Coppe di stelle nel cerchio del sole
Dal 20 Maggio 2022 al 17 Luglio 2022
Palermo
Luogo: Galleria Regionale della Sicilia – Palazzo Abatellis
Indirizzo: Via Alloro 4
Orari: da martedì a sabato 9.00-19.00; domenica 9.00-13.00
Curatori: Valentina Bruschi
Prolungata: fino al 17 luglio 2022
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: urp.gall.abatellis@regione.sicilia.it
Sito ufficiale: http://www.planeta.it/viaggioinsicilia
Domenica 22 maggio 2022 alle ore 12.00, nella sala del sottocoro della Galleria Regionale della Sicilia – Palazzo Abatellis di Palermo, apre al pubblico la mostra Coppe di stelle nel cerchio del sole, seconda parte della nona edizione del progetto ideato e prodotto da Planeta Viaggio in Sicilia, realizzato in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Sicilia, frutto di un accordo di sponsorizzazione pubblico-privato. In occasione dell’inaugurazione, Emiliano Maggi realizzerà una performance multidiscipilnare in costume.
La mostra, a cura di Valentina Bruschi, con una sezione storica a cura di Evelina De Castro direttrice di Palazzo Abatellis, presenta al pubblico 10 opere di quattro artisti contemporanei Bea Bonafini (Bonn, 1990), Gili Lavy (Gerusalemme, 1987), Emiliano Maggi (Roma, 1977) e Diego Miguel Mirabella (Enna, 1988), un testo di Chiara Barzini (Roma, 1979) e le fotografie di Matteo Buonomo (Cinisello Balsamo, 1991) accostate ad una selezione di 10 oggetti inediti provenienti dai depositi di Palazzo Abatellis, alcuni dei quali restaurati grazie al sostegno di Planeta e presentati per la prima volta in questa sede al pubblico. La nona edizione di Viaggio in Sicilia prende il titolo Coppe di stelle nel cerchio del sole dai versi del filologo e poeta arabo-siculo Ibn al-Qattâ (Sicilia, 1041 – Il Cairo, 1121), riferiti al vino e ai fenomeni naturali, traccia preziosa di una ricca produzione e di un incancellabile intreccio di culture.
«Una collaborazione tra pubblico e privato nell’interesse della valorizzazione dell’arte. Un gesto di grande sensibilità – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - che auspico possa servire di ispirazione a quanti vogliono contribuire a valorizzare il cospicuo patrimonio regionale siciliano, utilizzando strumenti importanti quali le sponsorizzazioni tecniche e l'art bonus. Quello che presentiamo è la sintesi di un atto d'amore verso la nostra Terra, che ci consente di restaurare ed esporre preziose testimonianze artistiche, custodite nei depositi di Palazzo Abatellis».
Evelina De Castro, responsabile della Galleria, parla di una «dialettica fra sopravvivenze ed eredità, fra studi, ricerche filologiche e documentali, suggestioni e revivals ricorrenti nel tempo, attraverso cui si snoda il percorso della cultura islamica in Sicilia. Dalla "Sala Araba" dell’originario Museo Nazionale, ricca di contaminazioni orientaleggianti e aperta al collezionismo di fine Ottocento, si giunse alle scelte espositive dell’odierno Palazzo Abatellis, che dal Medioevo fin sulla soglia del Rinascimento, segna il percorso dell’arte in Sicilia con le opere di cultura figurativa islamica provenienti dal territorio, prevalentemente a partire dall’età normanna. In tal senso il progetto curato da Valentina Bruschi e reso possibile da Planeta, incontra il programma sistematico portato avanti dalla Galleria nelle numerose occasioni di partecipazione a mostre internazionali, per la valorizzazione delle sue collezioni di arte islamica, dalla epigrafia, ai metalli, alle ceramiche ai legni intagliati, fra memorie del territorio, revivals e collezionismo, per l’appunto. Un percorso che spontaneamente si allaccia a questo progetto», conclude De Castro.
