Agrigento ricorda il Nobel per la letteratura con una serie di mostre
Luigi Pirandello pittore: autoritratti e paesaggi per celebrare i 150 anni dalla nascita
Luigi Pirandello, Ritratto della moglie Antonietta, 1910, olio su tavola 15x22 cm
Samantha De Martin
28/06/2017
Agrigento - A 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello, anche l'arte rende omaggio all'illustre drammaturgo e scrittore, la cui poliedrica carriera ha saputo abilmente tessere un superbo mosaico che è oggi un'armoniosa sintesi tra letteratura e immagini, emozioni e atmosfere, parole e paesaggi.
Le celebrazioni non potevano che avere inizio nella sua Girgenti, dove, dal 1° al 30 luglio la FAM Gallery ospiterà un interessante dialogo nel segno dell'arte tra Luigi e il figlio Fausto, uno degli autorevoli rappresentanti della Scuola Romana, attiva nella Capitale tra il 1928 e il 1945.
La mostra I due Pirandello propone un dialogo per immagini tra padre e figlio, due artisti diversi per formazione, stili ed età. Lo strale dell'arte che congiunge i due mondi affonda inizialmente la sua punta vibrante nella piccola raccolta di opere dal drammaturgo. Lo scenario di Anticoli Corrado, il piccolo borgo dell'agro romano, noto come “il paese degli artisti e delle modelle”, frequentato da Luigi proprio con il figlio pittore, esalta la vena intimistica e lo sguardo sereno del Premio Nobel sulla sfera degli affetti.
Il delicato dialogo si intreccia poi con il lavoro del figlio Fausto Pirandello, l'artista di famiglia, del quale la FAM Gallery propone una collezione di piccoli tasselli realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta, raffinati déjà vu dal lungo ciclo delle Bagnanti, tema ricorrente nella vena artistica dell'illustre esponente della Scuola Romana.
L'omaggio dell'arte al gigante della letteratura internazionale prosegue, a novembre, con un'altra grande esposizione al Museo Archeologico di Agrigento, dal titolo Luigi e Fausto Pirandello - Itinerari tra critica d'arte, pittura e collezionismo del '900. Qui le opere della famiglia Pirandello - le prime tele di Luigi, ma anche quelle dei fratelli Innocenzo, Giovanni e Rosolina e del figlio Fausto - saranno messe a confronto con alcuni lavori di Giorgio De Chirico, Giuseppe Pellizza Da Volpedo, Giulio Aristide Sartorio, Mario Mafai, Giuseppe Capogrossi, artisti legati in qualche modo alla famiglia siciliana.
Attraverso le opere verranno analizzati e ricostruiti i rapporti tra Pirandello senior e l'arte del Novecento, con uno sguardo particolare all'ambito culturale in cui si muoveva Fausto.
TRA I DIPINTI DI FAMIGLIA NELLA CASA NATALE DI PIRANDELLO
In attesa di scoprire l'estro artistico del grande poeta, scrittore e drammaturgo grazie alle due mostre a lui dedicate, sarà possibile esplorare l'intimo universo pirandelliano anche tra le mura dell'edificio in cui lo scrittore nacque, nel 1867. In occasione del 150esimo anniversario, riaprirà, infatti, la Casa Natale, che sorge in quella celebre contrada “presso ad un intricato bosco”, come scriveva lo stesso Pirandello, denominato “Caos” dagli abitanti di Girgenti.
Tra i pezzi più importanti della mostra sarà esposto il celebre biglietto battuto a macchina dallo scrittore il 9 novembre del 1934, nella sua casa di Roma, alla notizia della vittoria del Premio Nobel, con su scritta per 27 volte la parola Pagliacciate. Sempre all'interno della Casa Natale, la mostra Viaggio tra identità e memoria attraverso i dipinti della famiglia di Pirandello illustrerà, in esposizione permanente, la produzione pittorica dei Pirandello, dai paesaggi e gli interni, realizzati dai fratelli del drammaturgo, Giovanni e Innocenzo, ai ritratti della precoce e prolifica Rosolina, ispirati stilisticamente all'Ottocento e ai primi del Novecento.
Ad arricchire la collezione della domus pirandelliana, un autoritratto dello stesso Luigi, un pastello espressionista del ciclo Bagnanti di Fausto del 1962, un dipinto di Giovanni e due affreschi raffiguranti un paesaggio, opera di Innocenzo.
«Si tratta di un omaggio ad una peculiarità culturale della famiglia Pirandello - spiega Gabriella Costantino, soprintendente ai Beni culturali di Agrigento - legata alle arti visive, che intende portare anche alla fruizione del pubblico gli aspetti meno noti dello scrittore, pittore colto e raffinato interprete di intimisti ritratti familiari e di paesaggi evocati secondo un solido stile novecentesco legato alla pittura post-cezanniana degli artisti toscani e romani».
La seconda esposizione storico-documentaria, Luigi Pirandello. Informazioni sul mio involontario soggiorno sulla terra, prende invece il titolo da un'autobiografia del drammaturgo, che non vide mai la luce, ma della quale si conservano alcune carte sciolte, unite a lettere, documenti, prime edizioni, che raccontano le diverse tappe della produzione letteraria dello scrittore, a partire dagli anni del Liceo classico.
A chiudere la mostra, che ospiterà anche numerosi manoscritti, sarà il racconto della morte e quello della complessa e singolare vicenda della traslazione delle ceneri dal Cimitero del Verano di Roma ad Agrigento nel 1946.
