Effetto Leonardo. Opere dalla collezione Carlo Palli

Jiri Kolar, Cosa avete portato, 1990

 

Dal 04 Aprile 2019 al 30 Giugno 2019

Prato

Luogo: Museo di Palazzo Pretorio

Indirizzo: piazza del Comune

Orari: tutti i giorni (eccetto il martedì non festivo) con orario continuato dalle 10.30 alle 18.30. La biglietteria chiude alle 18

Curatori: Stefano Pezzato

Enti promotori:

  • Comune di Prato - Museo di Palazzo Pretorio In collaborazione con il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci

Costo del biglietto: Intero 8 euro, ridotto 6 euro. Tutte le riduzioni sono indicate sul sito

Telefono per informazioni: +39 0574 1934996

E-Mail info: museo.palazzopretorio@comune.prato.it

Sito ufficiale: http://www.palazzopretorio.prato.it



L'eco di celebrazioni diffuse per il cinquecentenario della morte di Leonardo (nato a Vinci nel 1452, scomparso ad Amboise nel 1519) si riverbera anche da Prato, dove dal 5 aprile al 30 giugno 2019 si apre la mostra EFFETTO LEONARDO. Opere dalla collezione Carlo Palli, realizzata dal Museo di Palazzo Pretorio in collaborazione con il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci al quale il collezionista pratese nel 2006 ha donato 200 opere della sua raccolta d'arte contemporanea.
 
La mostra al Museo di Palazzo Pretorio – curata dal responsabile di collezioni e archivi del Centro Pecci, Stefano Pezzato, col coordinamento della conservatrice del Museo civico, Rita Iacopino, e allestimento dell'architetto Francesco Procopio – presenta oltre 80 opere di 50 artisti italiani e internazionali articolate in un percorso tematico d'ispirazione leonardesca, quale omaggio al genio vinciano e in "continuità" sia con la grande tradizione storico-artistica della Toscana sia con la vocazione all'arte contemporanea della città di Prato, dove sono sorte e hanno sede varie raccolte contemporanee d'eccellenza.
 
Opera simbolo della mostra è il famoso ritratto senile di Leonardo rielaborato graficamente da Man Ray in un ready made aiutato del 1967, che riafferma la matrice duchampiana dell'objet trouvé e spiana la strada al recupero postmoderno di icone universali come Leonardo, ironicamente "ritrovato" col sigaro in bocca. Premessa alla mostra diventa così la tela del "paroliere" Ben Vautier che riporta l'assunto manifesto dell'arte concettuale: L'arte è un discorso sull'arte. Tutta la mostra si presenta infatti come un "discorso sull'arte" di Leonardo, il suo mito, le sue ricerche e le sue attività, i suoi capolavori e i suoi codici, rivisitati e reinterpretati, ripresi o evocati da decine di artisti in Italia e nel mondo nell'arco di tre decenni, dalla fine degli anni Sessanta al Duemila.
 
Al piano terra del Museo di Palazzo Pretorio la mostra si dipana in sezioni contigue di opere dedicate a: Leonardo e Monna Lisa; parole sull'arte (e Leonardo); la scrittura riflessa; l'ultima cena; la natura; l'anatomia e la fisiognomica; il disegno e la pittura; gli strumenti e le macchine; il volo.
Al primo piano del Museo sono presentate invece altre "scelte del collezionista" intorno all'immaginario leonardiano che costituisce il filo conduttore della mostra.
Tutto il percorso, in fondo, è frutto di scelte, intenzioni e opportunità del pratese Carlo Palli (ex tennista, poi gallerista, mercante d'arte e battitore d'asta, quindi collezionista passionale e archiviatore irriducibile, committente e sodale di molti artisti), della sua predilezione per le ricerche artistiche neo-dadaiste, in particolare il Nouveau Realisme e la Pop Art, Fluxus e la Poesia Visiva, delle sue frequentazioni assidue con azionisti e performers, musicisti sperimentali, poeti irregolari, artisti intermediali; tutte esperienze artistiche che riprendono o ripercorrono motivi culturali e fatti sociali in chiave concettuale eppure divertita, sottile e anche pungente, intelligente ma spesso irriverente, in forme che sono ora proposte in questa mostra.
 
ARTISTI
Ay-O, Anna Banana, Massimo Barzagli, Mirella Bentivoglio, Alighiero Boetti, Umberto Buscioni, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Giuseppe Desiato, Paul De Vree, Herman De Vries, Jean Dupuy, Lawrence Ferlinghetti, Giovanni Fontana, Claudio Francia, John Furnival, Fabrizio Garghetti, John Giorno, Klaus Groh, Pietro Grossi, Al Hansen, Geoffrey Hendricks, Allan Kaprow, Jiri Kolar, Ketty La Rocca, Arrigo Lora-Totino, George Maciunas, Roberto Malquori, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Larry Miller, Yoko Ono, Luciano Ori, Orlan, Ben Patterson, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Man Ray, Gianni Ruffi, Serge III, Mario Schifano, Daniel Spoerri, Stelarc, Luigi Tola, Karel Trinkewitz, Ben Vautier, Emilio Villa, Rodolfo Vitone, Wolf Vostell
 
Inaugurazione: giovedì 4 aprile 2019 ore 18.30

Performance di Philip Corner
Compositore, musicista, pittore, performer calligrafo e soprattutto artista che con i suoi interventi performativi e visivi è stato uno dei promotori del movimento Fluxus sulla scena dell’arte internazionale, Philip Corner sarà a Palazzo Pretorio, venerdì 7 giugno (ore 18), per una performance livepromossa all’interno della mostra .
L’artista statunitense, di cui sono presenti in mostra due opere, si esibirà insieme alla moglie Phoebe Neville, ballerina e coreografa, nella performance Se non è in fluxus è petrificatus; Gong/Orecchio - duetto con Les gongs qui virvoltage di Michel Vogel, e cymballes balinaises, Out of John’s Cage / Fuori dalla Gabbia do John - con la partecipazione del pubblico, FLU--XUS canto comunale.
Philip Corner (New York, 1933), compie studi accademici alla Columbia University, a Parigi è nella classe di Olivier Messiaen, durante l’esperienza militare in Corea si avvicina alla calligrafia orientale, la vicinanza con John Cage e l’interesse per la sua ricerca sull’aleatorietà e indeterminazione sono alla base della sua scrittura musicale e poetica. Artista, musicista e compositore versatile, creatore di installazioni oggettuali, partiture calligrafiche, disegni e collage, è membro storico del movimento Fluxus. Nel 1962 ha partecipato al primo Festival del movimento a Wiesbaden dove ha eseguito l'azione Piano Activities, nello stesso anno ha iniziato la sua collaborazione con il Judson Dance Theatre a New York contribuendo alla nascita di gruppi e collettivi sperimentali di musica e danza contemporanea. Tra le performance italiane la partecipazione alla Biennale di Venezia ' 90, The Fluxus Constellation a Villa Croce e la recente Spinola Contemporanea nel museo genovese di piazza Pellicceria. 


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