Mostra DAGLI SPLENDORI DI CORTE AL LUSSO BORGHESE L'OPIFICIO DELLE PIETRE DURE NELL'ITALIA UNITA a Firenze. Le informazioni sulla mostra DAGLI SPLENDORI DI CORTE AL LUSSO BORGHESE L'OPIFICIO DELLE PIETRE DURE NELL'ITALIA UNITA, i curatori, gli orari di ingresso, il costo dei biglietti, i numeri per prenotare, il comunicato stampa sulla mostra DAGLI SPLENDORI DI CORTE AL LUSSO BORGHESE L'OPIFICIO DELLE PIETRE DURE NELL'ITALIA UNITA del museo Galleria d'Arte Moderna Palazzo Pitti di Firenze.

Bambina in un giardino, particolare di una fioriera da sala, commesso di pietre dure, 1883, Firenze, Museo dell' Opificio delle Pietre

Bambina in un giardino, particolare di una fioriera da sala, commesso di pietre dure, 1883, Firenze, Museo dell' Opificio delle Pietre

Mappa

  • Città: Firenze
  • Provincia: Firenze
  • Indirizzo: Piazza de' Pitti, 1
  • Telefono: 055.290383
  • Sito ufficiale

Scheda Mostra

DAGLI SPLENDORI DI CORTE AL LUSSO BORGHESE L'OPIFICIO DELLE PIETRE DURE NELL'ITALIA UNITA


  • Luogo: Galleria d'Arte Moderna Palazzo Pitti
  • Curatori: Annamaria Giusti, Clarice Innocenti
  • Enti promotori:
    • Ministero per i Beni e le Attività Culturali
  • Città: Firenze
  • Provincia: Firenze
  • Data inizio: 14 May 2011
  • Data fine: 11 September 2011
  • Telefono per informazioni: 055.290383
  • Sito ufficiale

Comunicato Stampa:

La mostra si collega alle iniziative per i 150 anni dell'unità d'Italia, focalizzandosi su un tema specifico, fiorentino e internazionale al tempo stesso: quello del nuovo percorso apertosi dopo il 1861 per la brillante manifattura artistica, che per tre secoli era fiorita all' ombra della corte granducale di Toscana, diventando celebre in tutta Europa per le sue inimitabili creazioni in pietre dure. Fu con l'avvento del regno d'Italia che l'antica Galleria dei Lavori, di fondazione medicea, dovette modificare il suo status di laboratorio al sevizio esclusivo della corte, per aprirsi al mercato e offrire le sue sempre eccellenti creazioni a una clientela privata, fra la quale non mancarono committenti regali, come lo zar di Russia e Ludwig II di Baviera. Le creazioni che l'Opificio delle Pietre Dure andò realizzando negli ultimi decenni dell' Ottocento, anche quando destinate al ceto borghese allora emergente si distinsero per ricchezza dei materiali e squisitezza tecnica, patrimonio irrinunciabile dell'antico "commesso fiorentino". Pannelli parietali, piani di tavolo, cofanetti, sculture in pietre dure e oggetti di arredo, periodicamente inviati alle Esposizoni Internazionali, a partire da quella che nel 1861 celebrò a Firenze l'unità d'Italia, affascinano per lo splendore cromatico delle pietre rare, messe in opera con esercitata sensibilità pittorica, ma anche per le invenzioni decorative aggiornate sul gusto artistico del tempo, delle arti applicate come della pittura e della scultura, esse pure rappresentate in mostra attraverso esempi che restituiscano il tessuto artistico entro il quale operava l'antico laboratorio, con la nuova denominazione di Opificio delle Pietre Dure. A loro volta, le realizzazioni dell'Opificio furono il riferimento quasi obbligatorio per i laboratori privati cittadini di mosaico fiorentino, in ascesa all'epoca presso il pubblico e alle Esposizioni, e dei quali la mostra seleziona le produzioni più significative, alcune delle quali incontrarono il gusto di Vittorio Emanuele II, che le acquistò per la reggia di Palazzo Pitti. La mostra è la prima dedicata all'ultima attività artistica dell'Opificio, sinora rimasta un po' al margine degli studi ed esposizioni dedicati alla sua storia plurisecolare, e ne rivela il luminoso tramonto, che non fu declino. Arte elitaria, orgogliosamente fedele alla sua grande tradizione, rappresentata per prototipi in apertura della mostra, il commesso in pietre dure non volle né poté adeguarsi alle esigenze del mercato: da fine secolo, l'Opificio scelse di trasferire il suo tesoro di ineguagliata manualità e le innovative tecnologie introdotte in laboratorio, e documentate in mostra, alle nuove esigenze di conservazione del patrimonio artistico nazionale.

Giudizio della redazione:

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