Dal 10 ottobre al 14 gennaio al Getty Museum
A Los Angeles Giovanni Bellini tra natura e spiritualità
Gallerie degli Uffizi, Florence. Photo credit: Scala/Ministero per i Beni e le Attività culturali / Art Resource, NY |
Sacred Allegory (detail), about 1500-1504, Giovanni Bellini, tempera (?) and oil on wood panel
Francesca Grego
06/10/2017
Mondo - In arrivo al Getty Museum di Los Angeles un appuntamento imperdibile per i visitatori d’Oltreoceano e non solo: dal 10 ottobre una rassegna di preziose opere di Giovanni Bellini – tra cui alcune per la prima volta negli States - ripercorrerà motivi e poetica della lunga carriera di un’eccellenza del Rinascimento veneziano.
Al centro del progetto curatoriale diretto da Davide Gasparotto, l’innovativo intreccio di spiritualità e di uno sguardo tutto terreno sulla dolcezza del paesaggio veneto, protagonista delle composizioni del Giambellino al pari di figure umane e divine. Nel dialogo con le ambientazioni di spiccata sensibilità naturalistica le vicende narrate dai dipinti si arricchiscono infatti di ricercate risonanze.
Grazie a prestigiosi prestiti da istituzioni statunitensi ed europee – tra cui le Gallerie dell’Accademia e il Museo Correr di Venezia, gli Uffizi e la Collezione della Banca Popolare di Vicenza - 12 dipinti e un disegno schiudono al pubblico americano l’universo elegante ed evocativo del maestro di Tiziano e Giorgione.
Nel percorso, pietre miliari come il Cristo Benedicente e il San Girolamo che legge nel deserto, tra le più antiche realizzazioni del Bellini giunte fino a noi, ma anche capolavori originali e modernissimi come la Vergine e il Bambino con San Giovanni Battista e una Santa e l’Allegoria Sacra, commissionata dall’esigente Isabella d’Este e tuttora tra le opere più enigmatiche di tutto il Rinascimento.
Un’occasione per apprezzare la potenza estetica ed emozionale che esorbita dalle piccole dimensioni di dipinti di devozione privata, ma anche per conoscere più a fondo la figura di un pioniere che ha lasciato il segno nella storia.
Rampollo di una nota famiglia di artisti, cognato di Andrea Mantegna e capo di una rinomata bottega nella Venezia del tardo Quattrocento, Bellini fu uno dei primi pittori italiani a sperimentare con successo la tecnica fiamminga del dipinto a olio, in alternativa alla tempera all’uovo che fino a quel momento aveva dominato la tradizione italiana.
Nella sua pittura le influenze più diverse, dai modi bizantini alle lezioni di Piero della Francesca, Antonello da Messina, Mantegna e Albrecht Dürer, si innestano in una sintesi perfetta sul sostrato della scuola veneziana, che assurge così ai vertici dell’arte internazionale del suo tempo.
Dalle opere di devozione privata degli esordi, il repertorio del maestro inizia presto a spaziare tra intensi ritratti e pale d’altare di nuova concezione, per arrivare a comprendere negli ultimi anni scene mitologiche e sofisticate allegorie profane.
Giovanni Bellini: Landscapes of Faith in Renaissance Venice sarà visitabile al Getty Center di Los Angeles dal prossimo 10 ottobre al 14 gennaio 2018, in abbinamento alla mostra Sacred Landscapes: Nature in Renaissance Manuscripts.
Leggi anche:
• Lotto, Mantegna e Bellini: l’arte italiana protagonista alla National Gallery nel 2018
• Il Cinquecento di Firenze a Palazzo Strozzi
• Raffaello a Vienna: tele e disegni in mostra all’Albertina
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Grazie a prestigiosi prestiti da istituzioni statunitensi ed europee – tra cui le Gallerie dell’Accademia e il Museo Correr di Venezia, gli Uffizi e la Collezione della Banca Popolare di Vicenza - 12 dipinti e un disegno schiudono al pubblico americano l’universo elegante ed evocativo del maestro di Tiziano e Giorgione.
Nel percorso, pietre miliari come il Cristo Benedicente e il San Girolamo che legge nel deserto, tra le più antiche realizzazioni del Bellini giunte fino a noi, ma anche capolavori originali e modernissimi come la Vergine e il Bambino con San Giovanni Battista e una Santa e l’Allegoria Sacra, commissionata dall’esigente Isabella d’Este e tuttora tra le opere più enigmatiche di tutto il Rinascimento.
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Rampollo di una nota famiglia di artisti, cognato di Andrea Mantegna e capo di una rinomata bottega nella Venezia del tardo Quattrocento, Bellini fu uno dei primi pittori italiani a sperimentare con successo la tecnica fiamminga del dipinto a olio, in alternativa alla tempera all’uovo che fino a quel momento aveva dominato la tradizione italiana.
Nella sua pittura le influenze più diverse, dai modi bizantini alle lezioni di Piero della Francesca, Antonello da Messina, Mantegna e Albrecht Dürer, si innestano in una sintesi perfetta sul sostrato della scuola veneziana, che assurge così ai vertici dell’arte internazionale del suo tempo.
Dalle opere di devozione privata degli esordi, il repertorio del maestro inizia presto a spaziare tra intensi ritratti e pale d’altare di nuova concezione, per arrivare a comprendere negli ultimi anni scene mitologiche e sofisticate allegorie profane.
Giovanni Bellini: Landscapes of Faith in Renaissance Venice sarà visitabile al Getty Center di Los Angeles dal prossimo 10 ottobre al 14 gennaio 2018, in abbinamento alla mostra Sacred Landscapes: Nature in Renaissance Manuscripts.
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