Monk e Nannucci
Monk e Nannucci, Quartz Studio, Torino
Dal 8 November 2014 al 24 January 2015
Torino
Luogo: Quartz Studio
Indirizzo: via Giulia di Barolo 18/d
Telefono per informazioni: +39 338 4290085
E-Mail info: info@quartzstudio.net
Sito ufficiale: http://www.quartzstudio.net
Uno è ironico, giocoso, a tratti, inaspettatamente caustico. L’altro è minimale,rigoroso, ma anche poetico.
Jonathan Monk (Leicester, UK, 1969) e Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) a dispetto di quei trent’anni che li separano anagraficamente, hanno diverse cose in comune, una su tutte la scelta di Alighiero Boetti come modello di riferimento per la loro ricerca artistica.
Le tante mappe di Monk, ad esempio, possono essere lette come una versione contemporanea degli originali boettiani, così come le automisurazioni possono richiamare l’approccio ironico e classificatorio spesso utilizzato da Boetti, è palese invece il tributo al maestro nel progetto Untitled and Unfinished (Afghanistan) del 2004, per il quale l’artista inglese ha realizzato una spedizione in Afghanistan, ai laghi di Band-E-Amir, dove Boetti avrebbe voluto che le sue ceneri venissero disperse dopo la sua morte.
Nannucci, invece, a proposito di Boetti ha dichiarato - Con Alighiero i riferimenti erano coevi e molte volte noi stessi ci siamo sorpresi della loro vicinanza e affinità intuitiva. Le opere di Nannucci sono sempre installate in edifici molto importanti dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico (la Biblioteca del Parlamento tedesco, l’Altes Museum di Berlino, la Triennale di Milano, solo per fare qualche esempio).
La relazione con l’architettura è infatti l’elemento caratterizzante del lavoro dell’artista fiorentino. Le installazioni, sono e enunciazioni semanticamente aperte, ma si impongono come degli statement universali in cui messaggio, carattere, dimensioni e colore sono attentamente studiati per interagire con il contesto. Un esempio su tutti è la frase All art has been contemporary, che dal 1999 campeggia in blu sull’ingresso della GAM di Torino.
Il concetto di autorialità, molto forte in Nannucci e spesso messo in discussione da Monk in una serie di lavori in cui le opere altrui vengono rielaborate, ed è anche alla base dello scambio tra i due artisti.
Per Quartz Studio Monk e Nannucci hanno realizzato due neon. Le opere, SOME WORDS WRITTEN BY SOMEONE ELSE FOR SOMEONE ELSE di Nannucci e Untitled (Via Luigi Santini, Roma) di Monk, sono in due tonalità di blu differenti e attivano una dinamica che si apre ad altri soggetti e forme di condivisione, in un processo di rielaborazione artistica che include passato e presente.
In questa progettualità osmotica rientra anche la riedizione di Manifesto (Poster), un lavoro di Alighiero Boetti del 1967 in cui i cognomi degli amici originariamente elencati dall’artista torinese, sono stati sostituiti dalle scelte personali di Monk e Nannucci, affiancate da altri ed altrettanto criptici simboli.
La mostra dal titolo Monk> inaugura sabato 8 novembre, alle 19, al QUARTZ STUDIO proprio durante la settimana di Artissima.
Le tante mappe di Monk, ad esempio, possono essere lette come una versione contemporanea degli originali boettiani, così come le automisurazioni possono richiamare l’approccio ironico e classificatorio spesso utilizzato da Boetti, è palese invece il tributo al maestro nel progetto Untitled and Unfinished (Afghanistan) del 2004, per il quale l’artista inglese ha realizzato una spedizione in Afghanistan, ai laghi di Band-E-Amir, dove Boetti avrebbe voluto che le sue ceneri venissero disperse dopo la sua morte.
Nannucci, invece, a proposito di Boetti ha dichiarato - Con Alighiero i riferimenti erano coevi e molte volte noi stessi ci siamo sorpresi della loro vicinanza e affinità intuitiva. Le opere di Nannucci sono sempre installate in edifici molto importanti dal punto di vista storico, culturale e paesaggistico (la Biblioteca del Parlamento tedesco, l’Altes Museum di Berlino, la Triennale di Milano, solo per fare qualche esempio).
La relazione con l’architettura è infatti l’elemento caratterizzante del lavoro dell’artista fiorentino. Le installazioni, sono e enunciazioni semanticamente aperte, ma si impongono come degli statement universali in cui messaggio, carattere, dimensioni e colore sono attentamente studiati per interagire con il contesto. Un esempio su tutti è la frase All art has been contemporary, che dal 1999 campeggia in blu sull’ingresso della GAM di Torino.
Il concetto di autorialità, molto forte in Nannucci e spesso messo in discussione da Monk in una serie di lavori in cui le opere altrui vengono rielaborate, ed è anche alla base dello scambio tra i due artisti.
Per Quartz Studio Monk e Nannucci hanno realizzato due neon. Le opere, SOME WORDS WRITTEN BY SOMEONE ELSE FOR SOMEONE ELSE di Nannucci e Untitled (Via Luigi Santini, Roma) di Monk, sono in due tonalità di blu differenti e attivano una dinamica che si apre ad altri soggetti e forme di condivisione, in un processo di rielaborazione artistica che include passato e presente.
In questa progettualità osmotica rientra anche la riedizione di Manifesto (Poster), un lavoro di Alighiero Boetti del 1967 in cui i cognomi degli amici originariamente elencati dall’artista torinese, sono stati sostituiti dalle scelte personali di Monk e Nannucci, affiancate da altri ed altrettanto criptici simboli.
La mostra dal titolo Monk> inaugura sabato 8 novembre, alle 19, al QUARTZ STUDIO proprio durante la settimana di Artissima.
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