Bruce Nauman. Neons Corridors Rooms
Dal 14 Settembre 2022 al 26 Febbraio 2023
Milano
Luogo: Pirelli HangarBicocca
Indirizzo: Via Chiese 2
Orari: lun-mer chiuse. Gio-dom 10.30-20.30
Curatori: Roberta Tenconi e Vicente Todolí
Enti promotori:
- Pirelli HangarBicocca
- Tate Modern Londra
- Stedelijk Museum Amsterdam
Telefono per informazioni: +39 02 66 11 15 73
E-Mail info: info@hangarbicocca.org
Sito ufficiale: http://pirellihangarbicocca.org
Pirelli HangarBicocca presenta, dal 15 settembre 2022 al 26 febbraio 2023, la mostra “Neons Corridors Rooms”, dedicata a Bruce Nauman, uno degli artisti viventi di maggior rilievo della storia dell’arte contemporanea. L’esposizione, organizzata da Pirelli HangarBicocca, Milano, in collaborazione con Tate Modern, Londra, e Stedelijk Museum Amsterdam, offre una panoramica approfondita sulla ricerca spaziale dell’artista e le sue sperimentazioni con l’architettura, l’uso della luce, del suono, del linguaggio e del video.
La mostra “Neons Corridors Rooms” raccoglie trenta opere realizzate dalla seconda metà degli anni sessanta che esplorano la dimensione più innovativa della pratica di Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana, 1941; vive e lavora in New Mexico) con un focus sulla sua ricerca spaziale e architettonica. Il progetto espositivo fa luce su questo ambito specifico, meno conosciuto e studiato, della ricerca espressiva dell’artista che in oltre cinquant’anni di carriera ha indagato la condizione umana e il significato più profondo del fare arte, abbracciando con attitudine radicale e pionieristica diversi media – installazione, video, scultura, performance, fotografia, disegno e suono.
In aggiunta a lavori presentati nelle retrospettive di Londra (ottobre 2020-febbraio 2021) e Amsterdam (giugno-ottobre 2021) l’esposizione di Milano, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan, si arricchisce di una nuova selezione che include alcune delle installazioni più emblematiche di Nauman, provenienti da numerose collezioni pubbliche e private internazionali – tra cui Artist Rooms National Galleries of Scotland and Tate, Centre Pompidou, Parigi, IVAM, Valencia, Hamburger Kunsthalle, Amburgo, Kunstmuseum, Basilea, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam, Solomon R. Guggenheim Museum / Panza Collection, New York, Stedelijk Museum, Amsterdam, Tate Modern, Londra, così come Annibale Berlingieri Collection, Benesse Collection, Okayama, Collection of Jack and Nell Wendler, Courtesy of Wendler Family LLC, Daskalopoulos Collection, Dia Art Foundation, Emanuel Hoffmann Foundation, FER Collection, Froehlich Collection, Herbert Foundation, Ghent, e Bruce Nauman Studio. Estendendosi sulla superficie di oltre 5.000 metri quadrati delle Navate di Pirelli HangarBicocca e occupando anche altri spazi, come la Sala lettura e l’area esterna, la mostra riunisce per la prima volta le varie tipologie di corridoi e stanze, oltre a sei neon, cinque installazioni video e sonore, e una selezione di tunnel, ovvero modelli scultorei per architetture sotterranee. Il percorso espositivo che copre un arco di ricerca di quasi quarant’anni raggruppa le opere secondo nuclei tematici, mettendo così in luce da una parte le variazioni e i tratti comuni tra i diversi lavori, e dall’altra l’estensione e la continua sperimentazione dell’artista.
Realizzati a partire dalla fine degli anni sessanta, i corridoi sono strutture concepite da Bruce Nauman per manipolare, registrare e testare l’esperienza e i movimenti dello spettatore all’interno di uno spazio. La loro architettura obbliga il visitatore a un percorso fisico quanto emotivo, che invita a prendere coscienza dei propri limiti e della propria corporalità. La mostra racconta la genesi e lo sviluppo di questo corpus di lavori proprio a partire dal primo corridoio realizzato dall’artista, Performance Corridor (1969). L’idea per l’opera nasce da una performance registrata nel video Walk with Contrapposto (1968) – anch’esso presente nell’esposizione di Milano –, in cui Nauman cammina avanti e indietro in uno stretto passaggio con movimenti esagerati del bacino, imitando le pose delle sculture classiche. L’anno successivo, nel 1969, per una mostra al Whitney Museum di New York, l’artista espone come scultura praticabile la struttura da lui impiegata nel video, invitando i visitatori a utilizzarla a loro volta. Se fino a quel momento Nauman con i suoi video e performance si era concentrato sulla sua presenza e figura, con Performance Corridor l’artista sposta la sua attenzione e ricerca sullo spettatore e sul rapporto che instaura con lo spazio circostante.