L’allestimento della mostra trae spunto dalle immagini d’archivio dei primi del Novecento della "Sala Araba" con il monumentale lampadario, restaurato da Planeta in occasione di questo progetto espositivo. L’opera è emblematica della continuità fra un passato reinterpretato e idealizzato e il contemporaneo, consapevolmente libero da storicismi e sovrapposizioni. Gli altri materiali delle collezioni Abatellis scelti per l’esposizione rispondono al criterio dell’inedito, dei materiali più ricorrenti, quali il legno e metallo ma soprattutto a presentare oggetti che raccontano storie di passaggi d’ uso, in cui le forme e i repertori, calligrafia, figure e stilizzazioni geometriche e fitomorfiche, provenienti da modelli aulici, divengono fonti per il contemporaneo.
«Storicamente, gli artisti spesso hanno tratto ispirazione dai musei e dalle loro collezioni: per questo progetto, oltre alla residenza dello scorso ottobre attraverso alcuni siti della Sicilia islamica, Bea Bonafini, Gili Lavy, Emiliano Maggi e Diego Miguel Mirabella si sono confrontati anche con le opere della collezione di Palazzo Abatellis », spiega Valentina Bruschi. Gili Lavy ha realizzato un’opera sonora, in collaborazione con il musicista Jacopo Salvatori, dal titolo “Journey XII” dove vengono evocate parole della lingua franca mediterranea, detta sabir, e l’artista si riferisce al museo come spazio di transizione e dispositivo contenente molteplici identità mutevoli, talvolta fuse, metafora della Sicilia come immenso archivio di culture in migrazione. Emiliano Maggi ha realizzato tre sculture in ceramica e bronzo, come delle brocche che simboleggiano i versi e la figura del poeta arabo-siculo al-Ballanūbī, riscoperto da Michele Amari nell’Ottocento mentre Diego Miguel Mirabella presenta un'installazione con stoffe, una pittura su tavola di legno e un lavoro a mosaico, realizzate con la collaborazione di artigiani marocchini, come ulteriore sviluppo della sua indagine sulle strutture grammaticali del decoro e dell’ornamento. Bea Bonafini è l’unica degli artisti che, oltre a presentare delle opere realizzate appositamente per l’occasione come gli altri, espone anche un grande tappeto-arazzo in moquette del 2018 dal titolo, “Il Trionfo”, realizzato in riferimento al celebre affresco, “Il Trionfo della Morte” custodito nel museo, la cui iconografia particolare è riconducibile all’ampia diffusione del repertorio cortese in pittura, miniatura, arazzeria, arti decorative e nelle illustrazioni della trattatistica sulla caccia o negli erbari.
«Questo progetto, basato sulla nostra storica residenza nomade e sullo studio delle opere del deposito di Palazzo Abatellis,” afferma Vito Planeta “nei nostri intenti vuole essere il volano di un circolo virtuoso, che va dal restauro delle opere d’arte meno conosciute della sterminata collezione del Museo, alla loro valorizzazione, al sostegno degli artisti coinvolti, all’arricchimento della programmazione del Museo. Tutto grazie a una collaborazione tra pubblico e privato che moltiplica il valore dei rispettivi contributi, invece di sommarlo».
Per l'occasione verrà stampato un catalogo che racconta il progetto espositivo con notizie sugli oggetti inediti di Palazzo Abatellis e le opere degli artisti contemporanei prodotte appositamente per l'occasione. Il volume presenta una maggiore selezione di fotografie di Matteo Buonomo rispetto a quelle esposte e il testo completo di Chiara Barzini sulla residenza nomade che si svolta lo scorso ottobre – come prima parte del progetto – attraverso la Sicilia e i territori di Planeta.
