Arte allo specchio

L'autoritratto ai tempi del selfie

courtesy © 2013 Ai Weiwei (@aiww / Instagram.com)
 

L. Sanfelice

16/12/2013

“E’ paradossale. La fotografia non è mai stata tanto popolare, ma è prossima alla distruzione. Non ci sono mai stati tanti fotografi come in questo momento, eppure la fotografia sta morendo”. Antonio Olmos, intervistato da Stuart Jeffries del The Guardian immortala così la settimana in cui una riflessione sullo stato del mezzo fotografico si dimostra un’urgenza. E’ infatti la stessa settimana in cui l’immagine maggiormente riprodotta è lo scatto di qualcuno che fotografa qualcun’altro nell’atto di fotografarsi: la settimana insomma dell'autoscatto del primo ministro danese Helle Thorning Schmidt, in compagnia di David Cameron e Barack Obama durante il Memorial Service per Nelson Mandela. Al di là delle polemiche di carattere politico volte a stabilire l’opportunità di questa foto in particolare, l’immagine rubata da Roberto Schmidt per conto dell’Agence France Presse cattura la natura narcisistica della fotografia nell'era degli smartphone.

Quello che un tempo, nel campo dell'arte, era definito l'autoritratto diventa così una pratica talmente diffusa che nell'implementazione dei telefoni di ultima generazione è inclusa la front-facing camera per facilitare questo genere di scatto, e nell'agosto del 2013 la parola "selfie" (autoscatto appunto) fa il suo ingresso nell'Oxford Dictionary.

E il mondo dell'arte non può fare a meno di osservare criticamente il fenomeno e lavorare all'elaborazione di un rapporto con esso. Come ha azzardato lo scorso ottobre la Moving Image Contemporary Art Fair di Londra attraverso la mostra National #Selfie Portrait Gallery, primo tentativo organico di accogliere in uno spazio espositivo l'ultima frontiera della fotografia.

Facendo un giro su Instagram tra i profili di artisti noti (qui un elenco di 25 artisti da seguire stilato dall'Huffington Post), sarà inoltre molto facile imbattersi in un selfie d'autore. Ai Weiwei, ad esempio, è un maestro del genere.
A dimostrazione che nessuno è immune al fascino di questa particolare forma espressiva.
 

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