“Neons Corridors Rooms” rivela come questa pratica diventi un mezzo per Nauman per sperimentare con lo spazio e con il corpo in maniera sempre più radicale. L’esposizione investiga infatti le diverse tipologie di corridoi che sono seguiti negli anni e concepiti con nuove forme, dimensioni e modalità di fruizione rispetto al primo, divenendo sempre più complessi fino a inglobare stanze e a inserire elementi e dispositivi sonori, luminosi, tattili, plastici o visivi, per alterare la percezione e creare un senso di spaesamento. In Green Light Corridor (1970), per esempio, una luce fluorescente di colore verde invade l’angusto spazio percorribile tra le due pareti; mentre nell’installazione Corridor Installation with Mirror – San Jose Installation (Double Wedge Corridor with Mirror) (1970) Nauman utilizza uno specchio per disorientare i visitatori che l’attraversano. Realizzato a Milano nel 1971 alla galleria Françoise Lambert, e qui ricostruito per la prima volta, Funnel Piece (Françoise Lambert Installation) (1971) impiega invece la luce naturale come fattore generativo dell’esperienza. In maniera simile strumenti elettronici e di sorveglianza, come videocamere a circuito chiuso, fungono da elementi per riflettere sulle reazioni nel comportamento e nel movimento delle persone quando scoprono di essere registrate e controllate, come avviene in Going Around the Corner Piece with Live and Taped Monitors (1970).
Con Dream Passage with Four Corridors (1984), opera che apre la mostra “Neons Corridors Rooms”, l’artista utilizza corridoi, luci colorate fluorescenti e oggetti comuni, come delle sedie e dei tavoli, per creare un ambiente domestico e onirico. Mentre in MAPPING THE STUDIO II with color shift, flip, flop, & flip/flop (Fat Chance John Cage) (2001), installata nello spazio del Cubo, l’artista si concentra sugli aspetti solitamente trascurati e apparentemente ininfluenti del mondo che ci circonda, documentando in sette proiezioni video le attività notturne del suo studio in New Mexico. Come suggerisce anche il titolo, le immagini sono alterate cromaticamente o ribaltate, si modificano in modo quasi impercettibile, provocando un senso di dislocazione spaziale e temporale in chi le osserva. Nell’installazione audio Raw Materials (2004) l’artista crea un vero e proprio paesaggio sonoro. L’opera, commissionata per la Turbine Hall della Tate Modern nel 2004, è installata per la prima volta all’aperto, nell’area esterna di Pirelli HangarBicocca, e riproduce in loop 21 registrazioni audio legate ad altrettanti precedenti lavori dell’artista, ripercorrendone la lunga carriera in un percorso di rimandi, flashback e alterazioni acustiche.
Le tracce audio di Raw Materials rivelano un altro aspetto fondamentale della pratica di Bruce Nauman: l’utilizzo del linguaggio e delle sue molteplici possibilità relazionali. Questo tema appare ancora più evidente nelle opere realizzate con il neon, tra le più note e celebrate dell’artista. In Pirelli HangarBicocca viene presentata una significativa selezione, che ne racconta l’evoluzione. Questi lavori indagano la natura formale e psicologica del linguaggio e le potenzialità trasformative del testo scritto. La riflessione sull’arte e sulla figura dell’artista sono centrali nei primissimi neon della fine degli anni sessanta come The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths (Window or Wall Sign) (1967) e My Name As Though it Were Written on the Surface of the Moon (1968). Mentre giochi di parole e indagini sempre più complesse sull’esistenza umana e sugli aspetti disturbanti dell’infanzia compaiono in Run from Fear, Fun from Rear (1972), in One Hundred Live and Die (1984) o in Hanged Man (1985).
