Dal 25 marzo il nuovo allestimento di Pier Luigi Pizzi

A Venezia riapre la Quadreria di Palazzo Ducale: le novità, da Artemisia a Tiziano

Giambattista Tiepolo, Venezia riceve da Nettuno i doni del mare, 1745, Venezia, Palazzo Ducale.
 

Francesca Grego

15/03/2023

Venezia - Storica sede dei Dogi, fino alla fine del Settecento il Palazzo Ducale di Venezia ospitava un’esorbitante collezione di dipinti: da Giovanni Bellini a Tiziano Vecellio, da Hieronymus Bosch a Jacopo Tintoretto, i più grandi artisti veneti e non solo hanno impreziosito l’edificio simbolo della Serenissima grazie a commissioni dirette, acquisti e prestigiose donazioni. A partire dal prossimo 25 marzo, la riapertura della Quadreria di Palazzo Ducale offrirà un colpo d’occhio su questa straordinaria pagina d’arte con un nuovo allestimento firmato dall’architetto e scenografo Pier Luigi Pizzi. In una suggestiva enfilade di sale, accanto agli storici tesori del palazzo i visitatori troveranno un importante nucleo di dipinti concessi in prestito a lungo termine da una collezione privata: il Doppio ritratto di dama con figlia di Tiziano, appartenuto all’illustre raccolta Barbarigo, la Maria Maddalena in estasi di Artemisia Gentileschi, L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria di Tintoretto, e poi opere di Antoon Van Dyck, Giovanni Cariani, Maerten de Vos… 


Artemisia Gentileschi, Maria Maddalena in estasi, 1620-25 circa. Olio su tela, 81 x 105 cm. Palazzo Ducale, Venezia, in deposito da collezione privata 

In ambienti dai nomi evocativi - la Sala dei Cuoi, la Sala della Quarantia Criminale e la Sala del Magistrato alle Leggi - rivive così una tradizione che risale ai primi del Seicento, quando accanto ai dipinti “istituzionali” all’interno del palazzo si iniziarono a esporre opere da cavalletto provenienti da collezioni private. Come quella del Cardinal Domenico Grimani, che introdusse nella sede dei dogi la pittura fiamminga, “un esempio delle relazioni culturali della Serenissima con il resto dell’Europa” come spiega la responsabile del museo Chiara Squarcina. “In omaggio a quella tradizione secolare”, prosegue Squarcina, “si è deciso di dedicare la Sala dei Cuoi all’esposizione di opere fiamminghe, tra le quali l’unica superstite di quelle offerte alla pubblica fruizione in Palazzo a partire dal 1615: quell’Inferno già attribuito al Civetta (Henry Met de Bles) e oggi più opportunamente ricondotto a un anonimo seguace di Bosch, o il Cristo deriso di Quentin Metsys”. 


Tiziano Vecellio, Ritratto di dama con la figlia, 1550 circa. Olio su tela. Venezia, Palazzo Ducale, in deposito da collezione privata

La visita prosegue con le meraviglie di casa, testimoni dell’antico patrimonio di Palazzo Ducale. Qui troviamo opere dal potente valore simbolico eseguite dai più celebri maestri della pittura lagunare, come Venezia riceve da Nettuno i doni del mare di Giambattista Tiepolo, la Pietà di Giovanni Bellini o la Madonna con Bambino e due angeli di Tiziano. 
Realizzato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con il supporto di Venice International Foundation, il restyling della Quadreria non è l’unica novità a Palazzo Ducale, dove è in corso una complessa campagna di riqualificazione funzionale. “I lavori - ha spiegato il sindaco Luigi Brugnaro - consentiranno di disporre di una banca dati ragionata sullo stato di conservazione delle superfici che potrà funzionare come base per la progettazione e programmazione degli interventi di restauro. Bassorilievi, pietre d'Istria, marmi provenienti dalle più diverse cave in relazione al loro colore, fregi che impreziosiscono quello straordinario scrigno di arte, storia e mito che è il Palazzo dei Dogi, antica sede del potere della Serenissima”. 


Jacopo Tintoretto (1519 - 1594), L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria, 1560-1570. Olio su tela, 99.30 x 177.10 cm. Collezione privata, in prestito a Palazzo Ducale, Venezia 

E mentre si attende l’inaugurazione della grande mostra su Carpaccio, il presidente di Fondazione MUVE Cristina Gribaudi annuncia l’apertura tra poche settimane di un “itinerario segreto” che svelerà ambienti da sempre inaccessibili al pubblico. E “dopo Artemisia Gentileschi”, prosegue Gribaudi, “la Sala della Quarantia Civil Vecchia accoglierà nel corso dell’anno nuovi Ospiti a Palazzo: opere provenienti dalle ricche collezioni d’arte della Fondazione Musei Civici di Venezia e non sempre fruibili da parte del pubblico, a cui se ne alterneranno altre, altrettanto importanti, provenienti da prestigiose collezioni private”. 

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