Vincenzo Castella. Architetture oblique
 
										 
										
										
																		
																																												Veduta dell'installazione Vincenzo Castella. Architetture oblique, Triennale Milano I Ph. © Gianluca Di Ioia
											
										
										
									Dal 19 October 2023 al 7 January 2024
Milano
Luogo: Triennale Milano
Indirizzo: Viale Alemagna 6
Orari: Martedì – domenica 11.00 – 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00)
Curatori: Lorenza Bravetta
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 724341
Sito ufficiale: http://www.triennale.org
								
								Dal 19 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024, Triennale Milano presenta la mostra Vincenzo Castella. Architetture oblique, a cura di Lorenza Bravetta, curatrice per fotografia, cinema e new media di Triennale Milano. La mostra indaga due tematiche: le città e gli orti botanici. I due concetti vengono raccontati attraverso varie scale e dimensioni, dalle fotografie di grande e grandissimo formato a quelle di piccolo formato, fino ad arrivare ai provini a contatto originali e prove di stampa.
Attraverso la sua visione dall’alto, si possono leggere alcuni importanti cambiamenti della città di Milano, tra cui la storia del cantiere dello stadio di San Siro, lavoro realizzato alla fine degli anni Ottanta, un'installazione di fotografie originali stampate a contatto, e la zona tra la Stazione Centrale e Via Melchiorre Gioia, ripresa nel 2012, le cui immagini sono caratterizzate da giochi di linee rette delle strade che si intrecciano con i contorni degli edifici e dei grattacieli. Oltre alle immagini di Milano sono presenti in mostra fotografie di Istanbul e Rouen.
Il progetto visivo di Castella rivolto alle architetture della città genera una sensazione di allontanamento: mentre le immagini ritraggono luoghi che appartengono alla quotidianità, il punto di vista da cui vengono riprese, oppure la momentanea inagibilità dei luoghi stessi, creano una distanza e uno straniamento in chi guarda.
Grazie a un dialogo di rimandi e di letture parallele in cui natura e arte risultano elementi inseparabili, la visione delle città e degli edifici si affianca allo studio degli elementi naturali.
Gli orti botanici sono fotografati da un punto di vista molto ravvicinato che porta l’osservatore a sentirsi parte della natura stessa. Un viaggio che si snoda tra le immagini delle collezioni botaniche e il lavoro sugli spazi e sugli edifici urbani, trasformandoli in due testi paralleli da leggere simultaneamente, attraverso una cerniera conoscitiva tra due mondi da sempre connessi all’interno della storia della città europea.
Sono presenti in mostra anche alcuni video, dedicati sia al tema della città che alla rappresentazione della natura.
I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano sostengono Triennale Milano anche per questa mostra.
Vincenzo Castella (Napoli, 1952) vive attualmente a Milano. Inizia a fotografare nel 1975; tra il 1975 e il 1982 conclude Geografia Privata, fotografie a colori di interni domestici. Nel 1976, 1978 e 1980 è negli Stati Uniti, dove realizza il progetto Hammie Nixon’s people, biografia semi-immaginaria di cantanti di blues, dedicato agli afroamericani, alla loro vita e all’architettura delle città del sud (fotografie e film 16 mm). Dal 1980 espone i suoi lavori in Europa e negli Stati Uniti. Temi prevalenti nelle sue opere sono il paesaggio in trasformazione, le architetture e le contaminazioni urbane. Dal 1998 inizia la serie fotografica sugli edifici nelle città europee. I suoi lavori sono conservati nei maggiori archivi e collezioni pubbliche e private.
							
							Attraverso la sua visione dall’alto, si possono leggere alcuni importanti cambiamenti della città di Milano, tra cui la storia del cantiere dello stadio di San Siro, lavoro realizzato alla fine degli anni Ottanta, un'installazione di fotografie originali stampate a contatto, e la zona tra la Stazione Centrale e Via Melchiorre Gioia, ripresa nel 2012, le cui immagini sono caratterizzate da giochi di linee rette delle strade che si intrecciano con i contorni degli edifici e dei grattacieli. Oltre alle immagini di Milano sono presenti in mostra fotografie di Istanbul e Rouen.
Il progetto visivo di Castella rivolto alle architetture della città genera una sensazione di allontanamento: mentre le immagini ritraggono luoghi che appartengono alla quotidianità, il punto di vista da cui vengono riprese, oppure la momentanea inagibilità dei luoghi stessi, creano una distanza e uno straniamento in chi guarda.
Grazie a un dialogo di rimandi e di letture parallele in cui natura e arte risultano elementi inseparabili, la visione delle città e degli edifici si affianca allo studio degli elementi naturali.
Gli orti botanici sono fotografati da un punto di vista molto ravvicinato che porta l’osservatore a sentirsi parte della natura stessa. Un viaggio che si snoda tra le immagini delle collezioni botaniche e il lavoro sugli spazi e sugli edifici urbani, trasformandoli in due testi paralleli da leggere simultaneamente, attraverso una cerniera conoscitiva tra due mondi da sempre connessi all’interno della storia della città europea.
Sono presenti in mostra anche alcuni video, dedicati sia al tema della città che alla rappresentazione della natura.
I Partner Istituzionali Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano sostengono Triennale Milano anche per questa mostra.
Vincenzo Castella (Napoli, 1952) vive attualmente a Milano. Inizia a fotografare nel 1975; tra il 1975 e il 1982 conclude Geografia Privata, fotografie a colori di interni domestici. Nel 1976, 1978 e 1980 è negli Stati Uniti, dove realizza il progetto Hammie Nixon’s people, biografia semi-immaginaria di cantanti di blues, dedicato agli afroamericani, alla loro vita e all’architettura delle città del sud (fotografie e film 16 mm). Dal 1980 espone i suoi lavori in Europa e negli Stati Uniti. Temi prevalenti nelle sue opere sono il paesaggio in trasformazione, le architetture e le contaminazioni urbane. Dal 1998 inizia la serie fotografica sugli edifici nelle città europee. I suoi lavori sono conservati nei maggiori archivi e collezioni pubbliche e private.
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