Bruce Nauman
Numerose delle più importanti istituzioni internazionali hanno ospitato esposizioni e progetti personali di Bruce Nauman, quali M Woods, Pechino (2022); Punta della Dogana-Pinault Collection, Venezia (2021-2022); Stedelijk Museum Amsterdam (2021); Tate Modern, Londra (2020-2021); Museo Picasso Malaga (2019); Schaulager, Basilea, MoMA Museum of Modern Art e MoMA PS1, New York (2018–2019); Philadelphia Museum of Art (2016); Fondation Cartier, Parigi (2015); Museum of Contemporary Art, San Diego (2008); Berkeley Art Museum, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino, e Menil Collection (2007-2008); e Tate Modern, Londra (2004), oltre alla grande retrospettiva organizzata nel 1993-1995 dal Walker Art Center, Minneapolis e Hirshhorn Museum, Washington D.C. La sua prima retrospettiva è stata presentata presso Los Angeles County Museum of Art e ha viaggiato al Whitney Museum of American Art, New York, e in altre istituzioni internazionali (1972-1974). Nauman ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive e biennali, tra cui Biennale di Venezia (2015, 2013, 2007, 1999, 1987, 1980 e 1978); e documenta, Kassel (1992, 1982, 1977, 1972 e 1968). Ha ricevuto numerosi premi, tra i quali Frederick Kiesler Prize for Architecture and the Arts, Austria (2014); Centennial Medal Laureates, American Academy, Roma (2009); Beaux-Arts Magazine Art Awards: Best International Artist, Parigi, Praemium Imperiale Prize for Visual Arts, Giappone (2004); Honorary Doctor of Arts, California Institute of the Arts, Valencia (2000); e il Wolf Foundation Prize in Arts (Sculpture), Israele (1993). Nel 2009 ha rappresentato gli Stati Uniti alla 53. Biennale di Venezia vincendo il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale, mentre nel 1999 ha vinto il Leone d’oro alla carriera alla 48. Biennale di Venezia.
Un ringraziamento speciale a Sperone Westwater, New York, principale galleria rappresentante di Bruce Nauman, che espone i suoi lavori dal 1976.
“Neons Corridors Rooms” è supportata anche da TERRA Foundation for American Art
La Terra Foundation for American Art è dedita a promuovere l’esplorazione, la comprensione e la ricezione dell’arte visiva degli Stati Uniti da parte di un pubblico nazionale e internazionale. Riconoscendo l’importanza della fruizione di opere d’arte originali, la Fondazione fornisce opportunità di scambio e di studio, partendo dalla presentazione e dall'arricchimento della propria collezione di opere, con sede a Chicago. Allo scopo di favorire il dialogo interculturale sull’arte americana, la Fondazione offre il proprio sostegno, e collabora, a mostre, progetti di ricerca e programmi didattici innovativi. Insita in queste attività è la convizione che l’arte sia potenzialmente in grado di differenziare ma anche di unire le culture.
Il catalogo
In occasione della mostra “Neons Corridors Rooms” viene pubblicata una monografia che presenta gli studi più recenti sulla ricerca spaziale e architettonica di Bruce Nauman. Analizzando e approfondendo gli sviluppi concettuali, le variazioni formali e l’attualità di questo corpus di opere, il catalogo include contributi commissionati a: Francesca Esmay, Alfred Fletchtheim Director of Engagment, Conservation and Collection Care al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, precedentemente co-responsabile al museo per il progetto Panza Collection Initiative; Joan Simon, critica e curatrice indipendente, già curatrice del catalogo ragionato di Bruce Nauman (1994); e Gloria Sutton, Associate Professor for Contemporary Art History presso la Northeastern University Art + Design di Boston. Insieme a un’ampia documentazione fotografica dei lavori, il volume comprende inoltre un testo dei curatori della mostra Roberta Tenconi e Vicente Todolí sulla specificità del progetto espositivo e schede dettagliate sulle opere, corredate da una ricca selezione di immagini e documenti di archivio, redatte da curatori, studiosi e ricercatori provenienti da istituzioni internazionali, tra cui: Lucia Aspesi, Vincent Baby, Ben Borthwick, Matilde Guidelli-Guidi, Mariagiulia Leuzzi, Ted Mann, Teodora di Robilant, Francesco Stocchi, Taylor Walsh e Katy Wan.
