la sua carriera in Svizzera quale curatore per l’arte moder- na e contemporanea del Museum für Gegenwartskunst di Basilea dal 2001 al 2007. Dopo aver lavorato al Museum of Contemporary Art (MOCA) di Los Angeles, all’età di 39 anni è stato nominato direttore del Museo Ludwig di Colonia. Grazie al ruolo di professore invita- to svolto all’Akademie der Bildenden Künste di Karlsruhe, all’University of California di Los Angeles e, sempre in California, al Claremont Mc Kenna College, vanta inoltre stretti lega- mi con il mondo dell’insegnamento accademico e della ricerca.
Teresa Hubbard (Irlanda, Stati Uniti, Svizzera), nata a Dublino nel 1965, e

Alexander Birchler (Svizzera), nato a Baden nel 1962, formano una coppia artistica dal 1990. I loro lavori fotografici e i loro video intrecciano forme ibride di narrazione ed esplorano i nessi tra vita sociale, memoria e storia che stanno dietro le immagini regi- strate. Citando il critico Jeffrey Kastner, «le opere filmiche di Teresa Hubbard / Alexan- der Birchler costituiscono per certi versi dei gialli, con tutto il potere evocativo poetico e filosofico che le migliori espressioni di questo genere sanno offrire. Non banali polizieschi, ma indagini sui modi in cui il sapere e il non sapere sono correlati». Hubbard ha frequen- tato la Skowhegan School of Painting and Sculpture e il corso di laurea in scultura alla Ya- le University School of Art di New Haven. Birchler ha studiato alla Hochschule für Gestal- tung und Kunst di Basilea e alla University of Art and Design di Helsinki (Finlandia). Nel 1992 entrambi hanno conseguito il master in Belle Arti (MFA) presso il Nova Scotia Colle- ge of Art and Design di Halifax (Canada).
I lavori di Teresa Hubbard / Alexander Birchler sono presenti nelle collezioni di numerose istituzioni, tra cui il Kunsthaus di Zurigo, il Kunstmuseum di Basilea, il Museum of Contem- porary Art di Los Angeles, il Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington D. C., l’Aargauer Kunsthaus di Aarau, il Modern Art Museum di Fort Worth, il Museum of Fine Arts di Houston, la Thyssen-Bornemisza Art Contemporary di Vienna e la Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera.
Al duo artistico sono state dedicate personali ed esposizioni collettive alla 48. Biennale d’arte di Venezia, al Tate Museum di Liverpool, al Whitney Museum of American Art di New York, al Museum of Contemporary Art di Chicago, allo Städel Museum di Francoforte sul Meno, al Museo Reina Sofia di Madrid, al Kunsthaus di Graz, al Mori Museum di Tokyo, al Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart di Berlino, allo Stedelijk Museum di Amster- dam e all’Irish Museum of Modern Art di Dublino. Birchler è Affiliate Research Scholar all’Università del Texas di Austin; presso lo stesso ateneo, Teresa Hubbard detiene la Wil- liam and Bettye Nowlin Endowed Professorship al Dipartimento di arte e storia dell’arte. Teresa Hubbard / Alexander Birchler, che vivono tra Austin (Texas) e Berlino, sono rap- presentati dalla Tanya Bonakdar Gallery di New York, dalla Galerie Vera Munro di Amburgo e dalla Lora Reynolds Gallery di Austin. Nel gennaio 2017, l’Aargauer Kunsthaus di Aarau nel quadro dell’esposizione «Cinéma mon amour. Film in der Kunst» presenterà l’anteprima europea della loro videoinstallazione «Movie Mountain (Méliès)». 
Carol Bove, artista statunitense nata a Ginevra nel 1971 e cresciuta a Berkeley (Califor- nia), è nota per i suoi assemblage che combinano oggetti ritrovati ed elementi da lei stes- sa realizzati. Le sue sculture, i suoi dipinti e le sue stampe, che fondono una vasta gamma di oggetti domestici, industriali e naturali, rivelano la poesia dei loro materiali. Come ha affermato la storica dell’arte Johanna Burton, «Carol Bove produce abbinamenti non per sollecitare impulsi associativi guidati dall’inconscio, ma piuttosto per evocare una sorta di groviglio affettivo che stravolge ogni narrazione storica univoca».
Tra le collezioni permanenti che includono i suoi lavori figurano il Fonds Régional d'Art Contemporain (FRAC) Nord-Pas de Calais di Dunkerque (Francia), l’Institute of Contempo- rary Art di Boston, il MoMA di New York, il Princeton University Art Museum (New Jersey), il Wadsworth Atheneum Museum of Art di Hartford (Connecticut), il Whitney Museum of American Art di New York e la Yale University Art Gallery di New Haven (Connecticut). Carol Bove vanta inoltre mostre personali presso istituzioni quali il MoMA e il High Line at the Rail Yards di New York, The Common Guild di Glasgow, il Palais de Tokyo di Parigi, il Blanton Museum of Art dell’Università del Texas di Austin, la Kunsthalle di Zurigo, l’Institute of Contemporary Art di Boston e il Kunstverein di Amburgo, nonché partecipa- zioni a esposizioni collettive tra cui Documenta 13 (Kassel, Germania), la 54. Biennale d’arte di Venezia e la Whitney Biennial del Whitney Museum of American Art di New York. Carol Bove, co-rappresentata dalle gallerie d’arte David Zwirner e Maccarone, ha studiato all’Università di New York, dove in seguito è stata clinical associate professor di belle arti. Dal 5 novembre al 17 dicembre 2016 la galleria David Zwirner ospiterà «Polka Dots», una personale con gli ultimi lavori dell’artista, che vive e lavora a Brooklyn (New York). 

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