Planeta è un'azienda agricola familiare - giunta alla diciassettesima generazione, con una storia che ha inizio nel XVII secolo, a Sambuca di Sicilia - che da 1995 ha avviato un progetto centrato sul vino in Sicilia. L'attività di Planeta si svolge in sei tenute immerse nelle campagne siciliane, ciascuna caratterizzata da uno specifico progetto di ricerca viticola ed enologica. Il progetto dell'azienda è fortemente legato alla valorizzazione del territorio, alla sua storia e alla sua tutela, attraverso il riciclo di materiali, l'agricoltura sostenibile, il rispetto del paesaggio, del patrimonio culturale e delle comunità all'interno delle quali l’azienda opera. Viaggio in Sicilia rientra nell'ambito dell'impegno che è sintetizzato nel progetto Planeta – Cultura per il Territorio: una serie di iniziative culturali mirate a promuovere il territorio e la sua storia, sostenendo al tempo stesso una forte spinta all'innovazione e alla contaminazione fra tradizione locale e contemporaneità.
La mostra, a cura di Valentina Bruschi, con una sezione storica a cura di Evelina De Castro direttrice di Palazzo Abatellis, presenta al pubblico 10 opere di quattro artisti contemporanei Bea Bonafini (Bonn, 1990), Gili Lavy (Gerusalemme, 1987), Emiliano Maggi (Roma, 1977) e Diego Miguel Mirabella (Enna, 1988), un testo di Chiara Barzini (Roma, 1979) e le fotografie di Matteo Buonomo (Cinisello Balsamo, 1991) accostate ad una selezione di 10 oggetti inediti provenienti dai depositi di Palazzo Abatellis, alcuni dei quali restaurati grazie al sostegno di Planeta e presentati per la prima volta in questa sede al pubblico. La nona edizione di Viaggio in Sicilia prende il titolo Coppe di stelle nel cerchio del sole dai versi del filologo e poeta arabo-siculo Ibn al-Qattâ (Sicilia, 1041 – Il Cairo, 1121), riferiti al vino e ai fenomeni naturali, traccia preziosa di una ricca produzione e di un incancellabile intreccio di culture.
«Una collaborazione tra pubblico e privato nell’interesse della valorizzazione dell’arte. Un gesto di grande sensibilità – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - che auspico possa servire di ispirazione a quanti vogliono contribuire a valorizzare il cospicuo patrimonio regionale siciliano, utilizzando strumenti importanti quali le sponsorizzazioni tecniche e l'art bonus. Quello che presentiamo è la sintesi di un atto d'amore verso la nostra Terra, che ci consente di restaurare ed esporre preziose testimonianze artistiche, custodite nei depositi di Palazzo Abatellis».
Evelina De Castro, responsabile della Galleria, parla di una «dialettica fra sopravvivenze ed eredità, fra studi, ricerche filologiche e documentali, suggestioni e revivals ricorrenti nel tempo, attraverso cui si snoda il percorso della cultura islamica in Sicilia. Dalla "Sala Araba" dell’originario Museo Nazionale, ricca di contaminazioni orientaleggianti e aperta al collezionismo di fine Ottocento, si giunse alle scelte espositive dell’odierno Palazzo Abatellis, che dal Medioevo fin sulla soglia del Rinascimento, segna il percorso dell’arte in Sicilia con le opere di cultura figurativa islamica provenienti dal territorio, prevalentemente a partire dall’età normanna. In tal senso il progetto curato da Valentina Bruschi e reso possibile da Planeta, incontra il programma sistematico portato avanti dalla Galleria nelle numerose occasioni di partecipazione a mostre internazionali, per la valorizzazione delle sue collezioni di arte islamica, dalla epigrafia, ai metalli, alle ceramiche ai legni intagliati, fra memorie del territorio, revivals e collezionismo, per l’appunto. Un percorso che spontaneamente si allaccia a questo progetto», conclude De Castro.
L’allestimento della mostra trae spunto dalle immagini d’archivio dei primi del Novecento della "Sala Araba" con il monumentale lampadario, restaurato da Planeta in occasione di questo progetto espositivo. L’opera è emblematica della continuità fra un passato reinterpretato e idealizzato e il contemporaneo, consapevolmente libero da storicismi e sovrapposizioni. Gli altri materiali delle collezioni Abatellis scelti per l’esposizione rispondono al criterio dell’inedito, dei materiali più ricorrenti, quali il legno e metallo ma soprattutto a presentare oggetti che raccontano storie di passaggi d’ uso, in cui le forme e i repertori, calligrafia, figure e stilizzazioni geometriche e fitomorfiche, provenienti da modelli aulici, divengono fonti per il contemporaneo.