Il programma espositivo
“Neons Corridors Rooms” è parte del programma artistico 2022-2023, concepito dal Direttore Artistico Vicente Todolí assieme al dipartimento curatoriale: Roberta Tenconi, Curatrice; Lucia Aspesi, Assistente Curatrice; Fiammetta Griccioli, Assistente Curatrice. Il programma prosegue, nello spazio delle Navate, con le mostre di Ann Veronica Janssens (dal 6 aprile al 30 luglio 2023); e James Lee Byars (da ottobre 2023 a marzo 2024). Nello spazio dello Shed: Dineo Seshee Bopape (dal 6 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023); Gian Maria Tosatti (dal 23 febbraio al 16 luglio 2023); e Thao Nguyen Phan (da settembre 2023 a febbraio 2024).
La mostra “Neons Corridors Rooms” raccoglie trenta opere realizzate dalla seconda metà degli anni sessanta che esplorano la dimensione più innovativa della pratica di Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana, 1941; vive e lavora in New Mexico) con un focus sulla sua ricerca spaziale e architettonica. Il progetto espositivo fa luce su questo ambito specifico, meno conosciuto e studiato, della ricerca espressiva dell’artista che in oltre cinquant’anni di carriera ha indagato la condizione umana e il significato più profondo del fare arte, abbracciando con attitudine radicale e pionieristica diversi media – installazione, video, scultura, performance, fotografia, disegno e suono.
In aggiunta a lavori presentati nelle retrospettive di Londra (ottobre 2020-febbraio 2021) e Amsterdam (giugno-ottobre 2021) l’esposizione di Milano, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan, si arricchisce di una nuova selezione che include alcune delle installazioni più emblematiche di Nauman, provenienti da numerose collezioni pubbliche e private internazionali – tra cui Artist Rooms National Galleries of Scotland and Tate, Centre Pompidou, Parigi, IVAM, Valencia, Hamburger Kunsthalle, Amburgo, Kunstmuseum, Basilea, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam, Solomon R. Guggenheim Museum / Panza Collection, New York, Stedelijk Museum, Amsterdam, Tate Modern, Londra, così come Annibale Berlingieri Collection, Benesse Collection, Okayama, Collection of Jack and Nell Wendler, Courtesy of Wendler Family LLC, Daskalopoulos Collection, Dia Art Foundation, Emanuel Hoffmann Foundation, FER Collection, Froehlich Collection, Herbert Foundation, Ghent, e Bruce Nauman Studio. Estendendosi sulla superficie di oltre 5.000 metri quadrati delle Navate di Pirelli HangarBicocca e occupando anche altri spazi, come la Sala lettura e l’area esterna, la mostra riunisce per la prima volta le varie tipologie di corridoi e stanze, oltre a sei neon, cinque installazioni video e sonore, e una selezione di tunnel, ovvero modelli scultorei per architetture sotterranee. Il percorso espositivo che copre un arco di ricerca di quasi quarant’anni raggruppa le opere secondo nuclei tematici, mettendo così in luce da una parte le variazioni e i tratti comuni tra i diversi lavori, e dall’altra l’estensione e la continua sperimentazione dell’artista.
Realizzati a partire dalla fine degli anni sessanta, i corridoi sono strutture concepite da Bruce Nauman per manipolare, registrare e testare l’esperienza e i movimenti dello spettatore all’interno di uno spazio. La loro architettura obbliga il visitatore a un percorso fisico quanto emotivo, che invita a prendere coscienza dei propri limiti e della propria corporalità. La mostra racconta la genesi e lo sviluppo di questo corpus di lavori proprio a partire dal primo corridoio realizzato dall’artista, Performance Corridor (1969). L’idea per l’opera nasce da una performance registrata nel video Walk with Contrapposto (1968) – anch’esso presente nell’esposizione di Milano –, in cui Nauman cammina avanti e indietro in uno stretto passaggio con movimenti esagerati del bacino, imitando le pose delle sculture classiche. L’anno successivo, nel 1969, per una mostra al Whitney Museum di New York, l’artista espone come scultura praticabile la struttura da lui impiegata nel video, invitando i visitatori a utilizzarla a loro volta. Se fino a quel momento Nauman con i suoi video e performance si era concentrato sulla sua presenza e figura, con Performance Corridor l’artista sposta la sua attenzione e ricerca sullo spettatore e sul rapporto che instaura con lo spazio circostante.
