In programma dal 21 gennaio all’11 giugno
La grande pittura di Bergamo e Brescia va in scena a Palazzo Martinengo
Lorenzo Lotto, Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria, 1522. Olio su tela. Collezione privata
Francesca Grego
01/10/2022
Brescia - Sarà un derby artistico combattuto fino all’ultima pennellata la mostra che inaugurerà l’anno di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura. Dal prossimo 21 gennaio fino all’11 giugno, i maestri del Rinascimento e del Barocco attivi nelle due città si sfideranno sul campo di Palazzo Martinengo, offrendo allo sguardo del pubblico tutta la ricchezza e la varietà della scena lombarda tra il Quattrocento e il Settecento.
A cura di Davide Dotti, Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo riunirà oltre 80 capolavori da musei e collezioni private italiane e internazionali. Al team orobico, che potrà contare su fuoriclasse come Lorenzo Lotto, Giambattista Moroni, Palma il Vecchio, Giacomo Ceruti alias il Pitocchetto, la squadra bresciana contrapporrà i talenti del Romanino, di Gerolamo Savoldo, di Vincenzo Foppa, Lattanzio Gambara e Alessandro Bonvicino detto il Moretto. In primo piano, il confronto tra ambienti artistici talvolta molto simili, in altri momenti antitetici, nutriti entrambi dalle influenze di Venezia, che dominò sulle due città per quasi quattro secoli ravvivando la tradizione lombarda con le innovazioni di maestri come Tiziano e Giovanni Bellini.
Alessandro Bonvicino detto Il Moretto, La Visitazione. Olio su tavola. Collezione privata
In un continuo dialogo l’allestimento toccherà i generi più amati del tempo, dal ritratto alla natura morta, dal paesaggio alla pittura di genere, invitando i visitatori a scoprire anche i talenti artistici meno noti espressi dal territorio e gli aspetti più curiosi e pittoreschi della produzione locale.
“Per un anno unico e irripetibile come sarà per Brescia e Bergamo il 2023, ho ideato un’esposizione speciale e diversa rispetto alle ultime curate a Palazzo Martinengo”, annuncia Dotti: “Percorrendo le sale del Palazzo il pubblico compirà un emozionante viaggio ricco di opere inedite, sorprese e curiosità, il cui obiettivo è dare risalto allo straordinario patrimonio culturale che si è stratificato nel corso dei secoli a Brescia e Bergamo, nonché stimolare una nuova presa di coscienza su un capitolo fondamentale della storia dell’arte italiana, scritto dai grandi maestri della pittura attivi nelle città gemellate nell’anno della Capitale della Cultura”.
Giovan Battista Moroni, San Girolamo in lettura. Olio su tela. Accademia Carrara, Bergamo
Ma non finisce qui. Al piano nobile dell’edificio settecentesco, infatti, una mostra nella mostra focalizzerà l’attenzione su alcuni temi centrali nell’identità culturale e nella storia di Bergamo e Brescia, tra sculture, disegni, strumenti musicali d’epoca, dipinti, cimeli storici e preziose fotografie vintage. Uno speciale approfondimento sarà dedicato alle figure di due pontefici del Novecento, il bergamasco Giovanni XXIII e il bresciano Paolo VI, e al loro rapporto con l’arte e con gli artisti, da Picasso a Chagall, da Matisse a Dalì o a Manzù.
Angelo Inganni, Donna che cucina con lo spiedo. Olio su tela. Collezione privata
Ulteriori sezioni daranno spazio all'universo dei sensi, aprendo lo sguardo sulle tradizioni gastronomiche e musicali delle due città tra il Rinascimento e il XX secolo, mentre l’ultimo focus ripercorrerà l’avventura del celebre architetto Marcello Piacentini, che nei primi decenni del Novecento ha trasformato il volto delle future Capitali della Cultura.
Giacomo Ceruti detto Il Pitocchetto, Il suonatore di colascione. Olio su tela. Collezione privata
A cura di Davide Dotti, Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo riunirà oltre 80 capolavori da musei e collezioni private italiane e internazionali. Al team orobico, che potrà contare su fuoriclasse come Lorenzo Lotto, Giambattista Moroni, Palma il Vecchio, Giacomo Ceruti alias il Pitocchetto, la squadra bresciana contrapporrà i talenti del Romanino, di Gerolamo Savoldo, di Vincenzo Foppa, Lattanzio Gambara e Alessandro Bonvicino detto il Moretto. In primo piano, il confronto tra ambienti artistici talvolta molto simili, in altri momenti antitetici, nutriti entrambi dalle influenze di Venezia, che dominò sulle due città per quasi quattro secoli ravvivando la tradizione lombarda con le innovazioni di maestri come Tiziano e Giovanni Bellini.
Alessandro Bonvicino detto Il Moretto, La Visitazione. Olio su tavola. Collezione privata
In un continuo dialogo l’allestimento toccherà i generi più amati del tempo, dal ritratto alla natura morta, dal paesaggio alla pittura di genere, invitando i visitatori a scoprire anche i talenti artistici meno noti espressi dal territorio e gli aspetti più curiosi e pittoreschi della produzione locale.
“Per un anno unico e irripetibile come sarà per Brescia e Bergamo il 2023, ho ideato un’esposizione speciale e diversa rispetto alle ultime curate a Palazzo Martinengo”, annuncia Dotti: “Percorrendo le sale del Palazzo il pubblico compirà un emozionante viaggio ricco di opere inedite, sorprese e curiosità, il cui obiettivo è dare risalto allo straordinario patrimonio culturale che si è stratificato nel corso dei secoli a Brescia e Bergamo, nonché stimolare una nuova presa di coscienza su un capitolo fondamentale della storia dell’arte italiana, scritto dai grandi maestri della pittura attivi nelle città gemellate nell’anno della Capitale della Cultura”.
Giovan Battista Moroni, San Girolamo in lettura. Olio su tela. Accademia Carrara, Bergamo
Ma non finisce qui. Al piano nobile dell’edificio settecentesco, infatti, una mostra nella mostra focalizzerà l’attenzione su alcuni temi centrali nell’identità culturale e nella storia di Bergamo e Brescia, tra sculture, disegni, strumenti musicali d’epoca, dipinti, cimeli storici e preziose fotografie vintage. Uno speciale approfondimento sarà dedicato alle figure di due pontefici del Novecento, il bergamasco Giovanni XXIII e il bresciano Paolo VI, e al loro rapporto con l’arte e con gli artisti, da Picasso a Chagall, da Matisse a Dalì o a Manzù.
Angelo Inganni, Donna che cucina con lo spiedo. Olio su tela. Collezione privata
Ulteriori sezioni daranno spazio all'universo dei sensi, aprendo lo sguardo sulle tradizioni gastronomiche e musicali delle due città tra il Rinascimento e il XX secolo, mentre l’ultimo focus ripercorrerà l’avventura del celebre architetto Marcello Piacentini, che nei primi decenni del Novecento ha trasformato il volto delle future Capitali della Cultura.
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