PIRANDELLO IN SCATTI D'AUTORE
Anche la fotografia celebra i natali di uno dei più geniali autori della letteratura di tutti i tempi. A ottobre, a Villa Genuardi, sarà inaugurata la mostra Pirandello e Agrigento negli scatti dei maggiori fotografi tra ‘800 e ‘900. Percorsi culturali e storico-letterari nel centro storico agrigentino che affronterà il rapporto del Nobel con i “sublimi avanzi di Akragas”, l'antica città greca situata nell'attuale territorio di Agrigento.
D'altronde il legame viscerale tra il sarcastico interprete di un'esistenza comicamente amara, popolata da maschere e pupi, con l'arte classica è tutto racchiuso in quel cratere attico a figure nere scelto dallo scrittore per custodire le sue ceneri, traslate, secondo la volontà, da Roma verso il “gran mare africano”.
Leggi anche:
• Dialogo immaginario tra Luigi Pirandello e il figlio Fausto
• Luigi Pirandello nostro contemporaneo
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La mostra I due Pirandello propone un dialogo per immagini tra padre e figlio, due artisti diversi per formazione, stili ed età. Lo strale dell'arte che congiunge i due mondi affonda inizialmente la sua punta vibrante nella piccola raccolta di opere dal drammaturgo. Lo scenario di Anticoli Corrado, il piccolo borgo dell'agro romano, noto come “il paese degli artisti e delle modelle”, frequentato da Luigi proprio con il figlio pittore, esalta la vena intimistica e lo sguardo sereno del Premio Nobel sulla sfera degli affetti.
Il delicato dialogo si intreccia poi con il lavoro del figlio Fausto Pirandello, l'artista di famiglia, del quale la FAM Gallery propone una collezione di piccoli tasselli realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta, raffinati déjà vu dal lungo ciclo delle Bagnanti, tema ricorrente nella vena artistica dell'illustre esponente della Scuola Romana.
L'omaggio dell'arte al gigante della letteratura internazionale prosegue, a novembre, con un'altra grande esposizione al Museo Archeologico di Agrigento, dal titolo Luigi e Fausto Pirandello - Itinerari tra critica d'arte, pittura e collezionismo del '900. Qui le opere della famiglia Pirandello - le prime tele di Luigi, ma anche quelle dei fratelli Innocenzo, Giovanni e Rosolina e del figlio Fausto - saranno messe a confronto con alcuni lavori di Giorgio De Chirico, Giuseppe Pellizza Da Volpedo, Giulio Aristide Sartorio, Mario Mafai, Giuseppe Capogrossi, artisti legati in qualche modo alla famiglia siciliana.
Attraverso le opere verranno analizzati e ricostruiti i rapporti tra Pirandello senior e l'arte del Novecento, con uno sguardo particolare all'ambito culturale in cui si muoveva Fausto.
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In attesa di scoprire l'estro artistico del grande poeta, scrittore e drammaturgo grazie alle due mostre a lui dedicate, sarà possibile esplorare l'intimo universo pirandelliano anche tra le mura dell'edificio in cui lo scrittore nacque, nel 1867. In occasione del 150esimo anniversario, riaprirà, infatti, la Casa Natale, che sorge in quella celebre contrada “presso ad un intricato bosco”, come scriveva lo stesso Pirandello, denominato “Caos” dagli abitanti di Girgenti.
Tra i pezzi più importanti della mostra sarà esposto il celebre biglietto battuto a macchina dallo scrittore il 9 novembre del 1934, nella sua casa di Roma, alla notizia della vittoria del Premio Nobel, con su scritta per 27 volte la parola Pagliacciate. Sempre all'interno della Casa Natale, la mostra Viaggio tra identità e memoria attraverso i dipinti della famiglia di Pirandello illustrerà, in esposizione permanente, la produzione pittorica dei Pirandello, dai paesaggi e gli interni, realizzati dai fratelli del drammaturgo, Giovanni e Innocenzo, ai ritratti della precoce e prolifica Rosolina, ispirati stilisticamente all'Ottocento e ai primi del Novecento.
Ad arricchire la collezione della domus pirandelliana, un autoritratto dello stesso Luigi, un pastello espressionista del ciclo Bagnanti di Fausto del 1962, un dipinto di Giovanni e due affreschi raffiguranti un paesaggio, opera di Innocenzo.
«Si tratta di un omaggio ad una peculiarità culturale della famiglia Pirandello - spiega Gabriella Costantino, soprintendente ai Beni culturali di Agrigento - legata alle arti visive, che intende portare anche alla fruizione del pubblico gli aspetti meno noti dello scrittore, pittore colto e raffinato interprete di intimisti ritratti familiari e di paesaggi evocati secondo un solido stile novecentesco legato alla pittura post-cezanniana degli artisti toscani e romani».
La seconda esposizione storico-documentaria, Luigi Pirandello. Informazioni sul mio involontario soggiorno sulla terra, prende invece il titolo da un'autobiografia del drammaturgo, che non vide mai la luce, ma della quale si conservano alcune carte sciolte, unite a lettere, documenti, prime edizioni, che raccontano le diverse tappe della produzione letteraria dello scrittore, a partire dagli anni del Liceo classico.
A chiudere la mostra, che ospiterà anche numerosi manoscritti, sarà il racconto della morte e quello della complessa e singolare vicenda della traslazione delle ceneri dal Cimitero del Verano di Roma ad Agrigento nel 1946.
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D'altronde il legame viscerale tra il sarcastico interprete di un'esistenza comicamente amara, popolata da maschere e pupi, con l'arte classica è tutto racchiuso in quel cratere attico a figure nere scelto dallo scrittore per custodire le sue ceneri, traslate, secondo la volontà, da Roma verso il “gran mare africano”.
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