“Neons Corridors Rooms” rivela come questa pratica diventi un mezzo per Nauman per sperimentare con lo spazio e con il corpo in maniera sempre più radicale. L’esposizione investiga infatti le diverse tipologie di corridoi che sono seguiti negli anni e concepiti con nuove forme, dimensioni e modalità di fruizione rispetto al primo, divenendo sempre più complessi fino a inglobare stanze e a inserire elementi e dispositivi sonori, luminosi, tattili, plastici o visivi, per alterare la percezione e creare un senso di spaesamento. In Green Light Corridor (1970), per esempio, una luce fluorescente di colore verde invade l’angusto spazio percorribile tra le due pareti; mentre nell’installazione Corridor Installation with Mirror – San Jose Installation (Double Wedge Corridor with Mirror) (1970) Nauman utilizza uno specchio per disorientare i visitatori che l’attraversano. Realizzato a Milano nel 1971 alla galleria Françoise Lambert, e qui ricostruito per la prima volta, Funnel Piece (Françoise Lambert Installation) (1971) impiega invece la luce naturale come fattore generativo dell’esperienza. In maniera simile strumenti elettronici e di sorveglianza, come videocamere a circuito chiuso, fungono da elementi per riflettere sulle reazioni nel comportamento e nel movimento delle persone quando scoprono di essere registrate e controllate, come avviene in Going Around the Corner Piece with Live and Taped Monitors (1970).
Con Dream Passage with Four Corridors (1984), opera che apre la mostra “Neons Corridors Rooms”, l’artista utilizza corridoi, luci colorate fluorescenti e oggetti comuni, come delle sedie e dei tavoli, per creare un ambiente domestico e onirico. Mentre in MAPPING THE STUDIO II with color shift, flip, flop, & flip/flop (Fat Chance John Cage) (2001), installata nello spazio del Cubo, l’artista si concentra sugli aspetti solitamente trascurati e apparentemente ininfluenti del mondo che ci circonda, documentando in sette proiezioni video le attività notturne del suo studio in New Mexico. Come suggerisce anche il titolo, le immagini sono alterate cromaticamente o ribaltate, si modificano in modo quasi impercettibile, provocando un senso di dislocazione spaziale e temporale in chi le osserva. Nell’installazione audio Raw Materials (2004) l’artista crea un vero e proprio paesaggio sonoro. L’opera, commissionata per la Turbine Hall della Tate Modern nel 2004, è installata per la prima volta all’aperto, nell’area esterna di Pirelli HangarBicocca, e riproduce in loop 21 registrazioni audio legate ad altrettanti precedenti lavori dell’artista, ripercorrendone la lunga carriera in un percorso di rimandi, flashback e alterazioni acustiche.
Le tracce audio di Raw Materials rivelano un altro aspetto fondamentale della pratica di Bruce Nauman: l’utilizzo del linguaggio e delle sue molteplici possibilità relazionali. Questo tema appare ancora più evidente nelle opere realizzate con il neon, tra le più note e celebrate dell’artista. In Pirelli HangarBicocca viene presentata una significativa selezione, che ne racconta l’evoluzione. Questi lavori indagano la natura formale e psicologica del linguaggio e le potenzialità trasformative del testo scritto. La riflessione sull’arte e sulla figura dell’artista sono centrali nei primissimi neon della fine degli anni sessanta come The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths (Window or Wall Sign) (1967) e My Name As Though it Were Written on the Surface of the Moon (1968). Mentre giochi di parole e indagini sempre più complesse sull’esistenza umana e sugli aspetti disturbanti dell’infanzia compaiono in Run from Fear, Fun from Rear (1972), in One Hundred Live and Die (1984) o in Hanged Man (1985).
