Caffi. Luci del Mediterraneo

Opera di Ippolito Caffi
20/02/2006
Fino al 2 maggio, al pittore bellunese Ippoliti Caffi (1809 - 1866) è dedicata la prima grande mostra antologica che, dopo l'esposizione di Belluno, approda al Museo di Roma Palazzo Braschi, riunendo oltre cento vedute (tra cui numerosi inediti), un nucleo significativo di opere grafiche, tra disegni e acquarelli, e i suoi album e taccuini, schizzi appuntati nel corso di viaggi o di operazioni belliche; opere prestate da musei italiani ed esteri e da collezionisti privati, che mettono in luce l'abilità di Caffi nelle resa delle figure e il suo esasperato interesse per la varietà umana.
Tra i più acclamati artisti del tempo, fu personalità inquieta, spirito avventuroso, viaggiatore instancabile e patriota convinto con l’adesione ai moti del 1848-49, la persecuzione austriaca, la partecipazione alla terza Guerra d'Indipendenza, fino alla prematura morte nella battaglia di Lissa. Le dolomiti bellunesi, i colori del Mediterraneo, la curiosità del positivista, convergono nell’opera di questo artista romantico, tra i più originali vedutisti dell'Ottocento italiano, dal respiro europeo che lo avvicina a Corot e dalle "differenti ma pur contigue attitudini visionarie" che lo assimilano al contemporaneo Turner.
Singolare figura di artista-reporter, testimone sensibile di eventi atmosferici, fatti di cronaca, situazioni urbane, fu ardito al punto da voler provare il volo in pallone aerostatico (per documentare un nuovo punto di vista) e da spingersi in Oriente. Per la sua abilità prospettica meritò la definizione di ultimo erede di Cataletto, ma seppe superare la tradizione canalettina, arricchendola con un profondo senso di ampiezza atmosferica e con un ricercato studio sugli effetti di luce, "traghettando il paesaggismo - come scrive Giandomenico Romanelli - verso una nuova stagione, verso la macchia, verso la densità dei colori aggrumati, bianchi squillanti e rossi aranciati di tramonti di fuoco e il mauve delicato di albe primaverili". E' una “luce emotiva" quella che rende i suoi quadri tanto affascinanti ed amati.
I luoghi del suo girovagare sono anche quelli che immortala sulle tele: Belluno, Venezia, Roma, Napoli, la Sicilia, le mete del suo viaggio in Medio Oriente (Atene, Costantinopoli, la Siria, l'Egitto, Malta) e quelle del suo esilio una volta caduta la Repubblica di Venezia (1849): Genova, Nizza, Torino, Parigi; città colte in una esplosione di feste e colori: “Le cognizioni sono la sorgente donde viene la felicità”, scriveva.
Ippolito Caffi. Luci del Mediterraneo
15 febbraio 2006 - 2 maggio 2006
Museo di Roma – Palazzo Braschi
Via di San Pantaleo (Piazza Navona) - 00186 Roma
Tel: 0667108346; 0682077304
Da martedì a domenica: 9,00 - 19,00; lunedì chiuso
www.museodiroma.comune.roma.it/
Tra i più acclamati artisti del tempo, fu personalità inquieta, spirito avventuroso, viaggiatore instancabile e patriota convinto con l’adesione ai moti del 1848-49, la persecuzione austriaca, la partecipazione alla terza Guerra d'Indipendenza, fino alla prematura morte nella battaglia di Lissa. Le dolomiti bellunesi, i colori del Mediterraneo, la curiosità del positivista, convergono nell’opera di questo artista romantico, tra i più originali vedutisti dell'Ottocento italiano, dal respiro europeo che lo avvicina a Corot e dalle "differenti ma pur contigue attitudini visionarie" che lo assimilano al contemporaneo Turner.
Singolare figura di artista-reporter, testimone sensibile di eventi atmosferici, fatti di cronaca, situazioni urbane, fu ardito al punto da voler provare il volo in pallone aerostatico (per documentare un nuovo punto di vista) e da spingersi in Oriente. Per la sua abilità prospettica meritò la definizione di ultimo erede di Cataletto, ma seppe superare la tradizione canalettina, arricchendola con un profondo senso di ampiezza atmosferica e con un ricercato studio sugli effetti di luce, "traghettando il paesaggismo - come scrive Giandomenico Romanelli - verso una nuova stagione, verso la macchia, verso la densità dei colori aggrumati, bianchi squillanti e rossi aranciati di tramonti di fuoco e il mauve delicato di albe primaverili". E' una “luce emotiva" quella che rende i suoi quadri tanto affascinanti ed amati.
I luoghi del suo girovagare sono anche quelli che immortala sulle tele: Belluno, Venezia, Roma, Napoli, la Sicilia, le mete del suo viaggio in Medio Oriente (Atene, Costantinopoli, la Siria, l'Egitto, Malta) e quelle del suo esilio una volta caduta la Repubblica di Venezia (1849): Genova, Nizza, Torino, Parigi; città colte in una esplosione di feste e colori: “Le cognizioni sono la sorgente donde viene la felicità”, scriveva.
Ippolito Caffi. Luci del Mediterraneo
15 febbraio 2006 - 2 maggio 2006
Museo di Roma – Palazzo Braschi
Via di San Pantaleo (Piazza Navona) - 00186 Roma
Tel: 0667108346; 0682077304
Da martedì a domenica: 9,00 - 19,00; lunedì chiuso
www.museodiroma.comune.roma.it/
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