«Storicamente, gli artisti spesso hanno tratto ispirazione dai musei e dalle loro collezioni: per questo progetto, oltre alla residenza dello scorso ottobre attraverso alcuni siti della Sicilia islamica, Bea Bonafini, Gili Lavy, Emiliano Maggi e Diego Miguel Mirabella si sono confrontati anche con le opere della collezione di Palazzo Abatellis », spiega Valentina Bruschi. Gili Lavy ha realizzato un’opera sonora, in collaborazione con il musicista Jacopo Salvatori, dal titolo “Journey XII” dove vengono evocate parole della lingua franca mediterranea, detta sabir, e l’artista si riferisce al museo come spazio di transizione e dispositivo contenente molteplici identità mutevoli, talvolta fuse, metafora della Sicilia come immenso archivio di culture in migrazione. Emiliano Maggi ha realizzato tre sculture in ceramica e bronzo, come delle brocche che simboleggiano i versi e la figura del poeta arabo-siculo al-Ballanūbī, riscoperto da Michele Amari nell’Ottocento mentre Diego Miguel Mirabella presenta un'installazione con stoffe, una pittura su tavola di legno e un lavoro a mosaico, realizzate con la collaborazione di artigiani marocchini, come ulteriore sviluppo della sua indagine sulle strutture grammaticali del decoro e dell’ornamento. Bea Bonafini è l’unica degli artisti che, oltre a presentare delle opere realizzate appositamente per l’occasione come gli altri, espone anche un grande tappeto-arazzo in moquette del 2018 dal titolo, “Il Trionfo”, realizzato in riferimento al celebre affresco, “Il Trionfo della Morte” custodito nel museo, la cui iconografia particolare è riconducibile all’ampia diffusione del repertorio cortese in pittura, miniatura, arazzeria, arti decorative e nelle illustrazioni della trattatistica sulla caccia o negli erbari.
«Questo progetto, basato sulla nostra storica residenza nomade e sullo studio delle opere del deposito di Palazzo Abatellis,” afferma Vito Planeta “nei nostri intenti vuole essere il volano di un circolo virtuoso, che va dal restauro delle opere d’arte meno conosciute della sterminata collezione del Museo, alla loro valorizzazione, al sostegno degli artisti coinvolti, all’arricchimento della programmazione del Museo. Tutto grazie a una collaborazione tra pubblico e privato che moltiplica il valore dei rispettivi contributi, invece di sommarlo».
Per l'occasione verrà stampato un catalogo che racconta il progetto espositivo con notizie sugli oggetti inediti di Palazzo Abatellis e le opere degli artisti contemporanei prodotte appositamente per l'occasione. Il volume presenta una maggiore selezione di fotografie di Matteo Buonomo rispetto a quelle esposte e il testo completo di Chiara Barzini sulla residenza nomade che si svolta lo scorso ottobre – come prima parte del progetto – attraverso la Sicilia e i territori di Planeta.
Planeta è un'azienda agricola familiare - giunta alla diciassettesima generazione, con una storia che ha inizio nel XVII secolo, a Sambuca di Sicilia - che da 1995 ha avviato un progetto centrato sul vino in Sicilia. L'attività di Planeta si svolge in sei tenute immerse nelle campagne siciliane, ciascuna caratterizzata da uno specifico progetto di ricerca viticola ed enologica. Il progetto dell'azienda è fortemente legato alla valorizzazione del territorio, alla sua storia e alla sua tutela, attraverso il riciclo di materiali, l'agricoltura sostenibile, il rispetto del paesaggio, del patrimonio culturale e delle comunità all'interno delle quali l’azienda opera. Viaggio in Sicilia rientra nell'ambito dell'impegno che è sintetizzato nel progetto Planeta – Cultura per il Territorio: una serie di iniziative culturali mirate a promuovere il territorio e la sua storia, sostenendo al tempo stesso una forte spinta all'innovazione e alla contaminazione fra tradizione locale e contemporaneità.
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