Bruce Nauman
Numerose delle più importanti istituzioni internazionali hanno ospitato esposizioni e progetti personali di Bruce Nauman, quali M Woods, Pechino (2022); Punta della Dogana-Pinault Collection, Venezia (2021-2022); Stedelijk Museum Amsterdam (2021); Tate Modern, Londra (2020-2021); Museo Picasso Malaga (2019); Schaulager, Basilea, MoMA Museum of Modern Art e MoMA PS1, New York (2018–2019); Philadelphia Museum of Art (2016); Fondation Cartier, Parigi (2015); Museum of Contemporary Art, San Diego (2008); Berkeley Art Museum, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino, e Menil Collection (2007-2008); e Tate Modern, Londra (2004), oltre alla grande retrospettiva organizzata nel 1993-1995 dal Walker Art Center, Minneapolis e Hirshhorn Museum, Washington D.C. La sua prima retrospettiva è stata presentata presso Los Angeles County Museum of Art e ha viaggiato al Whitney Museum of American Art, New York, e in altre istituzioni internazionali (1972-1974). Nauman ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive e biennali, tra cui Biennale di Venezia (2015, 2013, 2007, 1999, 1987, 1980 e 1978); e documenta, Kassel (1992, 1982, 1977, 1972 e 1968). Ha ricevuto numerosi premi, tra i quali Frederick Kiesler Prize for Architecture and the Arts, Austria (2014); Centennial Medal Laureates, American Academy, Roma (2009); Beaux-Arts Magazine Art Awards: Best International Artist, Parigi, Praemium Imperiale Prize for Visual Arts, Giappone (2004); Honorary Doctor of Arts, California Institute of the Arts, Valencia (2000); e il Wolf Foundation Prize in Arts (Sculpture), Israele (1993). Nel 2009 ha rappresentato gli Stati Uniti alla 53. Biennale di Venezia vincendo il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale, mentre nel 1999 ha vinto il Leone d’oro alla carriera alla 48. Biennale di Venezia.
Un ringraziamento speciale a Sperone Westwater, New York, principale galleria rappresentante di Bruce Nauman, che espone i suoi lavori dal 1976.
“Neons Corridors Rooms” è supportata anche da TERRA Foundation for American Art
La Terra Foundation for American Art è dedita a promuovere l’esplorazione, la comprensione e la ricezione dell’arte visiva degli Stati Uniti da parte di un pubblico nazionale e internazionale. Riconoscendo l’importanza della fruizione di opere d’arte originali, la Fondazione fornisce opportunità di scambio e di studio, partendo dalla presentazione e dall'arricchimento della propria collezione di opere, con sede a Chicago. Allo scopo di favorire il dialogo interculturale sull’arte americana, la Fondazione offre il proprio sostegno, e collabora, a mostre, progetti di ricerca e programmi didattici innovativi. Insita in queste attività è la convizione che l’arte sia potenzialmente in grado di differenziare ma anche di unire le culture.
Il catalogo
In occasione della mostra “Neons Corridors Rooms” viene pubblicata una monografia che presenta gli studi più recenti sulla ricerca spaziale e architettonica di Bruce Nauman. Analizzando e approfondendo gli sviluppi concettuali, le variazioni formali e l’attualità di questo corpus di opere, il catalogo include contributi commissionati a: Francesca Esmay, Alfred Fletchtheim Director of Engagment, Conservation and Collection Care al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, precedentemente co-responsabile al museo per il progetto Panza Collection Initiative; Joan Simon, critica e curatrice indipendente, già curatrice del catalogo ragionato di Bruce Nauman (1994); e Gloria Sutton, Associate Professor for Contemporary Art History presso la Northeastern University Art + Design di Boston. Insieme a un’ampia documentazione fotografica dei lavori, il volume comprende inoltre un testo dei curatori della mostra Roberta Tenconi e Vicente Todolí sulla specificità del progetto espositivo e schede dettagliate sulle opere, corredate da una ricca selezione di immagini e documenti di archivio, redatte da curatori, studiosi e ricercatori provenienti da istituzioni internazionali, tra cui: Lucia Aspesi, Vincent Baby, Ben Borthwick, Matilde Guidelli-Guidi, Mariagiulia Leuzzi, Ted Mann, Teodora di Robilant, Francesco Stocchi, Taylor Walsh e Katy Wan.
Il programma espositivo
“Neons Corridors Rooms” è parte del programma artistico 2022-2023, concepito dal Direttore Artistico Vicente Todolí assieme al dipartimento curatoriale: Roberta Tenconi, Curatrice; Lucia Aspesi, Assistente Curatrice; Fiammetta Griccioli, Assistente Curatrice. Il programma prosegue, nello spazio delle Navate, con le mostre di Ann Veronica Janssens (dal 6 aprile al 30 luglio 2023); e James Lee Byars (da ottobre 2023 a marzo 2024). Nello spazio dello Shed: Dineo Seshee Bopape (dal 6 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023); Gian Maria Tosatti (dal 23 febbraio al 16 luglio 2023); e Thao Nguyen Phan (da settembre 2023 a febbraio 2024).
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